Chiesa di di San Lorenzo (ex Santa Maria del Borgo) – Petrelle di Città di Castello (PG)
Cenni storici
La casa canonica e la chiesa di Santa Maria del Borgo sorge subito dopo la curva a ridosso del torrente Minimella (o Minima), affluente di destra del Nestore in cui confluisce nei pressi di Trestina.
La storia racconta che su un vecchio muro a ridosso del fosso era dipinta un’immagine di una Madonna con Bambino che ad un certo punto cominciò a fare delle grazie e questo comportò una grande affluenza di devoti e conseguentemente vennero lasciate numerose elemosine.
Essendo però tutti i terreni ed i beni intorno di proprietà dei Marchesi Burbon, il Marchese Lancillotto di Pratella decise di costruire con il suo contributo una chiesa per contenere la Sacra Immagine.
La chiesa venne costruita il 26 febbraio 1591 a sue spese e lo stesso vi istituì un beneficio semplice; in origine però si trattava di una piccola cappella ed oratorio denominata Santa Maria del Borgo.
Il suddetto Marchese poiché ne aveva lo juspatronato provvide con una dote di 1000 fiorini, consistenti in tanti beni stabili con l’obbligo della messa in tutti i sabati, come per stabilito nelle strumento rogato da Ascanio Magiotti notaio della curia del Cardinale Vicario.
Con il tempo però crescendo sempre più l’affluenza dei devoti e dell’elemosine, fu ampliata e trasformata in chiesa nel modo come si vede ancora oggi.
La tradizione popolare racconta che quando si decise di edificare la chiesa, venne stabilito di spostarla rispetto alla posizione originale, in quanto essendo la cappellina adiacente alla strada e compressa dal fosso Minimella, sarebbe stata sacrificata ed il nuovo edificio non avrebbe avuto lo spazio sufficiente, per cui si decise di costruirla nella collinetta soprastante chiamata “Cozzo di Pava“.
Cominciarono quindi a trasportare le pietre sulla collina per l’edificazione, ma di notte le pietre tornavano accanto alla Sacra Immagine vicino al fiume, così si decise di edificare li la chiesa poiché questa era la volontà divina.
Di fatto la chiesa è a ridosso del fiume tanto che per farci passare la strada è stato necessario costruirvi un terrazzamento.
Molti devoti cominciarono a confluire nella chiesa e ha lasciare consistenti elemosine, e per questo si decise il 5 settembre 1617 di edificare lungo il tragitto nei pressi di Petriolo un’osteria per comodità dei pellegrini e viandanti, edificio che tuttora da il nome alla località.
Allo stesso tempo si costituì una Compagnia all’interno della chiesa che ben presto entrò in conflitto con i Marchesi di Petrelle.
Dovette intervenire il Vice Legato di Perugia che stabilì che la Compagnia entrasse in possesso dei paramenti e di una delle chiavi della cassetta delle elemosine.
Tale Compagnia venne aggregata all’Arciconfraternita del Gonfalone di Roma il 12 ottobre 1610 ed il cappellano e l’officiante dovevano dipendere e rendere conto al Marchese Onorio essendo lui il proprietario in quanto erede del Marchese Lancillotto fondatore della chiesa.
Su decisione del Vescovo Mons. Muti la Compagnia nominò il suo Cappellano e lo remunerò con 40 scudi necessari per la residenza, assistenza alle confessioni e agli obblighi delle messe.
Altro cappellano fu messo il 1 marzo 1740 con assegno di 12 scudi all’anno dalla Compagnia di Petrelle, e 6 scudi dalla Compagnia del Rosario con l’obbligo delle messe dei fratelli defunti e per i benefattori.
Questo stato di cose durò fino al 1774 dopodiché i Marchesi di Petrelle iniziarono un loro conflitto interno per motivi di interesse quindi non si occuparono più degli affari della chiesa della Madonna e della Compagnia.
