Chiesa della Madonna del Riscatto – Sant’Angelo in Vado (PU)

La chiesa è di proprietà privata.

 

Cenni Storici

La chiesetta della Madonna del Riscatto, detta della “Madonna Grande” o della “Maestade Grande“, è situata a pochi passi da Sant’Angelo in Vado, sulla strada che conduce a Mercatello sul Metauro.
S. Angelo in Vado fu notissima residenza dei Cavalieri di Malta ai quali appartenne questa chiesa almeno dal 1522,
e vi restarono fino al 1632.
Il più celebre tra tutti gli antichi ordini militari fu quello di Malta, che venne anche detto Ordine dell’Ospitale, Ordine di Rodi o di S. Giovanni di Rodi, ma più comunemente ha nome di Sacro Ordine Militare Gerosolimitano.
Sembra che la sua origine risalga all’epoca della prima crociata; cioè all’anno 1092, quando appunto l’Europa, stanca che il Turco, popolo degenerato, profanasse ed insanguinasse i luoghi santi, che per atroce ironia, e per colpa dell’Europa cristiana. sono ancora in potere del Turco, armò e spinse alla riscossa un milione di armati, sotto lo stendardo della croce.
Fin dal 1048, alcuni negozianti amalfitani, avevano, col permesso dei califfi d’Egitto, stabilito, in vicinanza del S. Sepolcro un convento di rito latino, dedicato alla Vergine, accanto al quale i monaci avevano eretto un ospedale dedicato a S. Giovanni, a beneficio dei pellegrini ammalati e bisognosi.
Dopo la presa di Gerusalemme, Goffredo di Buglione aveva dotato di beni considerevoli quel convento; il quale si accrebbe e cominciò a fornire, ai pellegrini, scorte armate che li proteggessero contro le orde dei musulmani e dei ladroni.
Nel 1118 quell’associazione prese il nome di ordine, il suo superiore quello di maestro ed i monaci furono detti cavalieri.
Divennero, ben presto, celebri per imprese militari e signori di vasti possedimenti che essi destinavano a pubblico beneficio.
In conseguenza delle vittorie dei musulmani, nel 1187 i cavalieri abbandonarono Gerusalemme e, circa vent’anni dopo, anche la Terra Santa.
Si rifugiarono, prima, a Cipro; quindi presero Rodi che, ad onta delle continue guerre della Mezzaluna, tennero fino al 1522, epoca nella quale, essendo stati traditi dal cancelliere dell’ordine, Andrea Amaral, dopo sei mesi di eroica resistenza, vennero sopraffatti da centocinquantamila Turchi, agli ordini di Solimano, che si rese padrone anche di Cipro.
Da quella occasione, i cavalieri si sparsero per l’Italia e molti vennero anche a S. Angelo in Vado, ove vissero lungo tempo, in comune, sottomessi alle regole dell’Ordine.
Qui presero a dirigere gli ospedali dei pellegrini e degli infermi e qui la maggior parte rimase fino al 1530, quando Carlo V cedette loro, perchè ne facessero sede e centro dell’Ordine, l’isola di Malta; e anche questa da Solimano venne indi cinta d’assedio, ma senza effetto.
L’associazione dei cavalieri si ridusse ai minimi termini per la rivoluzione di Francia del 1789.
L’anno 1798 la flotta francese si impadronì di Malta; sebbene l’Ordine gerosolimitano si trovasse, allora, sotto la protezione dell’imperatore di Russia, Paolo I.
L’Inghilterra, nel 1800, prese stabile possesso dell’isola, italiana di origine e di diritto, e non la restituì più all’Ordine che, ormai, non viveva più se non di nome; ad onta del trattato di Amiens che contemplava questa restituzione.
I cavalieri restarono a S. Angelo fino al 1632; epoca quando si disfecero degli ultimi loro beni che vi possedevano, eccettuato un piccolo terreno ed una casupola, con orto, annessi alla chiesa della Madonna del Riscatto.
Questa chiesa fu così chiamata per la presenza di una Confraternita riconosciuta con bolla pontificia del 23
marzo 1683.
I Cavalieri di Malta, durante la loro permanenza a Sant’Angelo in Vado, svolsero principalmente attività umanitarie: costruirono, infatti, la suddetta cappella, un lazzaretto, un ostello per ospitare i vagabondi ed un ospedale.
Una descrizione precisa della chiesa si ha quando Sant’ Angelo in Vado diventò diocesi; il vescovo Barugi nel 1691
ci parla, infatti, dell’altare maggiore sormontato da una pala, costituita da un quadro che rappresenta la Vergine con il Bambino e di due quadri laterali, uno con Sant’Antonio da Padova e l’altro con San Filippo Neri.
Fu ristrutturata certamente dopo il terremoto del 1781 quando il Vescovo Zamperoli ordinò di trasferire
suppellettili ed ornamenti nella chiesa parrocchiale di Sant’Andrea in Valcasula, dalla quale la chiesa della Madonna Grande è sempre dipesa.
Col passare del tempo, la chiesa, antichissima e ricchissima di storia, “.. veniva aperta al culto una sola domenica dell’anno, per festeggiare la martire sant’Eurosia. Dopo le solenni funzioni religiose, a cui
prendevano parte tanta gente di Sant’Angelo in Vado nonchè delle campagne vicine, venivano i festeggiamenti esterni, con grande concorso di popolo. Le strade adiacenti si animavano di giochi di ogni genere … Nelle ore pomeridiane si snodava, per le strade adiacenti, una interminabile processione, cui prendevano parte, oltre al Clero di campagna, molti altri della Cattedrale di Sant’ Angelo in Vado. Si portava l’immagine di sant’Eurosia, la martire con le mani tagliate, alla quale i Vadesi erano molto devoti … Quando, al cader della notte, tutto
si illuminava, si preparava un grande pallone aerostatico, per essere lanciato verso il cielo … “
.
(Adelmo Rubolini, “El Campanon“, an. 9, n. 29, 1962, p. 11)”.
 

Interno

Oggi la chiesa giace praticamente in uno stato di pietoso abbandono ed è del tutto spoglia.
Resta l’altare maggiore, con un bel ornamento ligneo dorato, con due figure di santi: san Filippo Neri e
sant’ Antonio da Padova.
Sopra il ciborio una piccola immagine di sant’Eurosia, che subisce il martirio.
 

Fonti documentative

Da un testo del Lanciarini del 1890-1912
AA. VV. – Guida storico-artistica alle Ciesa di Sant’Angelo in Vado – 2005

 

Mappa

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