Chiesa della Madonna del Condotto – Campi di Norcia (PG)
Cenni Storici
Delle 21 chiese presenti un tempo nel territorio di Campi, dopo il sisma del 2016, rimane ormai quasi solo il ricordo.
La Chiesa della Madonna del Condotto si trova a 874 metri s.l.m., allo sbocco della Val Majore, lungo la vecchia strada che da Campi sale scavalcando il monte Cardosa, per poi scendere a Castel Sant’Angelo sul Nera e da cui diparte una biforcazione che conduce a Castelluccio.
Dalla struttura sembrerebbe risalire agli inizi del XV secolo.
Prende il nome dall’acquedotto che, alimentato da una copiosa vicina sorgente, rifornisce il castello di Campi, poco distante.
Davanti alla chiesa parte il sentiero che sale ai ruderi della Chiesa di San Biagio, edificata ove era un antico insediamento eremitico, che aveva annesso un convento dei Monaci Benedettini.
Si conserva, presso il Museo Diocesano di Spoleto, un magnifico Crocefisso sagomato, tempera su tavola da qui proveniente.
Il Crocefisso di Petrus è stato realizzato secondo un’iconografia che si può definire “di passaggio” fra il Triumphans e il Patiens.
L’iscrizione parzialmente leggibile che la croce reca alla base del montante, rende noto il nome dell’esecutore “PETRUS PICTOR” e la data di realizzazione, che può essere interpretata in due diversi modi: 1241 oppure 1212.
La prima ipotesi è quella più accreditata dagli storici dell’arte, che vedono in questa croce echi della croce che Giunta Pisano aveva realizzato per la Basilica di San Francesco in Assisi nel 1236, ormai perduta.
I confronti con altre croci di questo maestro, dimostrano un’affinità compositiva, con le figure dei dolenti collocate nei capicroce piuttosto che nel tabellone, e iconografica piuttosto che stilistica. Tale iconografia convive in Occidente con quella del Cristo Triumphans fino alla metà del XIII secolo.
Da una bolla del 19 marzo 1249, si apprende che dal 1244 era un Priorato retto dagli Eremitani agostiniani.
Aspetto esterno
È a pianta rettangolare, con volte ogivali sostenute da costoloni, preceduta da un atrio, scoperchiato.
La facciata a unico spiovente mostra un semplice postale fiancheggiato dalle due finestrelle devozionali, al di sopra si apre una caratteristica finestra ottagonale, il tutto è racchiuso entro un arco in pietra a tutto sesto.
Interno
L’interno, già spoglio e cadente prima del sisma, è diviso in tre campate a volte ogivali.
Fino al 1984 sulla parete di fondo si trovava un fine altare ligneo composto di un frontone spezzato, di due paraste scannellate e di una predella datata 1609.
La tela era già stata rubata, vi rimaneva un affresco quattrocentesco raffigurante la Madonna della Misericordia che accoglie sotto il suo manto i fedeli inginocchiati.
Sulla parete destra, v’era un altro piccolo altare con affrescata la Madonna con il Bambino, opera di Antonio Sparapane, circa 1470.
Ancora prima del sisma del 2016 si scorgevano buone tracce degli affreschi che la ornavano, tra cui un’Annunciazione, oggi ne restano miseri frammenti.
Nota
Foto di Simone e Marco Barbarossa Testi di Silvio Sorcini
La foto della chiesa nel 2008 è di Alberto Monti
Fonti documentative
AA. VV. – L’Umbria – Manuali per il territorio – La Valnerina, Il Nursino, Il Casciano – Roma 1977
A. Delpriori – La scuola di Spoleto Immagini dipinte e scolpite nel Trecento tra Valle Umbra e Valnerina – Perugia 2015
R. Cordella – S. Petrini – Guida di Norcia e del suo territorio – Norcia 1978
A. Fabbi – Preci e la Valle Castoriana – Spoleto, 1963
L. Pani Ermini – Gli insediamenti monastici nel ducato di Spoleto fino al secolo IX - in Atti del 9° Congresso internazionale di studi sull’alto medioevo 1983 pp. 541-577
L. Pani Ermini – All’origine degli insediamenti eremitici e monastici sul Monteluco – in Monteluco e i monti sacri. in Atti dell’incontro di studio. Spoleto, 30 settembre- 2 ottobre 1993, Spoleto, 1994
Cartellonistica in loco
Da vedere nella zona
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