Castello Svevo – Porto Recanati (MC)
Cenni Storici
Situato nella piazza di Porto Recanati il castello di origini Medievali prende il suo nome da Federico II re di Svevia che nel 1229 donò le terre sulle quali sorge il comune di Recanati. Fu edificato nel XIII secolo con la funzione di proteggere la costa recanatese dalle incursioni dei Pirati ed in particolar modo dei Turchi. Attorno al castello si sviluppò il primo nucleo cittadino, l’interno delle sue mura divenne quindi lo spazio nel quale avevano luogo le interazioni quotidiane della popolazione locale. La torre principale in origine a pianta quadrangolare, oggi a pianta ottagonale, venne eretta prima dell’intera fortificazione mentre la seconda torre venne costruita intorno al 1400. Su tutta la cinta muraria è visibile un camminamento di ronda utilizzato per la guardia e la protezione dall’alto.
Attualmente l’ampio cortile ospita l’arena “B. Gigli” intitolata al celebre tenore recanatese che, durante la stagione estiva diviene palcoscenico di un ampio carnet di eventi culturali.
Al primo piano del Castello è possibile visitare la Pinacoteca Comunale che ospita opere collezionate dall’illustre concittadino Attilio Moroni (1909 – 1986) storico rettore dell’Università degli studi di Macerata, giurista e appassionato d’arte; la sala di ingresso è invece dedicata al pittore portorecanatese Biagio Biagetti (1877 – 1948).
Al piano terra del Castello, la mostra Archeologica permanente “Divi & Dei”. La mostra espone reperti statuari, tutti in marmo bianco, provenienti dall’area archeologica della città romana di Potentia e rappresenta un primo passo nella direzione di un allestimento permanente su questa città. L’esposizione comprende un busto maschile; una statua di divinità seduta, di piccole dimensioni; una statua di togato, di grandezza naturale, sicuramente la rappresentazione di un personaggio eminente, figura imperiale o magistrato locale, attribuibile ad età tardo-imperiale; una statuetta della Collezione Volpini, raffigurante un piccolo Eros; una statuetta maschile, sempre della Collezione Volpini, appoggiata posteriormente ad un piastrino parallelepipedo, che rappresenta un giovane nudo. Infine, un busto femminile, databile verso la fine dell’età repubblicana.