Castello di Triponzo – Cerreto di Spoleto (PG)
Cenni Storici
Antico castello risalente al secolo XIII con imponenti fortificazioni, costruito sulla confluenza dei fiumi Nera e Corno, sopra un banco di pietra calcareo-porosa, profondamente incisa dalle acque a quota 420 metri sul livello del mare.
Il nome della località probabilmente deriva dalla presenza di tre ponti gettati per superare il fiume Corno e il Nera che qui s’incontrano.
Incluso in epoca altomedievale nel territorio del gastaldato di Ponte, Triponzo crebbe non lontano dalla Chiesa di Santa Maria de Gravariis che nel 1115 il vescovo di Spoleto, Enrico, confermava all’abbazia di Sant’Eutizio.
In epoca comunale il castello fu aspramente conteso soprattutto tra Cerreto e Norcia, data la sua importante posizione strategica.
L’alta torre che sovrasta l’abitato fu costruita nel XIV secolo.
Nel 1425 fu ceduto a Norcia da Papa Martino V, insieme al Castello di Cerreto, che, per riprendere la sua autonomia e per difendersi dagli attacchi dei nursini, si pose sotto la protezione di Francesco Sforza, prima capitano di ventura al servizio di Filippo Maria Visconti, signore di Milano, poi eletto gonfaloniere della Chiesa dal papa.
Così nel 1434, dopo che lo Sforza ebbe occupato Camerino e dopo la morte dell’ultimo Varano, Cerreto firmò l’atto di sudditanza al condottiero milanese, che occupò la comunità e la rocca di Triponzo nella primavera del 1436.
Nel 1438 i nursini, approfittando di un calo dell’egemonia territoriale di Spoleto impegnato in lotte interne, tentarono nuovamente di impadronirsene, ma poi il castello tornò sotto il dominio dalla città ducale.
Per liberarsi da Spoleto, nel 1442, insieme con Ponte, si dette a nuovamente a Francesco Sforza, ma Nicolò Piccinino riportò il territorio sotto la giurisdizione della chiesa e nel 1443 Cerreto tornò sotto Spoleto per desiderio di papa Eugenio IV, ma senza Triponzo e Rocchetta, assegnati a Norcia; ciò provocò la reazione degli spoletini, che li ripresero con le armi.
Nel 1451 Triponzo fu però riconquistato dai Norcini.
Nel 1467 fu sottoposto al diretto controllo papale da Paolo II, ma nel 1482 torno nuovamente in possesso dei Nursini.
Nel 1528 la rocca di Triponzo fu conquistata da tal Gambacorta, però presto scacciato dai Tripontini e consegnato a quei di Norcia che lo impiccarono.
Il 27 gennaio 1569 Triponzo entrò a far parte della Prefettura della Montagna, che rappresentava il potere centrale e che aveva giurisdizione sui territori di Norcia, Visso, Cascia, Cerreto, Monteleone di Spoleto e Arquata.
Il XVII secolo fu per Triponzo, come per tanti centri umbri, un periodo più tranquillo, da un punto di vista bellico, ma anche di iniziale degrado economico e demografico, a causa anche dei frequenti terremoti.
Particolarmente distruttivo fu quello del 1703 a seguito del quale molti Tripontini andarono a vivere a Spoleto e a Roma.
Il suo assetto di castello di poggio, con in alto la torre di avvistamento ed il mastio di difesa ed in basso il borgo abitato chiuso da due porte, è stato in gran parte alterato dal passaggio della strada statale Valnerina e dalle moderne costruzioni che sono sorte lungo il suo itinerario; tutto l’abitato è stato gravemente danneggiato dai terremoti del 1997 e del 2016.
Prima di accedere al Castello s’incontra una grande rupe tagliata in epoca romana per ricavare la strada, come ricorda un’Iscrizione rupestre.
Dalla statale, prendendo sulla sinistra, si sale al centro.
Dopo poche decine di metri si raggiunge la piccola e modesta Chiesa della Madonna del Carmine.
L’abitato si sviluppa disponendosi ai lati dell’antica strada proveniente da Cerreto che taglia il paese, sovrastato dalla incombente torre del ‘300, a destra si incontra la Chiesa di Santa Caterina.
Di fronte al paese si trova un piccolo nucleo di edifici rurali, ora ridotti allo stato di rudere, dove emergono alcune caratteristiche architettoniche tipiche dell’area nursina, ciò è facilmente spiegabile in quanto il castello è stato sotto il dominio di Norcia.
Lungo la strada per Norcia si trovano i ruderi della chiesa di San Gregorio, una dei sette edifici di culto che un tempo erano a Triponzo.
Poco più avanti del paese si trova un altro tratto di strada, completamente scavata nella roccia, denominato Balza Tagliata.
Ora non è più raggiungibile a causa del crollo di giganteschi massi.
Lungo la vecchia strada che conduce a Visso si scorgono i resti dell’antica Chiesa di Santa Maria de Gravariis, proseguendo ancora si trovano le famose Terme di Triponzo.
Fonti documentative
FABBI A. Guida della Valnerina: storia e arte / Abeto (PG), presso l’autore, 1977
FABBI A. Storia dei comuni della Valnerina Abeto (PG), presso l’autore, 1976
FAUSTI L., I Castelli e le ville dell’antico contado e distretto della città di Spoleto, Editoriale Umbra, Perugia, 1990
FAUSTI L., Le Chiese della Diocesi di Spoleto nel XIV secolo secondo un codice del XVI secolo, Archivio per la storia ecclesiastica dell’Umbria, Foligno, 1913
NESSI-CECCARONI, Da Spoleto a Visso, Itinerari Spoletini, Spoleto, 1974
SANSI A., Storia del Comune di Spoleto, Accademia Spoletina, Spoleto, 1876
TOSCANO B., GIACCHÈ L., RAGNI B., L’Umbria. Manuali per il territorio. La Valnerina. Il Nursino. Il Casciano, Roma, Edindustria 1977
Nota
La galleria fotografica e i testi sono stati realizzati da Silvio Sorcini
Da vedere nella zona
Le Terme di Triponzo
Balza Tagliata
Iscrizione rupestre – Triponzo
Castello di Cerreto di Spoleto