Chiesa della Madonna del Bagno – Ronti di Città di Castello (PG)

La chiesa sorge a fianco della strada Castiglionese che da Città di Castello conduce verso la Toscana.

 

Cenni Storici

La chiesa sorge a ridosso della strada statale che da Trestina conduce a Castiglion Fiorentino, strada che ricalca l’antico percorso medievale dove anche il grande pittore Signorelli passava per andare a Città di Castello dalla vicina Toscana.
La sua edificazione è legata ad un evento miracoloso, una nevicata il 5 di agosto dove la neve cadendo formò una croce della forma e delle dimensioni della chiesa stessa, come a dire “In questo posto dovete edificare una chiesa così fatta“.
Non esistono documenti che attestino le vicissitudini storiche della chiesa, forse si sono persi nel tempo, comunque delle pietre incise in facciata ci danno delle preziose informazioni.
Le tre pietre incise nella facciata, sono tutte collegabili ad un unico discorso anche se posizionate in tre punti differenti, una sull’angolo in alto a sinistra, una al centro della facciata e una sull’angolo in alto a destra.
In quella dell’angolo a sinistra c’è scritto “DIE X MAII 1753” (giorno 10 maggio 1753) ed è forse riferito alla data di edificazione, infatti a giudicare dall’architettura l’aspetto è non antecedente al 1700.
In quella centrale “A FUNDAMENTIS EREXIT PAROCHIAS” e in quella a destra “DOMINICUS PIALLI“; le tre scritte messe assieme “DIE X MAII 1753 A FUNDAMENTIS EREXIT PAROCHIAS DOMINICUS PIALLI” cioè (Il giorno dieci maggio 1753 Domenico Pialli eresse questa chiesa dalle fondamenta), Domenico Pialli è colui che ha finanziato materialmente la realizzazione.
La chiesa ebbe quindi la sua edificazione e ben presto divenne un Santuario terapeutico in quanto essendo sorta vicino ad una sorgente di acqua, da qui il nome “Madonna del Bagno” ben presto divenne meta di pellegrinaggio per tutti coloro che venivano per utilizzare l’acqua ritenuta miracolosa per gli occhi.
Pare che nel corso degli anni la sorgente sia stata captata e murata, ma nonostante tutto la stessa ha continuato a sgorgare anche se in maniera molto più contenuta e ancora oggi qualche anziana del posto viene a prendere l’acqua di effetto terapeutico.
Un intervento forse di decorazione è stato effettuato nel 1775, infatti le stuccature sopra le finestrelle del viandante riportano la dedicazione della chiesa e questa data.
L’edificio è stato duramente colpito dal terremoto del 1917 che interessò la zona di Città di castello fino all’aretino e fu resa inagibile in seguito al terremoto del 1979; i danni alla struttura della chiesa hanno favorito l’interesse di gente senza scrupoli che sistematicamente l’hanno depredata, fino a far sparire un Bambino di cartapesta conservato tra le braccia della Vergine in una nicchia dell’abside, ora sostituito da uno di plastica.
Grazie all’intervento della Diocesi e soprattutto dei privati, in particolare la Famiglia Pesci che da sempre si è fatta custode del piccolo tempio, la chiesa è stata messa in sicurezza e ripristinata nella struttura ed ad oggi è possibile vederla integra.
 

Aspetto esterno

La chiesa si presenta a capanna con un campanile a vela a squadra che si eleva sul transetto di sinistra.
La facciata ha un portale in mattoni squadrato sopraelevato di 4 gradini rispetto al piano di campagna affiancato da due finestrelle del viandante in arenaria con una stuccatura sopra l’architrave che indica la dedicazione della chiesa in quella di destra e la data forse del restauro in quella di sinistra.
Sopra il portale una cornice con una pietra incorniciata senza scritta e una finestra ancora più in alto che garantisce l’illuminazione interna.
Sotto il colmo del tetto le tre lapidi in arenaria.
Lungo la strada ad una decina di metri, coperta da sterpi e piante palustri (Typha gracilis) si può ancora vedere l’antica sorgente di acqua.
 

Interno

L’interno si presenta a navata unica a croce latina terminante con un abside e la copertura è a capanna; non presenta decorazioni e le pareti sono intonacate.
Il presbiterio è rialzato di un gradino e l’altare è pre-conciliare con il celebrante di spalle alla platea.
Nell’abside una nicchia con lo sportello di vetro e finemente decorato da stucchi, contiene la statua in cartapesta della Vergine con il Bambino in mano, quest’ultimo in plastica perché l’originale fu trafugato e mai ritrovato.
Ora la statua è posizionata su un piedistallo con decorazione lignea che serve al trasporto durante le processioni.
 

Nota di ringraziamento

Ringrazio la signora Federica della famiglia Pesci per avermi aperto la chiesa, per la sua cortesia e dedizione manifestata nell’espormi le vicissitudini storiche.
Ringrazio Marcello Labate per l’interpretazione delle scritte lapidarie.
 

Mappa

Link coordinate: 43.388407 12.146001

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