Chiesa della Madonnuccia Ciribifera – San Martino in Campo (PG)
Cenni Storici
La piccola chiesa, conosciuta anche come “Oratorio della Madonnuccia“, si trova appena fuori il paese di San Martino in Campo, lungo un sentiero storico che dalla Valle del Tevere conduce a Perugia.
Corrisponde alla cappella absidale di un’antica costruzione, in buona parte modificata e trasformata successivamente in residenza privata.
La chiesa della Madonnuccia nasce, probabilmente, come oratorio della Confraternita religiosa laicale degli “Homines et Disciplinati fraternitatis castri Sancti Martini in Campo“, diventandone la sede.
La costruzione è antecedente al 1485, data letta da Baldassarre Orsini sotto l’affresco dell’arco d’ingresso dell’abside, riferibile probabilmente a una ristrutturazione.
A quei tempi era un luogo di devozione per l’attribuzione di un miracolo ad un’immagine della Madonna in esso contenuta.
Nel 1567 la Madonnuccia fu visitata da Donato Turri, vicario del vescovo Fulvio Della Corgna, che la trovò grande, bella e di onesta forma, con molti ex voto appesi alle pareti che furono immediatamente fatti rimuovere perché ritraevano intercessioni ottenute in favore del bestiame domestico,laddove era consentito esporre ex voto alle pareti delle chiese solo se si riferivano a miracoli in favore di persone.
Nel verbale della visita di Francesco Bossi dieci anni più tardi, si legge che l’oratorio era stato costruito a protezione di una precedente costruzione, coperta da una volta e decorata da una immagine della Vergine, definita antica e dipinta in maniera diligente.
In seguito a un evento prodigioso, l’immagine sacra aveva suscitato una forma crescente di devozione da parte degli uomini del contado, che cominciarono a lasciarvi elemosine e a ricoprirne le pareti con figure di santi.
A causa di un dissesto nel 1815 l’oratorio fu abbattuto e ricostruito lasciando solo l’abside e i muri interni, il campanile a vela è stato aggiunto nei primi del ‘900.
Aspetto esterno
La piccola chiesa è costruita in laterizio e ciottoli di fiume, è caratterizzata da un piccolo portico e dal campanile a vela.
Interno
L’interno è un’aula quadrata con volta a crociera lunettata.
Alle pareti è un ciclo pittorico attribuito nel 1981 da Sylvia Ferino Pagden ad Andrea d’Assisi detto l’Ingegno, allievo di Perugino, di recente, e in maniera convincente, Elvio Lunghi ne ha proposto l’attribuzione allo stesso Perugino, coadiuvato dall’allievo Fiorenzo di Lorenzo.
Sulla parete sinistra è raffigurato San Martino che dona il mantello al povero, chiaro riferimento al santo patrono della pieve sul cui territorio sorge la piccola chiesa.
Sulla parete di fondo è raffigurata una Madonna adorante il Bambino, circondata da una corona di cherubini; ai suoi lati sono due santi: San Cristoforo, con il Bambino sulla spalla, e San Bernardino da Siena, identificabile dal trigramma IHS, a testimonianza della presenza in zona dei Frati Predicatori Osservanti nel XV secolo.
In un primo momento l’affresco è stato attribuito ad Andrea Aloigi (Assisi, 1480 – 1521), detto l’Ingegno, ritenuto dal Vasari il miglior allievo del Perugino, successivamente il professor Elvio Lunghi ne ha riconosciuto la mano dello stesso Perugino, coadiuvato dall’allievo Fiorenzo di Lorenzo.
Sulla parete destra è raffigurato, su uno sfondo marino o lacustre, San Giorgio a cavallo che attacca il dragone (figura scomparsa) e libera la principessa, la cui immagine affrescata è gravemente deteriorata.
Il soffitto reca frammenti di una decorazione a monocromo con medaglioni e cornici di stile classicheggiante.
Nota
Le foto sono di Francesco Raggetti, il testo è di Silvio Sorcini.
Fonti documentative
LUNGHI ELVIO Antiche Maestà nel contado perugino
http://turismo.comune.perugia.it/poi/chiesa-della-madonnuccia-ciribifera
http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/AccessoEsterno.do?mode=guest&type=auto&code=3488