In quell’epoca era Governatore di Città di Castello Mons.Luigi Gazzoli il quale era stato nominato da Papa Clemente XIV e riconfermato da papa Pio VI con incarico anche di delegato Apostolico degli Spedali Uniti della Città con la facoltà di tassare ed anche abolire e sopprimere i Luoghi pii.
In un primo tempo tassò la Compagnia di Petrelle per con una prestazione annua, poi la soppresse nel 1780 e con Motu-Proprio del papa Pio VI il giorno 11 ottobre 1780 la incorporò agli stessi Ospedali insieme a tutti i suoi beni.
Con un contratto rogato il 1 dicembre 1803 dal notaio Innocenzo Barberulli gli Ospedali cedettero la chiesa della Madonna di Petrelle con una casa uso del Cappellano e un’altra casa per comodo del Predicatore, inoltre cedettero un podere al Cappellano e un altro alla Compagnia con l’obbligo che la stessa pagasse un canone di “sei once di cera“.
Ora la chiesa è proprietà della Diocesi di Città di Castello e viene officiata dal parroco di Badia Petroia.
La chiesa è dedicata a San Lorenzo, ma non si conosce bene la data della nuova dedicazione, forse avvenuta proprio al momento dell’edificazione della struttura grande contenitiva della cappellina primitiva.
Aspetto esterno
La chiesa è addossata al palazzo edificato dai Marchesi Burbon dove risiedevano gli stessi e tutta le servitù e dove ha dimorato di passaggio anche Mussolini che viene commemorato in una lapide dove è riportata una sua frase.
La facciata della chiesa è intonacata e a ridosso della strada che in quel preciso tratto fa una curva a 90° tanto che l’ingresso ufficiale è stato spostato nel transetto di sinistra.
Il portale ha una decorazione con colonnine piatte e termina con un timpano; al disopra si apre una grossa finestra che garantisce l’illuminazione interna.
Il tetto è a capanna con un timpano delimitato da due cornici e sormontato da una croce.
La parte centrale della chiesa presenta una torretta quadrata decorata con mattoncini che funge da cupola.
Il campanile a squadra è sul transetto destro; entrambi i transetti presentano un finestrone che proietta la luce sul presbiterio.
Interno
L’interno è a croce latina con 5 altari, due nella navata e altri due nei transetti oltre ovviamente l’altare maggiore.
Entrando in controfacciata troviamo un soppalco in legno e a destra l’acquasantiera; salendo sulla parete destra l’altare della Madonna assunta in cielo tra santi con tela omonima, nel transetto destro l’altare della Madonna del Rosario con un dipinto che la ritrae con ai piedi San Domenico e Santa Caterina da Siena; sempre nel transetto c’è un confessionale.
Il presbiterio è rialzato di tre gradini e separato dall’aula da una bella balaustra con colonnine di pietra.
L’altare è rialzato di un altro gradino e a destra della stesso c’è un Crocifisso e nella parete la porta della sacrestia e una tela con una Madonna con Bambino; nella parete a destra una statua di San Lorenzo e inserita in una bella cornice di stucchi fra quattro colonnine e una ricca decorazione, troviamo l’immagine Sacra, la Madonna con il Bambino, dipinto di buona fattura.
Sulla parete sinistra del presbiterio un bellissimo Crocefisso dipinto sicuramente cinquecentesco.
Il transetto di sinistra contiene un altro confessionale e l’altare dedicato alla Madonna Bambina con una tela raffigurante la Madonna Bambina nel Tempio.
Nella navata accanto alla porta l’altare di San Domenico Borromeo con la tela raffigurante il Santo Titolare.
Prima della controfacciata troviamo una tela con la Madonna con Bambino tra San Giovanni Battista e altra Santa; segue un’altra Madonna con Bambino tra San Sebastiano e San Lorenzo.
Fonti documentative
Giovanni Muzi – Memorie ecclesiastiche e civili di Città di Castello – 1842
https://it.wikipedia.org/wiki/Marchesato_di_Petrella
Nota di ringraziamento
Ringrazio sentitamente la signora Rosella che gentilmente mi ha aperto e che è stata molto paziente nei miei confronti.