Chiesa dei Santi Antonio e Antonino – Gualdo Cattaneo (PG)
Cenni Storici
La Chiesa è stata edificata sulle rovine di una precedente struttura.
Il 2 settembre del 1262 fu inaugurata la cripta destinata ad accogliere al suo interno i resti dei santi e martiri Antonio e Antonino, vi sono poi state poste le spoglie del Beato Ugolino.
Nel 1470 fu costruita la cappella del Sacramento.
In seguito è stata affiancata da un campanile la cui costruzione ha avuto inizio nel 1902 e si è protratta per sette anni.
Nel 1898, con una processione religiosa, fu benedetta la prima pietra di questo campanile.
La pietra è disposta al lato ovest del campanile, contrassegnata dalla lettera A.
La chiesa suddetta ha subito attraverso i secoli vari rifacimenti, l’attuale aspetto risale al XIX secolo.
Della costruzione originale restano la cripta, alcuni bassorilievi sulla facciata, l’abside.
Aspetto esterno
Poco o nulla rimane della primitiva costruzione.
La facciata di gusto rinascimentale è caratterizzata da un semplice, ma elegante, portale in laterizio, sormontato da una grande finestra e da un piccolo oculo alloccato nel timpano.
Sono murate sulla facciata alcune sculture, forse provenienti dal più antico edificio, raffiguranti un Angelo, il leone di San Marco, l’Agnus Dei, un toro alato, un’aquila e una croce.
Interno
L’interno è a navata unica, con tre altari e una cappella posta sulla sinistra.
Sulla parete di sinistra, appena dopo l’ingresso,al di sopra di un elegante tabernacolo ligneo, si conserva una tavola e tempera del 1350 di scuola umbro-senese, raffigurante la Madonna con il Bambino, opera proveniente dalla Chiesa di Sant’Andrea.
La cappella di sinistra è ornata da affreschi di Ferra Tenzoni.
L’abside è arricchita da una Ultima cena di Ascensidonio Spacca, detto il Fantino.
La cripta
Sotto il presbiterio si apre la cripta: presenta due colonne con capitelli a foglie che reggono sei campate coperte da volte a crociera con costoloni a tondino liscio e con archi trasversi.
L’ambiente è rettangolare e termina con un vano più piccolo, coperto a botte, ove è inserito l’altare.
Sulla parete di controfacciata della chiesa è apposta una targa commemorativa della prima edificazione e di un restauro del 1635.
Storia e leggenda dei Santi Antonio e Antonino
Le tradizioni che riguardano questi due martiri sono varie.
Secondo Albino Atti i due martiri furono sepolti dopo il martirio in un castello appositamente fatto costruire e denominato appunto Duesanti, ma con l’arrivo dei Longobardi che devastavo gran parte d’Italia i santi furono sepolti in montagna lontano dalle vie di comunicazione; Sant’Antonio fu sepolto su un colle detto poi di sant’Antonio, mentre Sant’Antonino fu messo in un luogo poco distante da quello dove poi sarebbe sorto il castello di Gualdo Cattaneo.
Ludovico Jacobilli ne narra la storia; essi vengono martirizzati al tempo degli imperatori Diocleziano Massimiano il 2 e il 3 settembre del 302 d.C.
Mentre per sant’Antonio riporta che è originario dell’Umbria, per sant’Antonino presenta, circa la sua origine, diverse ipotesi.
Le due biografie dello Jacobilli coincidono per quanto riguarda la sepoltura dei due martiri nella chiesa di Gualdo Cattaneo, fatta erigere dalla comunità il 2 settembre 1262, una lapide, datata 1635, posta sulla parete destra della chiesa, ricorda tale evento, svoltosi sotto il pontificato di Urbano IV, alla presenza di sette vescovi: di Spoleto (Bartolomeo.), di Assisi (fr. Nicola), di Gubbio, di Foligno, di Nocera, di Terni, di Todi.
Vescovo della diocesi di Todi era Pietro di Mattia Caetani, di famiglia baronale, nato ad Anagni, zio di Benedetto, all’epoca priore di Santa Illuminata, poi papa Bonifacio VIII.
Originale è la soluzione della contesa fra Gualdesi e Bevanati per il possesso del corpo di sant’Antonio narrata da Ludovico Jacobilli.
Il santo visse da eremita in una località detta “Colle di S. Antonio“, al confine dei territori di Gualdo e Bevagna, e, dopo il martirio, fu sepolto in questo suo romitorio.
Nel 975, edificato il castello di Gualdo Cattaneo, il Comune lo prese come suo protettore e nel 1260, eretta la chiesa principale, stabili di trasferirvi i suoi resti mortali, temendo che questi, riposando in un luogo solitario, potessero essere trafugati, azione allora molto frequente.
I Bevanti si risentirono e “in gran numero, armata mano“, impedirono tale trasferimento, anzi volevano trasportare il corpo del santo a Bevagna.
Per porre fine a questa lunga contesa e per “quiete coronane” si “stabilì di prendere due Tori indomiti, uno di Bevagna, e l’altro di Gualdo, e l’attaccarono ad un carro, ove posero il corpo di sant’Antonio; rimanendo fra di loro, che ove lo conducessero quei Tori, si havesse a collocare.
Quelli Tori d’accordo, e senza difficultà lo tirarono avanti circa un miglio distante, e più vicino a Gualdo, e fino al luogo, ove ad honore di esso santo fu da’ Gualdesi fabricato un muro, e depintavi l’Immagine di S. Antonio, distesa morta sopra un carro, portato da due Tori, e fino al presente se ne ottengono molte grazie, e se ne vedono miracoli per le sue intercessioni.
In questo sito si fermarono genuflessi alquanto li Tori; e poi levatosi in piedi s’inviarono verso Gualdo, e quindi circa un quarto d’un miglio distante al detto luogo, ove la prima volta si fermarono; e nel sito, che fa tre strade, una che conduce a Bevagna, l’altra alla porta di Gualdo, e l’altra a gli altri Villaggi, ivi li Tori si posarono di nuovo.
S’udirono da tutti sonare da loro stesse a disteso tutte le campane del Castello di Gualdo Cattaneo, senza vedersi chi le sonasse; li Tori udito tal suono, come avessero intelletto, subito presero la via di Gualdo Cattaneo, ivi entrati dentro al Castello, e giunti alla detta Chiesa Matrice, eretta ad honor di quello S. Antonio martire, s’inginocchiarono avanti la porta di essa Chiesa, e quivi si fermarono, né volsero andar altrove, quasi dimostrando che in quella Chiesa doveva collocarsi esso sacro corpo. Conosciuto dalle parti il miracolo, fu senza contraditione posto quel sacro corpo nella Chiesa sotterranea di essa Matrice, in un deposito marmoreo, nel quale pochi giorni dopo nell’istesso anno 1260, fu trasferito il corpo di S. Antonino Martire, che si conservava in una Chiesa eretta a suo honore, mezo miglio distante da Gualdo; ivi anche fu trasferito poco dopo il corpo del B. Ugolino in altro deposito in essa chiesa“.
Fonti documentative
http://www.touringclub.it/destinazione/230144/gualdo-cattaneo
L. Jacobilli – Vite de’ santi e beati dell’Umbria – Foligno 1647 pp. 730 e ss.
R. Primieri – Duesanti storia arte e tradizioni di un paese e della sua gente – 2006
Nota
La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.