Chiesa di Maria Santissima della Pieve – Vallerano (VT)


 

Cenni Storici

La chiesa di Maria Santissima della Pieve, distante dal centro abitato poche centinaia di metri, si trova entro il territorio della parrocchia di San Vittore Martire.
Si ignora l’epoca della sua erezione; per altro lo stile della sua costruzione fa credere che la sua origine risalga verso l’XI secolo, poi rielaborata a più riprese, con l’aggiunta di un secondo corpo, più tardo, che, in base alle caratteristiche costruttive sembra risalire alla fine del XII secolo o agli inizi del successivo.
Anticamente alla chiesa era annesso un piccolo convento abitato dai Padri Conventuali che fu soppresso dalla costituzione del pontefice Innocenzo X, con la devoluzione dei beni alla Mensa Vescovile e l’obbligo di far celebrare annualmente 157 messe per i benefattori della chiesa che ne curavano la manutenzione.
Il convento, parzialmente trasformato in fienile, ai primi del XX secolo andò distrutto in seguito ad un incendio.
 

Aspetto esterno

La chiesa è a navata unica con abside a pianta semicircolare rivolta ad oriente; il secondo corpo, anch’esso absidato, è inserito sul lato settentrionale, a sinistra del corpo principale.
La irregolare pendenza del terreno, su cui sorge la chiesa, ha reso necessaria un’imponente sostruzione composta da grossi blocchi di peperino risalenti, probabilmente, ad una preesistente struttura romana. Il corpo principale della chiesa presenta un’elegante muratura in conci di tufo bugnati, disposti in filari regolari.
Nella facciata si apre un solo portale con stipiti ed architrave in peperino decorati con motivo ad ovulo e freccia affiancato da una cornice a rocchetti; esso è sormontato da una nicchia quadrata, e sopra a questa, da una finestra rettangolare, forse un tempo una bifora.
La facciata presenta evidenti asimmetrie, frutto di diversi interventi, il lato destro e la parte inferiore del lato sinistro sembrano essere più arcaici, la parte superiore del lato sinistro appare più recente e termina con un timpano.
Il sottogronda è decorato con un motivo ad ovulo compreso tra listelli che segue l’intero perimetro interrompendosi a destra, circa a metà facciata: questa particolarità, posta in relazione anche con le cesure che si notano nella muratura della fronte, porta a presupporre la presenza di una torre campanaria sulla destra.
Il lato orientale della chiesa presenta un oculo immediatamente sotto la cuspide formata dalle falde del tetto e l’abside, innestata su un basamento semicircolare di più ampia dimensione e di più antica fattura.
Mentre il basamento è in peperino la parte superiore è edificata in conci regolari di tufo, connessi tra loro con malta.
Superiormente sono allocate tre finestrelle con strombo, la centrale con architrave, le laterali con archetto a tutto sesto; è arricchita da una serie di archetti ciechi, al cui interno sono inseriti elementi scultorei zoomorfi.
Sull’angolo nord-est si eleva un campanile a vela a doppio fornice, evidentemente un’aggiunta più tarda.
Sul lato sud si aprono tre finestre rettangolari.
Sul lato sinistro si innesta il già citato edificio absidato ad aula unica, anch’esso caratterizzato da una muratura molto regolare, priva di bugnato, realizzata in blocchetti di tufo ben connessi, sul cui fianco orientale si apre un secondo accesso alla chiesa, con mostra in peperino, coronato da una mensola modanata; l’aula è illuminata da due finestre asimmetriche.
Ai lati est e ovest due contrafforti, di fattura posteriore, costringono l’abside semicircolare coronata da archetti pensili decorati con figurine fitomorfe, antropomorfe e zoomorfe a rilievo.
 

