Chiesa del Santissimo Crocefisso – Colle di Bettona (PG)
Cenni Storici
Eretta nel 1449, restaurata integralmente nel 1777, come da targa posta al retro dell’altare, ulteriori restauri sono stati effettuati in epoca più recente.
Alla chiesa è addossata, sul lato destro una piccola costruzione, probabilmente la canonica.
Secondo la tradizione che si tramanda pare che nel luogo dove sorge la chiesa in origine vi fosse una stalla con delle pecore e una mattina il pastore mentre andava per farle uscire si accorse che tutte erano rivolte inginocchiate verso la parete di fondo e si rifiutavano di muoversi; si accorse allora che sulla parete risplendeva un fascio di luce con un meraviglioso Crocefisso dipinto di stile Giottesco.
La voce si sparse subito e ritenuto il luogo poco adatto a tale dipinto si edificò la chiesa ed il crocefisso fu asportato e posto sopra l’altare maggiore dove fu sempre venerato e la chiesa assunse il nome del SS. Crocefisso del Colle.
Per l’edificazione si accollarono le spese i fedeli e la stessa Comunità come accadde per le altre chiese del Ponte di Sant’Onofrio e del Prato che ebbero percorsi storici simili.
Nel 1750 al tempo che i “Ceccotti delli Baruffa” erano Priori e Camerlenghi ebbero la malaugurata idea di far ritoccare il dipinto da un incompetente tanto che l’immagine divenne inguardabile, e, per non renderla pubblica, la coprirono con una tela con l’immagine della Vergine.
Il Cappellano di allora l’Assisano don Giuseppe Landrini costrinse quindi i Priori a far dipingere un altro crocefisso da apporre al posto del primo, ma anche questo risultò tanto sgraziato da essere peggiore, quindi si decise di lasciare l’immagine della Vergine a coprire il tutto.
Solo più tardi fu rifatto un dipinto decente che raffigurava il Crocefisso e che tutt’ora compare.
Successivamente la chiesa fu aggregata alla Collegiata, i Canonici avevano il compito di mantenervi un Cappellano con uno stipendio di otto scudi l’anno che doveva celebrare in tutte le feste e impartire la Dottrina Cristiana ai giovani.
In precedenza erano i Priori che provvedevano a rifornire di cera la chiesa e distribuire le candele nel giorno della Purificazione e nella domenica delle Palme.
Le candele del peso di un’oncia (28,35 grammi) venivano portate anche ai mulini dell’olio per la questua e ne ricevevano olio ed oliva.
La devozione era tanto sentita che le questue arrivavano a ricevere anche 20 o trenta Staja di oliva (uno Staio dai 18 ai 20 chili).
La festività della chiesa era il 3 maggio.
Aspetto esterno
La facciata a due spioventi si presenta priva di ornamenti, caratterizzata da un finestrone rettangolare e priva di accesso.
L’attuale porta di ingresso si apre sul lato sinistro, probabilmente è pertinente al rifacimento settecentesco.
Il campanile è a vela, disposto centralmente in linea con la facciata, ad un solo fornice, ma con due campane.
Interno
L’interno è ad aula unica, l’altare settecentesco presenta una raffigurazione del Crocifisso, e poggia su un dossale di stucco, che separa l’abside dal resto della chiesa; sulla cimasa una raffigurazione della Sacra Famiglia.
Vi si conservano due tele, sulla parete sinistra Madonna col Bambino, sulla parete destra la Sacra Famiglia, con Sant’Antonio da Padova in adorazione.
Caratteristica l’acquasantiera, sorretta da una mano.
Fonti documentative
http://www.calino.it/turismo/umbria/Bettona.pdf
Elvio Lunghi – Memorie di Bettona di Pietro Onofri: Vita civile e religiosa di una città dell’Umbria al tempo dell’Impero napoleonico – 2016
Nota
La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.