Chiesa della Madonna del Ponte o delle Rocche – Scalocchio di Città di Castello (PG)
Cenni Storici
Costruita per opera della Confraternita del S. Rosario attorno al XVI-XVII sec. alla confluenza del fosso di Scalocchio con il fosso di Botina, situata in prossimità del ponte sul Fosso di Scalocchio.
L’evento religioso più sentito ricorreva la seconda domenica di settembre; era la festa della Madonna delle Rocche, comunemente detta la “Festa delle Rocche” una tradizione antica da collegare probabilmente alla costruzione della chiesa della Madonna del Ponte.
La festa, infatti, era organizzata dai Confratelli, espressione delle famiglie più vecchie del paese.
Ogni anno il responsabile veniva estratto a sorte in una seduta pubblica.
Dodici bambine con dodici rocche di lana, decorate con nastri di seta multicolori, sfilavano fino alla chiesa grande, dove venivano lasciate in segno di venerazione alla Madonna e come, dono simbolico all’abbazia.
La lana era l’emblema di un’economia agricola e di un mondo rurale dove ogni famiglia possedeva una ventina di pecore e cinque o sei bestie bianche sufficienti per far quadrare il proprio bilancio.
Oltre alle funzioni serali del “Triduo” la festa vera e propria svolgeva la domenica alla presenza del Vescovo, con due processioni la mattina e la sera, che si snodavano fra la chiesa del Ponte e l’abbazia, lungo le stazioni della Via Crucis segnate con cippi di pietra (Mastadine) lavorati in bassorilievo.
Purtroppo l’abbandono del territorio ha avuto come conseguenza l’abbandono della chiesa e una cultura che si è tramandato per secoli e che aveva permesso alla gente del luogo di vivere e prosperare è sparita nell’arco di una generazione.
Ora la chiesa versa in uno stato di totale abbandono in balia di vandali che l’hanno devastata.
Aspetto esterno
La chiesa si raggiunge dall’abbazia di San Benedetto di Scalocchio con un breve tratto di strada pianeggiante a pochissima distanza dalla stessa.
E’ edificata con l’abside quasi a strapiombo sul fiume Cordigliano che in quel tratto ha una cascata in uno scenario naturalistico di incantevole bellezza.
E’ provvista di un campanile a vela a doppio fornice oramai privo di campane nella parte di fondo della struttura.
La facciata presenta un tetto a capanna, un portale sovrastato da una finestra e affiancato da due finestrelle del viandante.
Il tutto è murato per impedire l’ingresso a vandali.
Interno
Era a navata unica con solo l’altare maggiore nel catino absidale; rimane solo un altare ligneo di buona fattura sovrastato da un’immagine murale con una Madonna con Bambino scarsamente leggibile perché quasi del tutto sbiadita.
Il presbiterio era rialzato di un basso gradino e separato da un arco dalla navata.
Le pareti intonacate sono diventate tavolozza di murales e scempi di ogni sorta, persino il pavimento presenta segni di smantellamento forse alla ricerca di tombe.
Fonti documentative
Collana “Architettura e territorio” N° 8 Istituto Tecnico per Geometri “Ippolito Salvini” di Città di Castello – L’Abbazia di Scalocchio insediamenti benedettini fra Alto Tevere e Massa Trabaria – 2008