Chiesa della Madonna di Colpernieri – Spello (PG)

La chiesa al momento è chiusa e pericolante e non è raggiungibile in quanto inserita in una proprietà privata recintata e con animali al pascolo.

 

Cenni Storici

A metà strada tra Collepino e S. Giovanni, si scorge, situata su un poggio, una chiesetta isolata, circondata da numerose querce. È la piccola chiesa della Madonna di Colpernieri.
Fu costruita nel secolo XI dai monaci Camaldolesi di S. Silvestro, per la cura spirituale dei coloni.
Si tratta di un “Santuario mariano di frontiera”, ove si venerava la Madonna della Provvidenza MATER DIVINAE PROVIDENTIAE.
È citata per la prima volta in una Bolla del 1178 dove viene nominata “Collis Bernerii” e successivamente citata nel 1244 nella divisione dei beni tra i monaci e le monache di Vallegloria con il nome di “Curte di Colberneri“; ripropone la tipologia delle piccole chiese rurali ad aula semplice, con porta architravata e tetto a doppio spiovente sormontato da un piccolo campanile a vela.
Diroccata dal tempo e dallo stato di abbandono, dei quattro muri perimetrali era restata in piedi solamente la parete frontale con una effige della Madonna, appena riconoscibile.
I lavori di ricostruzione e restauro furono eseguiti nel 1950, la parete di fondo fu ornata da una tela dipinta dal pittore folignate Ugo Scaramucci, che riproduceva l’affresco, fortemente deperito, raffigurante l’immagine della Madonna che ancora si conservava sulla controfacciata.
La chiesa, un tempo officiata dal parroco del castello di San Giovanni, era meta di due processioni: una il 2 maggio, il giorno di Sant’Anastasio e l’altra l’8 settembre, giorno della Natività della Madonna.
In occasione della processione del mese di maggio, non solo si benediceva la campagna, ma gli abitanti del castello di San Giovanni rendevano grazie alla Madonna per essere stati preservati da un’epidemia che li aveva risparmiati, infatti la malattia aveva infestato Spello e Collepino, ma non era arrivata a S. Giovanni.
La festa della Natività era detta anche la “Festa dei Cacciatori” in quanto vi partecipavano numerosi, gareggiando al tiro al gallo, un gioco attestato fin dal XVIII sec., previo ottenimento di regolare permesso dal Governatore di Perugia, questa tradizione cessò con il trasferimento del parroco nel 1964.
 

Analisi territoriale e antica via di transumanza

Il posizionamento di questa chiesa è strategico rispetto ad una analisi sugli antichi percorsi di transumanza che dalla valle Umbra si Spostavano verso l’Adriatico.
Se ben si va ad osservare il territorio si nota che dalla Valle Umbra per incrociare la via Flaminia quindi per dirigersi verso l’Adriatico, occorre spingersi fino a Foligno più precisamente verso San Giovanni Profiamma, ma un percorso che costituiva un’ipotenusa a questo triangolo era proprio la Valle del Chiona che una volta risalita offriva diverse possibilità, o tagliare per Voc. Noro e proseguire per Cupacci e scendere a Pieve Fanonica, o proseguire per Colpernieri e scendere a Valtopina attraverso il Fosso dell’Anna.
Da questa valle inoltre si poteva deviare verso monte e salire sul Subasio o aggirarlo per arrivare ad Assisi.
Questa viabilità oggi secondaria, non doveva esserlo affatto in epoche molto antiche, infatti ancora oggi lungo questi percorsi troviamo Castelli, chiese e anche altri antichi castellieri, un altro si trova più avanti sempre sul versante sinistro del Chiona.
Tale ipotesi viaria antica si può confermare con reperti che fanno supporre la fondatezza di tale ipotesi, infatti in località Scisciano (il finale in “ano” è un evidente prediale), sempre nella valle del Chiona, è ancora presente, murata su una scalinata, un blocco di pietra associabile ad un’ara pagana e, guarda caso, un’altra identica costituisce la base d’altare della chiesa della Madonna di Colpernieri.
Pare altresì che proprio sotto al monte di Cupacci sono stati rinvenuti un busto di statua, una pietra con un volto in bassorilievo e tegole ben conservate, si trovano tuttora intorno a Cupacci, molti pezzi di coccio evidenza di un insediamento e la presenza di una fornace che successivamente si è spostata verso la strada (oggi località “La Fornace” a Ponte Centesimo).
E’ verosimile quindi che intorno a questa via della transumanza sorgessero dei santuari pagani dedicati ai numi protettori delle greggi e degli armenti, non a caso l’Abbazia di San Silvestro ha come radice un santuario pagano dedicato a Silvester/Silvano dio dei boschi e degli armenti, trasformato poi nel cristiano Silvestro e la fonte terapeutica lattifera probabilmente è passata da un uso animale ad un uso umano; altri santuari pagani dovevano sorgere alla Madonna della Spella, Scisciano, Madonna di Colpernieri ecc.
Risalendo per questa antica via degli armenti scopriamo che prima di arrivare a Scisciano c’è un casolare, sulla strada che poi porta alla Madonna di Colpernieri, poco sotto le sorgenti del torrente La Chiona, sicuramente passaggio obbligato per abbeverare le greggi e per praticare il rito della purificazione.
Ai piedi poi del monte di Cupacci, ci sono “buchette” chiaro segno di fondamenta di qualche antica costruzione.
Sicuramente questo lembo di terra racconta molto di più di quanto sappiamo e la chiesa in oggetto, con la sua base d’altare, probabile base di un’ara pagana, ne è la testimonianza.
Anche lo stesso toponimo Colpernieri potrebbe avere origine dalla Dea Cupra in quanto i Piceni, popolo che viveva a poche decine di chilometri da qui, Cupra era chiamata “Ikiperu” quindi se andiamo a vedere la radice del nome “Ikiper” è strettamente avvicinabile a “Colper” che potrebbe derivare da una storpiatura del primo.
 

Aspetto attuale

Al momento (2019) la chiesa ha subito forti lesioni dovute al terremoto del 2016 ed è stata messa in sicurezza per evitare il pericolo di crolli.
 

Interno

L’interno è ad aula unica e al momento (2020) riempita di intelaiature di palchi per la sua ristrutturazione e messa in sicurezza.
Ha un sedile in legno che corre lungo le pareti e un tabernacolo in marmo nella parete d’altare, ma la cosa che salta agli occhi è la base della pietra d’altare, che è un monoblocco calcareo di chiara provenienza romana e sicuramente elemento di recupero di un qualche edificio o meglio tempio presente nelle vicinanze.
 

Nota di ringraziamento

Ringrazio Lucio Bernetti per le sue scoperte e supposizioni sulla via della transumanza.
 

Fonti documentative

Guida Turistica di Spello Itinerari tra Storia Arte e Cultura Comune di Spello Assessorato al Turismo testi di Sabina Guiducci.
Padre Virgilio Sampalmieri – Notizie sui Castelli di Collepino S. Giovanni Armezzano – 1988

 

Mappa

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