Chiesa dell’Eschio – Valentano (VT)
Cenni Storici
La Chiesa collocata fuori dell’abitato di Valentano, è oggi in completo stato di abbandono, presenta le finestre ed il tetto sfondati.
La leggenda narra che una tegola con la Sacra Immagine dipinta della Vergine fu trovata appesa al tronco della di una plurisecolare pianta di eschio, nome locale per quercia, posta ai piedi del Monte Nero e, nonostante la Sacra Immagine fosse trasportata nella chiesa collegiata di San Giovanni, questa prodigiosamente era stata ritrovata l’indomani appesa all’albero.
L’evento miracoloso è riportato dalla “Relazione sulla Collegiata di Valentano e di tutte le altre Chiese“: “Si ha per cosa certa che ben due volte fosse trasportata alla Chiesa Parrocchiale di Valentano, e la mattina seguente con prodigio ammirabile fu ritrovato nel medesimo albero di elcio, e perciò fu fabbricata la Chiesa e Convento“.
Il prodigio, interpretato come volontà della Vergine di fare erigere sul luogo una cappella, comportò la erezione di un piccolo sacello entro cui fu inglobato il plurisecolare fusto, già secco sul quale fu definitivamente collocata la tegola. Intorno a quel primo nucleo fu eretto successivamente l’intero sacro edificio, completo al piano superiore di un convento per i Padri Carmelitani e che, per le sue tecniche murarie, sarebbe riconducibile a non prima del XVI secolo.
A Valentano le processioni alla Chiesa si svolgevano due volte all’anno, “in uno dè venerdì di marzo e la terza festa di Pasqua“; l’edificio era importante non solo per la comunità del paese ma vi giungevano pellegrini anche da luoghi lontani, ad esempio, dalla città di Siena.
Al mantenimento delle spese contribuiva la Confraternita del Gonfalone; nel 1631 era priore del convento tale Nicola Baccelli del Sacro Ordine dei Carmelitani di Mantova; la comunità carmelitana fu soppressa da Innocenzo X e dopo pochi decenni unita al Seminario di Montefiascone.
Il 27 gennaio 1842 la gendarmeria pontificia uccise nei pressi della chiesa il brigante Fumetta.
L’originale tegola con la Madonna dipinta fu rubata all’incirca nel 1960; mentre la Chiesa è rimasta aperta al culto fino a circa la metà dello stesso decennio poi abbandonata e destinata alla rovina.
Aspetto esterno
L’esterno è completamente avvolto da una rigogliosa vegetazione che ne rende difficile la lettura, ma contribuisce a tenere in piedi i ruderi.
Sulla parete sinistra della chiesa si apre un portale secondario.
Il portale principale arcuato è in laterizio, sormontato da un timpano triangolare.
Interno
L’interno è a una sola navata con quattro colonne voltate, ha il tetto, ora quasi completamente crollato, a capriata e presenta un solo altare.
La mensa con l’altare sono avanzati rispetto alla parete di fondo, delimitando uno spazio retrostante adibito a sagrestia. L’altare, in stucco policromo, copre l’intera altezza della chiesa e presenta l’edicola in modo finemente lavorato.
Sopra la mensa, incastonata tra due colonne è la cornice, sormontata da due angeli a tutto tondo, entro la quale era collocata la veneranda tegola raffigurante la Madonna col Bambino.
In controfacciata è affrescata una raffigurazione della Sacra Famiglia.
Fare attenzione, quel che resta del tetto è pericolante, cosi come molte delle murature, sul pavimento si trovano molte buche per sepolture parzialmente aperte.
Nota fotografica
L’immagine della chiesa come era è tratta da:
http://lacitta.eu/cronaca/20864-grande-successo-della-personale-di-giovanni-ciucci.html
Nota
La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
Fonti documentative
http://www.valentano.org/it/home-it/visita/ex-chiesa-dell-eschio
http://liberopensiero.altervista.org/santa_maria_dell_eschio/?doing_wp_cron=1602396219.0895259380340576171875
https://www.simulabo.it/wp-content/uploads/2020/05/quaderno_17_il_fatterello_e_questo.pdf