Chiesa della Madonna delle Piagge – Collemancio di Cannara (PG)

La chiesa è sempre chiusa occasionalmente è stata aperta per le giornate FAI di primavera del 2019 in collaborazione con l’Associazione “Amici di Collemancio“.

 

Cenni Storici

Salendo la strada che da S. Croce conduce a Collemancio, arrivati in cima al colle, in prossimità del paese, si incontra l’antica chiesa della Madonna delle Piagge.
Sicuramente doveva trattarsi di una Maestà posizionata ad un trivio stradale e solo successivamente coperta da un edificio forse in seguito ad eventi miracolosi.
La chiesa si vuole eretta dalla pietà dei fedeli di Collemancio agli inizi del 1500 circa, anche se le prime notizie riguardanti detta “Maestà” risalgono all’inizio del 1400: “...Item dedit et solvit pro uno cereo offerto Maestati secundum consietudinem dictis comunis” (A.S.C., Collemancio, atti Civili e criminali del Podestà, 1, c.63r., 1419, agosto 269; “…reliquit ecclesie sancte vie de Visitationis de Plage florenos decem de marchia pro fabrica eius dicte ecclesie et pro remissione suorum peccato rum” (A.S.C., Notarile, 3, c.25 r., 1524, novembre 27).
Nella relazione alla Visita Apostolica di Mons. Pietro Camaiani del 1573, a proposito della chiesa della Madonna delle Piagge ci descrive la grande devozione dei fedeli in seguito a “miraculis” attribuiti alla “Glorissime Virginis Maria“.
Essendo nel tempo la struttura deteriorata, fu ricostruita dal sacerdote Fioravanti della Branca con strumento datato 9 agosto 1644.
Fu benedetta dal vescovo di Assisi Malatesta Baglioni il 17 agosto 1644.
Verso la metà del ‘600 la chiesa passò alla nobile famiglia Vincioli di Perugia e Don Francesco Vincioli, facendo riferimento a leggi governative dell’epoca, con testamento del 17 maggio 1891 la donò alla parrocchia di Santo Stefano di Collemancio.
Nei secoli per incuria ed abbandono essendosi scaricata, il parroco don Alceste Baldaccini, a proprie spese la restaurò e dotandola di sacri arredi, il 23 giugno 1909 la riaprì al culto.
Nel 1950 in occasione del Giubileo, fu concessa l’indulgenza plenaria a chi si recava in questa chiesa. Premesso che gli abitanti di Collemancio hanno una particolare venerazione per l’immagine della Madonna, nel mese di maggio presso la suddetta, che rimaneva chiusa per tutto l’anno, veniva recitato il Santo Rosario.
Il 25 aprile, con solenne processione, si portava in questo luogo una particolare immagine della Vergine custodita durante l’anno presso la cappella privata dei conti Giampè.
Degne di nota sono le processioni delle Rogazioni e dell’Ascensione che si effettuavano nella suddetta chiesa.
In questa chiesa venivano concesse le indulgenze ogni volta che si recitavano le litanie alla Beata Vergine.
Nel 1950, in occasione del Giubileo fu consolidata questa pratica concedendo l’indulgenza plenaria a tutti coloro che si recavano in visita in questa chiesa.
Attualmente la chiesa è di proprietà comunale.
 

Aspetto esterno

Di forma semplice rettangolare con abside nella parete sud occidentale, con copertura a due falde a displuvio.
La muratura è in blocchi squadrati in pietra arenaria locale murati in ricorsi irregolari.
Sono presenti grossi blocchi di travertino inseriti nella muratura negli angoli alla quota di imposta della copertura, probabilmente provenienti dalla prossima area archeologica di Urvinum Hortense.
Il perimetro murario non presenta tracce di ulteriori aperture oltre alle tre porte caratterizzanti i tre fronti rettilinei, archi voltate a tutto sesto in mattoni la cui mostra rimane a vista, come l’intera struttura, e la finestra circolare su cornice quadrata anch’essa girata in muratura di laterizio e collocata sopra l’ingresso centrale sull’asse longitudinale della chiesa.
Delle tre porte sopra dette quella del fronte sud orientale è attualmente chiusa, tamponata in muratura coerente con l’intera costruzione.
Nella parte esterna absidale si notano dei brandelli di muro che denotano un rifacimento grossolano della struttura, forse si tratta dell’intervento seicentesco.
E’ priva di campanile anche se all’interno, dietro l’altare sul muro è abbozzato un prospetto di campanile cuspidato o abbattuto o mai realizzato.
 

Interno

La chiesa è a navata unica con tre porte, due per uso processionale.
La pavimentazione dell’interno è costituita da mattoni poggiati con orditura a spina di pesce.
Sopra la porta d’ingresso c’era un coro ligneo dove si accedeva salendo una scala.
Veniva usato dalle ragazze del coro durante le celebrazioni.
Nell’ultima campata è ospitato nella parete di fondo l’altare costituito da un’unica lastra di travertino su base laterizia ricoperta ad intonaco dove è ancora leggibile nella parte centrale il simbolo di San Bernardino, esso è inserito nel prospetto architettonico ospitante la pala anch’esso realizzato in mattoni lasciati a vista.
Dell’affresco dipinto sull’altare principale, raffigurante la Madonna in trono con Bambino benedicente tra due angeli (sec. XV), non rimangono che i due angeli in alto oltre un Santo vescovo posto sul lato destro (Forse San Rufino).
L’affresco devozionale è stato trafugato infatti appare evidente il taglio dell’intonaco.
Rispettivamente ai due alti dell’altare si è in presenza di due nicchie ricavate all’interno dello spessore murario e ospitanti due affreschi e due altari.
Nella nicchia di sinistra Crocefissione con Sant’Andrea (raffigurato con la croce ed in mano un pesce) e la Maddalena, l’affresco è datato 1608.
Ai piedi della croce vi è questa iscrizione:
ELEMOSINIS HOC FUIIT DECORATUM SACELLULM A.D. MDCVIII DIE XX 9BRIS“.
In questo altare manca la pietra consacrata, asportata dal conte Paolo Giampé per l’oratorio privato entro il palazzo in Collemancio.
Nella nicchia di destra la Madonna con Bambino e angeli, Santo Stefano patrono di Collemancio e una rarissima raffigurazione di San Rufino d’Arce, giovane chierico del luogo gettato in un pozzo nel 1296 da un parroco malvagio, eseguita, come recita l’iscrizione, su commissione di Piergentile di Jacopo nel 1609 (va ricordato che un’altra immagine di San Rufino d’Arce si trova in un affresco, scoperto di recente, al primo piano del Palazzo del Podestà sempre a Collemancio).
Datazione riscontrabile ancora oggi, in quanto nella parte inferiore dell’affresco, vi è una iscrizione che riporta:
DELUBR HOC DIE XX IANUARI EXPOLITUM MDCVIIII, PIERGENTILIS JACOBI, EXPOLIENDUM EE LEGAVIT.
La chiesa ha carattere processionale, avendo due porte; i fedeli entravano da un lato, si soffermavano ad onorare la Beata Vergine ed uscivano, poi, dall’altra porta.
Il catino absidale è diviso dal presbiterio da un muro con due porticine laterali all’altare e per tutta la curvatura corre un sedile per i devoti.
Dietro l’altare sono stati disegnati due bozzetti, uno rappresenta il progetto della porta e un’altro il campanile.
 

Bibliografia

M. G. Turrioni – Collemancio a spasso nel tempo 1900-1970
Volantino FAI
 

Mappa

Link coordinate: 42.981637 12.525402

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>