Interno

L’interno è a unica navata, con copertura a capriate a vista; si accede a quella laterale da un’apertura formata da un arcone a tutto sesto posta al centro della parete di sinistra.
La più grande delle navate misura metri 19 di lunghezza compreso il retro dell’altare maggiore, e metri 6 di larghezza.
Nel pavimento sono inserite lastre di peperino a chiusura di sepolture comuni dei frati francescani che tennero la chiesa ed un annesso convento dal XVII secolo; l’unica ancora in situ presenta un’iscrizione con data:
SEP. / PRO / FRATRIBVS / SANT. FRANC. /MCDXXV.
Sulla parete sinistra della navata centrale è affrescata una cinquecentesca Crocifissione: ai piedi del Cristo si riconoscono San Ludovico da Tolosa, San Bonaventura e due Santi non riconosciuti.
Dopo l’arcone che conduce alla navata secondaria si trova una seconda Crocifissione, affresco attribuibile alla scuola viterbese del XV secolo, faceva parte di un ciclo interrotto dall’inserimento dell’altare maggiore.
Qui il Cristo è posto, come di consueto, tra la Madonna e San Giovanni.
È impossibile riconoscere la figura effigiata nel mutilo affresco successivo.
Nella navata grande si trova l’altare maggiore, aggiunto in fase successiva, probabilmente intorno al XVII secolo, già dedicato a Sant’Antonio da Padova.
Vi si trovava una Pala, ove, oltre l’immagine del santo titolare, vi era dipinta quella di San Bonaventura ed in alto l’Incoronazione di Maria, ora è completamente spoglio.
Dietro l’altare, nell’abside, compare una Teofania con il Cristo Redentore affiancato dai santi Paolo e Pietro, ai lati due santi presbiteri; correlazioni stilistiche ed iconografiche inseriscono quest’opera nell’ambito della tradizione della scuola romana dell’XI secolo, infatti, richiama alla mente la decorazione dell’abside della Basilica di Sant’Elia a Castel Sant’Elia.
Purtroppo la decorazione del tamburo a quasi completamente persa, rimangono, a sinistra, frammenti di scritta e le parti superiori di alcune teste.
Sulla parete di destra si scorge un affresco molto deperito, praticamente illeggibile, forse una Madonna in trono col Bambino.
Sul seguente altare, che presenta i medesimi elementi “protobarocchi” dell’altare maggiore e reca la data 1613, è stata posta una bella foto riproduzione dell’Allegoria del Cordone di Angelo da Vallerano, il cui originale è sito nel duomo di Sutri.
La navata secondaria è lunga metri 12,50 e larga 6 metri.
Vi si trovavano due altari, ora non più esistenti, uno dedicato a Sant’Orsola, la cui immagine seguita dalle vergini, era dipinta sulla pala; l’altro era dedicato a Santo Stefano Protomartire, nella cui festa, come anche nella festa di San Barnaba la comunità doveva per voto fa celebrare la Santa Messa.
In fondo alla navata piccola s’innalza l’altare dedicato a Maria Santissima, la di cui immagine, dal dolce volto, dipinta in affresco, è incorniciata dalla mostra d’altare e racchiusa da una cornice di cristallo.
L’abside contiene tracce di affreschi non più leggibili, si intravedono appena un San Pietro e, in alto, la colomba dello Spirito Santo e una Madonna.
A destra si trova l’altare dedicato a San Francesco d’Assisi.
Nella pala vi era dipinto il Santo nell’atto di ricevere le Sacre Stimmate.
Ora vi è posto uno stendardo processionale.
 

Fonti documentative

http://www.comune.vallerano.vt.it/c056054/zf/index.php/servizi-aggiuntivi/index/index/idservizio/20018

http://www.provincia.vt.it/Beni/strada/scheda_013.htm

http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/AccessoEsterno.do?mode=guest&type=auto&code=86470&Chiesa_della_Madonna_della_Pieve__Vallerano

 

Nota di ringraziamento

Si ringrazia l’amico Massimo Pacelli, che mi ha consentito di accedere a questa interessantissima chiesa.
 

Nota

La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
 

Da vedere nella zona

Chiesa rupestre di San Salvatore
Eremo di San Leonardo
Eremo di San Lorenzo
Grotte dei Quadratini e dei Finestroni
 

Mappa

Link coordinate: 42.383724, 12.259097

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