Castello di Zocco – Magione
Cenni storici
Il Castello di Zocco si trova sulla provinciale San Feliciano-Magione, nei pressi della località di Monte del Lago, su di una collinetta, a circa 260 metri s.l.m., difronte al Lago Trasimeno.
Gli storici fanno risalire la costruzione del primo nucleo del castello nel 1274 accanto ad un convento francescano e contava centocinquanta abitanti.
Incerta l’origine del nome, si sono avanzate diverse ipotesi:
Una prima ipotesi è che potrebbe derivare dalla forma a “zocco” o “zoccolo” (dal latino soccus, calzare antico);una seconda che derivi dalla forma a zoccolo di cavallo; la terza è legata al fatto che Zoccus in barbaro latino definisce un “tronco“, che potrebbe aver caratterizzato il luogo.
Se ne ha indiretta notizia anche nel XIII secolo, dal momento che tra i magnati residenti nel contado perugino compariva tale dominus Broncio de Çocho, e, ancora, nel 1361 era chiamato villa, per la mancanza di opere difensive.
Ciò causò numerosi problemi alla comunità residente in quanto erano frequenti le scorrerie delle compagnie di ventura.
Nel 1403 il Consiglio dei priori esentò la comunità dal pagamento delle gabelle con la clausola che i residenti provvedessero almeno al rafforzamento dell’apparato difensivo.
Le opere furono certamente terminate prima del 1438, anno in cui Zocco assunse la denominazione di castrum.
Nei pressi della località sorgeva la chiesa di San Pietro de castro Cocchi, dipendente dal vescovato di Perugia, il 13 dicembre 1443 veniva allibrata (19 libbre e 10 soldi) su richiesta del “dompnus Antonius Paulini de villa Insule Maioris rector et gubernator“.
Nel 1479, Zocco subì un violento assedio da parte di milizie fiorentine comandate da Deifobo Piccinino e Bernardino di Carlo Fortebracci dopo la Congiura dei Pazzi di Firenze.
Le milizie pontificie subirono una grave disfatta su tutto il territorio del Trasimeno, si riorganizzarono e invasero la Toscana, sconfiggendo i fiorentini a Poggibonsi, finché la paura dei Turchi sbarcati a Otranto e l’arte diplomatica di Lorenzo de’ Medici crearono le condizioni per la cessazione delle ostilità.
Bernardino Fortebracci nel 1480, dopo la pace firmata tra Firenze e Napoli, si ritirò insieme ai suoi fratelli Braccioforte e Francesco a Padova: terminò così la dinastia dei Fortebracci di Montone.
Qualche anno più tardi, nel 1486, con la spesa di 25 forni, venne costruito all’interno del Castello di Zocco un pozzo per la guarnigione insediata a difesa.
In effetti nei secoli successivi rappresentò uno fra i più imponenti insediamenti militari della zona.
Disponeva di ben sette torri (di cui oggi ne rimangono cinque nel versante nord, dove è tuttora situato l’ingresso principale), di tre porte e della poderosa cinta muraria che in origine si estendeva per circa 320 metri.
Insieme alla Rocca del Leone di Castiglione del Lago era il castello più grande della poderosa linea difensiva del Trasimeno orientale che alla sua destra vedeva i fortilizi di Monte del Lago e Montecolognola mentre alla sua sinistra quelli di San Feliciano e San Savino, tutti posti ad una distanza di circa due chilometri l’uno dall’altro, andando così a costituire un vallo inespugnabile.
Tra le sue mura, come ricorda lo storico Giovanni Riganelli, si rifugiarono i perugini per scampare alla peste del 1456.
A partire dal XVI secolo ebbe inizio una lenta decadenza del castello dovuta a più fattori, la comparsa della polvere da sparo, l’evoluzione delle tecniche militari e la cattiva amministrazione dei camerlenghi del lago.
Da tener conto anche che in epoche successive ci fu un innalzamento delle acque del lago Trasimeno che portò praticamente il Castello pressoché sulle rive dello stesso.
Fu attrezzato di fronte al castello un piccolo porto e si creò subito un’operosa comunità di pescatori, che però, con il passare del tempo, diminuì gradualmente anche per il regredire delle acque.
Nei primi anni del Novecento era abitato da una piccola comunità di contadini.
Il lento decadimento della fortificazione lo portò a divenire una “cava di pietra” di cui si poteva usufruire per la costruzione di altre case e così quello che non aveva fatto il tempo lo fecero gli uomini, portando via intere parti del castello.
Purtroppo lo stato attuale del castello, di proprietà privata, è quello di rudere.
Al suo interno, di tutti gli edifici che erano presenti, sono rimaste due case coloniche in discreto stato di conservazione, uno dei due vecchi frantoi e la chiesa, originariamente di Santa Maria, poi conosciuta col nome di San Macario di origine antichissima, infatti tale edificio costituisce quell’originario nucleo religioso intorno al quale si è detto sorse il castello.
Sulle sue pareti sino a metà del secolo scorso si leggeva in caratteri latini “Donna Elena fe fare questa opera l’anno MCCXXV“; a fianco c’era un dipinto raffigurante una dama con scritto “Donna di Betto di Cecco“.
Il castello fu di proprietà della famiglia Pompilj.
Vale la pena, al riguardo, ricordare i versi con cui la poetessa Vittoria Aganoor moglie del deputato Guido Pompilj, morto suicida lo stesso giorno della morte della moglie, descriveva nella poesia Castel di Zocco, le suggestioni che su di lei aveva il bel castello di proprietà del marito, posto sull’alto di una collina da cui si ammira un incantevole panorama del lago Trasimeno:
“La barca mi portò tra le alte canne
verdi, presso le mura ammantellate
d’edera, cui piovea sogni l’intenta
luna. Io sentii levarsi ai primi passi
il fresco odor del timo e della menta
già dell’approdo tra la réma e i sassi“.
Attualmente, da alcuni decenni, il castello appartiene alla famiglia Palombaro, di Roma.
Fonti documentative
http://www.umbria.ws/content/zocco-castello-di-magione
http://www.umbriaearte.it/castello_zocco.htm
http://www.comune.magione.pg.it/
Daniele Amoni – Castelli Fortezze e Rocche dell’Umbria – Edizione Quattroemme 2010
Da vedere nella zona
Chiesa di San Vito – Passignano sul Trasimeno
Chiesa di San Cristoforo – Passignano sul Trasimeno
Chiesa di San Donato – Passignano sul Trasimeno
Torre Pendente – Tuoro sul Trasimeno
Chiesa di San Salvatore – Isola Maggiore