Chiesa della Madonna dell’Acquasanta – Acquasanta di Collazzone – (PG)
Cenni Storici
Si trova ungo il fosso dell’Acquasanta, sulla strada che congiunge Collepepe a Pantalla, poco distante dal fiume Tevere, in un’area che per secoli ha rappresentato un’importante zona di confine fra il territorio di Todi e quello di Perugia.
È uno dei tanti santuari mariani fondati in Umbria per celebrare i miracoli legati all’acqua, chiamata anche Madonna del Piano (dall’area semi pianeggiante dove sorge) o anche del Pegno (con richiamo alla speranza e alla riconoscenza dei devoti).
Si tratta di un piccolo tempio campestre, sorto intorno a un’edicola contenente un affresco, databile alla prima metà del XVI secolo e vicino ad una fonte ritenuta miracolosa.
Nel 1574, in occasione della visita apostolica di Pietro Camaiani alla diocesi di Todi, il visitatore ordinò di ridipingere una maestà, posta in località Piedicolle, al fine di cancellare i numerosi graffiti lasciati dai viandanti; ma a quell’immagine gli abitanti del luogo erano profondamente devoti, ritenendola un saldo presidio contro le varie calamità naturali e in particolare contro le inondazioni del Tevere.
La loro riluttanza ebbe successo, ma furono costretti a impegnarsi a trasformare la maestà in chiesa, che fu all’origine del santuario della Madonna dell’Acquasanta.
Aspetto esterno
Le murature esterne si presentano in pietra arenaria a facciavista, con alcuni inserti in mattoni laterizi, segni di successive trasformazioni ed aggiunte.
Il prospetto principale a due spioventi è caratterizzato dal solo portale d’ingresso, accessibile sopra due gradini esterni, e dal piccolo rosone sovrastante, entrambi con cornici in mattoni.
Il campanile a vela, a doppio fornice, si trova sul lato destro dell’edificio, sopra un piccolo volume di realizzazione più tarda.
Interno
L’interno è ad aula unica, intonacata e tinteggiata, sviluppata su tre campate coperte a falde sorrette da archi diaframma a tutto sesto, in mattoni come le paraste su cui poggiano.
Il presbiterio, rialzato di un gradino, termina in un’abside poco profonda, ove è inserita l’originaria edicola con raffigurata la Vergine in trono, tra i santi Bernardino da Siena e Antonio abate, che sostiene il Bambino intento a giocare con il piccolo San Giovanni che gli porge un cardellino.
I due angeli che incoronano Maria, sono stati aggiunti in epoche successive con uno stile abbastanza sommario.
Ai lati dell’arco ci sono San Sebastiano e San Rocco, la cui presenza denota una probabile funzione dell’edicola contro il flagello della peste, che tra il 1522 e il 1529 era drammaticamente giunta in diocesi di Todi.
In alto nell’arco vi sono due figure molto guaste e di difficile lettura, forse due evangelisti, nel tondo centrale, non più leggibile, v’era probabilmente raffigurato Dio Padre benedicente.
Sul lato esterno della parete di fondo è tuttora visibile la muratura primitiva dell’edicola, inglobata nella costruzione.
L’affresco venerato è stato attribuito ad un artista locale di discreto valore che mostra alcune affinità stilistiche con il pittore perugino Domenico Alfani (prima metà del XVI secolo): l’idea generale della composizione, risulta abbastanza raffinata e potrebbe essere dovuta ad un giovane artista della cerchia alfanesca, chiamato a lavorare in “provincia“, magari dopo aver visto qualche opera del pittore toscano Rosso Fiorentino che proprio nel 1527, di ritorno da Roma, fu ospite a Perugia di Domenico Alfani.
Fino ad alcuni decenni fa era conservata all’interno del santuario una ricca collezione di ex voto oggi purtroppo quasi completamente dispersa; qui venivano portati soprattutto bambini nati con malformazioni nella speranza di essere sanati, o vi si riunivano in preghiera i contadini dei castelli circostanti durante le esondazioni del Tevere, chiedendo protezione e salvezza dalle alluvioni che minacciavano i raccolti.
La sorgente oggi non esiste più, ma è ancora indicato il punto esatto dal quale zampillava quest’acqua miracolosa.
Due grandi affreschi risalenti ai primi del Novecento decorano le pareti laterali del presbiterio, ricordano un’altra specializzazione protettiva del santuario, quella di difesa dalla forza delle acque del fiume Tevere che scorre a poca distanza e che più volte nel corso dei secoli, in particolari circostanze climatiche, ha causato con le sue piene l’inondazione della vallata.
Quello di sinistra in particolare raffigura un carro di buoi sulla vallata inondata dal fiume, mentre quello di destra raffigura una zattera di legno in mezzo alle acque sulla quale ha trovato riparo un’intera famiglia di contadini.
La pavimentazione è realizzata con piastrelle di monocottura industriale.
Nota
La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
Fonti documentative
G. COMEZ – F. ORSINI - Collazzone e il suo territorio; venticinque secoli di Storia – Collazzone, 1997.
Collazzone: catalogo delle opere d’arte: arte in Umbria; a cura di C. BON VALSASSINA e C. FRATINI, Todi, 1999;
MARIO SENSI CORRADO FRATINI – Santuari nel territorio della provincia di Perugia
http://www.comune.collazzone.pg.it/
http://www.riflesso.info/index.php?option=com_k2&view=item&id=416:oltre-l%E2%80%99arte-il-ricordo-di-una-civilt%C3%A0-profondamente-legata-alla-terra-e-all%E2%80%99acqua&Itemid=351
http://www.stradadeivinidelcantico.com/2015/03/20/da-assignano-a-piedicolle-tra-misticismo-e-tradizione/
https://dokupdf.com/queue/una-pieta-in-serbo-un-nuovo-documento-per-rosso-fiorentino-e-alcune-considerazioni-intorno-al-cristo-morto-di-boston-_5a01c074d64ab2b9bd6cdf92_pdf?queue_id=-1
https://necrologie.repubblica.it/chiese/provincia-69-perugia/6978-chiesa-della-madonna-dellacquasanta/descrizione#tab
Nota di ringraziamento
Per gentile concessione della Diocesi Orvieto-Todi.
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