Chiesa della Madonna del Latte o delle Fontanelle – Collemancio di Cannara (PG)
Le vestigia di una chiesa medievale sono tenute in piedi da un fico e una rete di edere; spesso la natura ha più senso di conservazione degli uomini.
Cenni storici
Questa chiesa di Santa Maria delle Grazie detta delle Fontanelle o anche Madonna del Latte, poco distante da Collemancio, posta a nord è molto antica, si trova ad un bivio sulla strada che congiunge Collemancio a Bettona a poche centinaia di metri dall’abitato.
La sua edificazione è presunta intorno al XIV secolo essendo presenti nella stessa affreschi quattrocenteschi.
La chiesa per la presenza di una fonte miracolosa e lattifera nel tempo ha assunto un aspetto taumaturgico, tanto da far pensare che la chiesa negli anni sia diventata una specie di santuario terapeutico; infatti fino al 1920 questa chiesa era meta di pellegrinaggio da parte delle puerpere per attingere l’acqua che sgorgava dalle fondamenta dell’edificio, perché considerata miracolosa per la scesa del latte.
La chiesa era a navata unica, con un solo altare, sopra il quale si apriva una nicchia dove un tempo si poteva ammirare una pittura a fresco con al centro Maria lattante Gesù, nei rincassi laterali S. Antonio e S. Stefano, di scuola umbra del XV secolo.
La nicchia e le pareti erano decorate con affreschi quattrocenteschi realizzati da pittori umbri che furono strappati nel 1907 dal restauratore assisiate Domenico Brizi su ordine del pievano e dell’allora sindaco di Cannara Bruno Brunamonti, prima di perderli completamente visto lo stato di decadenza dell’edificio.
Gli affreschi, opportunamente restaurati, trovano ora spazio in un’apposita sala del Museo Città di Cannara.
La chiesa ha le caratteristiche del Santuario processionale, in quanto ha due porte di accesso che, poste sui lati lunghi, permettevano il passaggio continuo dei fedeli in preghiera secondo un antico modo di far processioni, detto “a passate“.
Le aperture erano a sesto acuto falcato ed, unitamente ad altri elementi, quali affreschi quattrocenteschi, suggeriscono la datazione compresa tra la fine del XIV e l’inizio del XV secolo.
L’iconografia del culto della Vergine che allatta Gesù, probabilmente ha origini molto lontane, già nell’antico Egitto, ci sono immagini della dea Iside spesso rappresentata nell’atto di dare il latte al figlio Horus.
La chiesa, per la presenza di una fonte miracolosa e lattifera, nel tempo aveva assunto un aspetto taumaturgico, tanto da far pensare che negli anni sia diventata una specie di santuario terapeutico; infatti fino alla prima metà del novecento era meta di pellegrinaggio da parte delle puerpere provenienti dai paesi limitrofi per attingere l’acqua che sgorgava dalle fondamenta dell’edificio, perché considerata miracolosa per la scesa del latte.
Fuori dalla porta della chiesa, verso sud, su un mattone vi era scolpita l’iscrizione:
ECCE LATERA 1750
mentre nella parte superiore la Torre simbolo della comunità di Collemancio.
I dipinti sono descritti ancora “in situ” nel manoscritto di Carattoli e Guardabassi del 1863:
Colle Maggio – Cappella della Madonna del Latte.
“Vedesi una di quelle edicole che si ponevano lungo le strade acciò a rispetto della venerata immagine che vi si vedeva e per il timore del lume che vi ardeva durante la notte, fosse di tutela alla vita dei passeggeri in certi punti isolati e nascosti ove lo spirito di vendetta e la cuperdigia di danaro potevano favorire l’attuazione di premeditato delitto.
Poco appresso lo speculativo talento sacerdotale profittò di quei tempi di cieca credenza per procurarsi un lucro che spontaneo gli venisse dai credenti ed al quale univasi pure le oblazioni di accorti feudatari (questo castello di Colle Maggio apparteneva ai Baglioni) cui giovava coprire i loro delitti con questa apparenza.
Di fatto in quell’epoca per tutta Italia si fece credere che queste immagini fossero miracolose ed in pochi anni furono dappertutto eretti ove sontuosi tempi ed ove cappelle ricche di dipinti votivi eseguiti dai migliori artisti di quell’epoca, ed in ragione delle oblazioni impinguarono gl’inventori.
Nella edicola, vedasi nel centro Maria in trono lattando il divino suo Figlio, nell’archivolto un agnello, a sinistra S. Antonio, a destra S. Stefano.
La nicchia della edicola è alta M 2, larga M 2.20, profonda M 0.95 ed i dipinti sono bastantemente conservati.
La cappella per incuria dei proprietari, e per i danni sofferti dai terremoti fu ultimamente risarcita ed in quei punti non esiste vestige di dipinto, solo rimane la parete sinistra ove vedesi
• Battesimo di Cristo, ai lati due Angioli che ne sorreggono le vesti figure poco minori del vero, in buona conservazione.
• S. [Eligio?…]con stinco di cavallo nella destra e nella sinistra un martello. Figura vestita di lino in buona conservazione e di grandezza simile alle precedenti. Questi due dipinti sono opera del 1300.
• Madonna e Bambino. Essa siede in trono e ricorda la scuola del Perugino nella movenza. Le figure sono grandi al vero ed è opera ben conservata del 1500.
• Maria che accoglie i fedeli sotto il suo grembo. La figura principale è grande al naturale, le altre meno di metà. Il dipinto è ben conservato fino ad un terzo delle figurette inginocchiate.
• S. Antonio, figura al vero ed ai suoi piedi piccola figura di devoto. In dimensione come la precedente ma in cattiva condizione.”
Altri affreschi raffiguranti: testa del Redentore, Vergine annunciata, Angelo annunciante, S. Antonio abate e due buoi, devoto, provenienti dalla parete destra e da quella di fondo della chiesa furono staccati nello stesso periodo e anch’essi sono inventariati nel Museo Città di Cannara
Aspetto esterno
E’ difficile trattare di un aspetto della chiesa dal momento che oggi, purtroppo della stessa rimane solo il perimetro con le pareti parzialmente crollate e quelle che restano sono tenute insieme dalle radici di un fico e da edere che hanno ingabbiato le pietre.
E’ a pianta rettangolare e misura esternamente 13 metri circa di lunghezza per 8 metri circa di larghezza.
Interno
Stiamo parlando di un rudere che doveva essere a navata unica con un solo altare e dove le pareti fino all’inizio del secolo erano decorate con affreschi.
Questi che coprivano le pareti erano datati 1400 e realizzati da pittori umbri.
Affreschi che si trovavano in questa chiesa, adesso custoditi nel Museo Città di Cannara
Accanto alla sezione archeologica, trovano spazio le raccolte d’arte della Pinacoteca Civica; gli affreschi strappati nel 1907 dalla Chiesa della Madonna del Latte, detta anche Santa Maria delle Fontanelle, occupano un’intera sala.
L’intera decorazione, rimossa a causa del progressivo deterioramento architettonico della Chiesa, fu realizzata da pittori perugini, umbri e della cerchia di Tiberio d’Assisi.
Rilevante è la trecentesca Madonna del Latte.
Fonti documentative
M.G.Turrioni – Collemancio a spasso nel tempo 1900 – 1970 – Luglio 2016
Volantino FAI 2019