Chiesa di S. Giovanni Battista – Grello di Gualdo Tadino (PG)
Cenni Storici
La chiesa di San Giovanni Battista del castello di Grello si trova nominata in alcuni documenti della seconda metà del XV secolo, come Chiesa Parrocchiale, ma è senza dubbio di gran lunga più antica ed ebbe forse origini coeve o di poco posteriori, al Castello entro cui sorge.
Addirittura sempre nel XV secolo, lo stesso Castello a volte è indicato con il nome del Santo Titolare della Chiesa, come, ad esempio, in un documento avente la data 18 Settembre 1475, nel quale appare un tal Luca di Gregorio, che si dichiara infatti come nativo «de Castro Sancti Joannis alias Grilli» ed in un altro del Novembre 1492, dove è nominato un Galeotto di Daniele anch’esso « de Castro sancti Johannis sive Grilli ».
La Chiesa, nei primi tempi della sua esistenza, fino a tutto il Cinquecento, ci risulta essere stata poverissima e priva di stabili rendite, tanto che non poteva neppure mantenere regolarmente un proprio Rettore.
Questo ci spiega il notevole numero di elargizioni che alla stessa venivano allora fatte da pie persone con disposizioni testamentarie: troviamo ad esempio, che il 5 Maggio 1481, tal Marcazio di Mencuccio alias Morelli, lasciava “due fiorini per un calice da offrirsi alla Chiesa di S. Giovanni di Grello” dove voleva essere seppellito; un fiorino e mezzo, a titolo di restituzione, dava Sante di Angelo There da Gualdo il 24 Luglio 1485; Giovan Battista di Buscano, del prossimo villaggio di Pierle, il 26 Ottobre 1494, destinava « cinque soldi pro suo ultimo juditio » all’Altare Maggiore della Chiesa in esame, più « un fiorino, pro ornamento et aconcimine » della Chiesa stessa, e così via di seguito.
Allo stesso modo, per alleviare l’indigenza della Chiesa di S. Giovanni di Grello, il Visitatore Apostolico Mons. Pietro Camagliani, Vescovo di Ascoli, il 4 Novembre 1573, ordinò che tutte le venti famiglie della Parrocchia, dovessero tassarsi e per assicurare al Parroco, attraverso i propri beni, una rendita annua di dieci mine di grano e più che altrettanti barili di vino.
In seguito, con il trascorrere del tempo, le rendite della Chiesa aumentarono notevolmente, e infatti troviamo che, due secoli dopo, la stessa, oltre a percepire dai Parrocchiani le suddette dieci mine di frumento, più un boccale di vino per persona ed una soma di legna per famiglia, possedeva anche dodici terreni.
I Parrocchiani, avevano anche l’obbligo di coltivare le terre della Chiesa e a provvedere a tutta l’occorrenza della stessa, compresi i ceri nelle feste solenni, come Pasqua, Pentecoste e Natale, durante le altre funzioni religiose gli stessi erano invece forniti dal Parroco.
Oltre a ciò, la Chiesa di S. Giovanni godeva allora del fruttato di alcuni censi e percepiva dal Comune di Gualdo, una decima, che all’inizio del Cinquecento, consisteva in due bolognini ogni semestre e all’inizio del Settecento in quattro paoli ogni anno.
Tale Chiesa era assai angusta, e perciò tra la fine del Cinquecento e il principio del Seicento, fu prolungata in avanti per renderla più vasta.
Nel 1703, per effetto di un terremoto, sia la chiesa che la Casa Parrocchiale subirono gravi danni, fu necessaria un’opera di ricostruzione, inoltre nel 1855 fu aggiunta posteriormente l’attuale Sagrestia.
Tra il 1928 e il 1929, fu abbattuto il prolungamento anteriore dell’edificio e fu ricostruito ancora più vasto, ricoperto da volta e fu decorato con una facciata di stile Romanico.
Nelle vicinanze della Chiesa su un quadrivio esistente a Nord Ovest della stessa, sorgeva una piccola Maestà dedicata a S. Anna decorata anch’essa con dipinti di Matteo da Gualdo documentata anche da un rogito del 16 Giugno 1504, che diceva «in loco ubi dicitur sancta Anna, juxta maistatem sancte Anne» oggi definitivamente scomparsa e con lei sono andati perduti anche i preziosi affreschi.
Interno
La Chiesa, sin dal XVI secolo, era munita di tre Altari, dei quali quello Maggiore, addossato alla parete di fondo, era dedicato a S. Giovanni Battista.
All’inizio del XVIII secolo, i due Altari laterali erano stati già demoliti e era rimasto solo l’Altare Maggiore, sul quale il Parroco doveva celebrare tutti i giorni festivi.
Oltre a ciò, nella Chiesa di S. Giovanni di Grello, era stato trasferito il Titolo e Beneficio Ecclesiastico della vicina, Chiesa di S. Donato di Agello, già diruta con l’obbligo di alcune Messe ogni anno.
La parte più antica, della chiesa è quella dove insiste l’altare Maggiore coperta da una volta a botte, sopra la quale esisteva una porzione della Casa Parrocchiale, mentre l’altra porzione si trovava sul suo fianco sinistro.
La Chiesa era sede di una Confraternita laicale detta di S. Giovanni o del Corpo di Cristo.
Affreschi
Gran parte degli affreschi che compaiono nella cappella dell’altare Maggiore sono attribuiti a Matteo da Gualdo.
Nella parete di fondo, nel centro la Madonna seduta in trono con il Bambino con due Angeli ai lati del capo, alla sua destra S. Pietro, alla sua sinistra S. Paolo, ai piedi il Committente inginocchiato ed orante.
Sopra tutto questo, trovasi Cristo in croce, adorato dalla Vergine e da S. Giovanni.
Sulla volta, a sinistra di chi entra, si trova in un primo gruppo, le due immagini di S. Giovanni Evangelista e di S. Michele Arcangelo; poco distante i resti d’una Madonna sul seggio, con il Divino Infante fra le braccia e due Angeli ai lati del capo, e finalmente, in un terzo gruppo, l’immagine di S. Facondino Vescovo e del suo Vicario S. Gioventino.
Fonti documentative
Ruggero Guerrieri – Storia Civile ed Ecclesiastica del Comune di Gualdo Tadino – 1933