Chiesa del Crocifisso – Trevi (PG)

La chiesa è sempre chiusa tranne che per la festività di Santa Rita.

 

Cenni Storici

Accanto al convento di Santa Lucia c’è quello che in origine era l’oratorio del Crocifisso costruito dall’omonima Compagnia esistente fin dal 1562 sotto il titolo della Passione di N.S. costituitasi in seguito di una sacra rappresentazione tenuta in Trevi l’anno avanti e continuata poi sempre da questi confratelli negli anni successivi la sera del Giovedì Santo sotto forma di processione.
La Compagnia gestiva anche un monte frumentario eretto fin dal 1585, e distribuiva ogni anno un certo numero di doti a giovani povere.
Questo oratorio edificato intorno al 1578 con le elemosine della comunità della Piaggia e con i denari degli stessi associati da oratorio si trasformò ben presto in chiesa con la costruzione delle cappelle laterali.
La prima sul la sinistra, intitolata alla Santissima Annunziata fu edificata nel 1595 da Servilio Valenti l’altra, sullo stesso lato, fu intitolata a sant’Agata ed eretta nel 1622, per volere di Tommaso Petrelli, che affidò al pittore perugino Giovanni Antonio Scaramuccia l’esecuzione dei dipinti.
Fra questi due altari, ve ne era un terzo dove veniva venerato un Crocifisso che la Compagnia portava in processione nei periodi di siccità o di grande piovosità.
A seguito del ritrovamento nel duomo di Spoleto dell’urna in pietra con le reliquie di sant’Emiliano, la reliquia fu qui trasportata nel 1661 per essere collocata nella parete sinistra della cappella dell’Annunziata e vi rimase custodita fino al 1935, anno in cui fu portata nel la chiesa di Sant’Emiliano.
Nel 1740, fu resta urato l’altare maggiore, alzandolo con una nuova nicchia per trasferirvi la miracolosa immagine del Crocifisso, che era stato collocato nel 1605 sul la parete sinistra della chiesa.
Qualche anno dopo, nel 1749 fu realizzata un’inconsueta grata in corrispondenza del dipinto della Resurrezione, a sinistra dell’altare maggiore, traforando la tela dipinta in modo da consentire l’ascolto della messa alle suore del confinante monastero di Santa Lucia.
Nel 1757 la Compagnia del Crocifisso, sulla parete della controfacciata, fece costruire la cantoria per il nuovo organo.
Fra i grandi sostenitori della chiesa figura la Famiglia Valenti e fra questi il capitano Valente Valenti che fece dono del simulacro del Crocifisso.
Ora la chiesa è chiusa ed è aperta in occasione della festività di Santa Rita.
 

Aspetto esterno

Sopra la porta d’ingresso è murato uno stemma cardinalizio con un’epigrafe dove si legge;
ERMINIO VALENTI / s. R.E. CARD. AMPLISS. / PROTECTOR / A.D. MDCVII.
La facciata è scarna, il portale è squadrato e sovrastato dallo stemma suddetto; un finestrone in asse con il portale garantisce la luce interna.
Sul fondo del fianco destro un campanile a vela a doppio fornice.
 

Interno

L’interno, ripulito recentissimamente, si presenta come quello di una bella chiesa barocca, anche se di modeste proporzioni: ricco di effetti di luce creati a bella posta, specie all’altare maggiore; con cappelle laterali ornate di stucchi, intagli, dorature, lampadari con cristalli.
La prima cappella di sinistra, fatta ornare nel 1595 da Sestilio Valenti (zio del cardinale Erminio), ha sull’altare una bella tela rappresentante l’Annunciazione con il ritratto in basso del Committente; ai lati, a tempera, le immagini di S. Francesco a sinistra e S. Chiara a destra, ed altre scenette, tutte opere che rivelano chiaramente la mano del manierista umbro Ascensidonio Spacca, detto il Fantino di Bevagna; alla parete destra la lapide che ricorda il dono fatto a Trevi dal card. Cesare Facchinetti dell’urna marmorea in cui nel 1660 furono ritrovate le reliquie di S. Emiliano, custodita in questo luogo fino al 1935 (ora nella chiesa del Santo); sotto in una grata delle anfore trovate nei sotterranei della chiesa.
Segue la Cappella di S. Agata, fatta ornare nel 1622 da Tommaso Petrelli al pittore perugino Giovanni Antonio Scaramuccia, con una bella tela rappresentante S. Agata, ai lati con Scene del suo martirio, nella volta illeggiadrita di stucchi, con figure di Santi, puttini, figure allegoriche.
L’altare maggiore, di cui il Natalucci ricorda che “fu poi del 1740 e seguenti anni con pie elemosine reso più adorno ed alzato con nova nicchia per la miracolosa immagine“, custodisce al centro il Crocefisso ligneo donato alla compagnia nel 1605 tra le statuine pure lignee dei Ss. Francesco d’Assisi e Antonio da Padova; ai lati sulle pareti, a sinistra la scena della Resurrezione e a destra dell’Apparizione alla Maddalena, di un pittore della maniera di Guidubaldo Abbatini.
La tela della Resurrezione è tagliata a metà dalla grata.
Nella contigua cappella sulla parete destra, una tela con il Crocifisso tra i Ss. Emiliano e Filippo, del secolo XVII.
Nell’ultima cappella di destra altare con la statua di Sant’Antonio da Padova.
In controfacciata cantoria con un funzionante organo settecentesco.
 

Nota

Ringrazio il Sig. Giuliano Mattioli che con grande disponibilità mi ha accompagnato nella visita.
 

Fonti documentative

B. Sperandio – Trevi – Collana La Rosa dell’Umbria 2011
S. Nessi S. Ceccaroni – Da Spoleto a Trevi lungo la Flaminia: Itinerari Spoletini N° 5 – 1979
 

Mappa

Link coordinate: 42.876464 12.744252

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