Castello di Stroncone – Stroncone (TR)
Cenni Storici
Stroncone è un comune di 5.007 abitanti della provincia di Terni.
Il sito su cui sorge l’abitato di Stroncone potrebbe essere identificato con quello dell’antica Trebula Suffena, ma non si hanno notizie certe a conferma di tale ipotesi.
È probabile, tuttavia, che l’insediamento sia sorto nel corso dell’alto medioevo, forse costruito da popolazioni che precedentemente abitavano nel fondovalle, diventato insicuro, e che vedevano nel nuovo sito, posto in altura, un rifugio più facilmente difendibile.
Probabilmente è sorto a partire da un piccolo elemento difensivo, una torre d’avvistamento posta a guardia di alcuni assi viari importanti per quell’epoca.
Stroncone si trovava, infatti, in una zona di confine fra il Ducato longobardo di Spoleto e i territori sottoposti al controllo dei Bizantini.
Proprio dal nome di uno dei duchi di Spoleto, Ugone, deriverebbe quello del centro, ottenuto dall’originario “Castrum Hugonis“, corrotto in “Castrugone“, “Strungone” ed infine “Stroncone“.
Il primo documento che attesti l’esistenza dell’abitato, contenuto nel Chronicon di Gregorio di Catino dell’Abbazia di Farfa, risale al 1012 anno in cui Giovanni di Pietro dona al monastero di San Simeone i suoi possedimenti situati nel territorio di Stroncone, le case e i casalini che possiede all’interno del “castello” di Stroncone e la sua porzione della chiesa di Sant’Angelo, che viene definita “oratorio” in questa data; nel Chronicon il nome di Stroncone è poi riportato varie volte fino al 1118.
Altri documenti del secolo XI confermano l’esistenza di un insediamento ormai ben definito, un vero e proprio castello, provvisto di fortificazioni e di mura, all’interno delle quali si trovano case, una piazza, edifici di culto.
L’insediamento originale del paese era concentrato nel punto più alto dello sperone di roccia sul quale si erige.
L’urbanizzazione del paese fu inizialmente confusa, le strutture abitative e difensive erano modificate o costruite a seconda delle esigenze contingenti.
Successivamente, nonostante la zona impervia, si delineò un abitato ben organizzato e conformato come lo si può vedere oggi, con i tipici elementi del borgo medioevale: stradine strette e tortuose, chiese con pareti a ridosso di normali abitazioni, portali in pietra e un pozzo all’interno delle mura.
Nel 1156 Bernardo di Dimaldo di Ulderico donò il castello all’Abbazia di Farfa che lo tenne fino al 1177.
Tre anni dopo, passato sotto il dominio diretto della chiesa (alla quale rimarrà per sempre fedele), fu posto alle dipendenze del rettore della Tuscia.
Un documento del 1181 parla di consoli e di popolo di Stroncone, confermando che in tale data si era eretto a Comune.
Dovette più volte sostenere gli assalti dei Narnesi, che alleati di Spoleto e contro la città di Terni miravano ad estendere il proprio dominio nella valle del Nera, per tale motivo, nel 1209 il Pontefice Innocenzo III colpì d’interdetto i Narnesi.
Nel 1215 Narni, sostenuta dall’alleata Spoleto rade quasi completamente al suolo Stroncone, occupandola ed impossessandosi della Rocca Sant’Angelo, sopra Marmore e imponendo tributi anche a Terni.
Proprio al fine di contrastare la politica espansionistica del comune di Narni, in perenne contesa con i comuni di Terni e Rieti, e nell’ottica della ristrutturazione dello Stato Pontificio, Innocenzo III, nel 1215, conferma a Stroncone l’autonomia comunale obbligando i Narnesi a ricostruire il paese distrutto e a promettere solennemente di non avanzare più pretese di dominio sullo stesso.
Da questo momento in poi la politica del centro seguirà sempre la parte guelfa, tanto che sullo stemma del comune compaiono la croce bianca su fondo rosso e le chiavi pontificie.
Stroncone è accanto a Narni nel sostenere l’esercito del papa contro le truppe imperiali di Federico II di Svevia, appoggiate dal comune di Terni.
Sempre Narni impose a Stroncone di inviare cavalieri bene armati per soccorrere Spoleto minacciata da Manfredi.
Il 24 novembre 1258 il podestà Petrus de Vico e i Consigli generale e speciale del comune di Narni nominano Nicolaus Romacii sindaco e procuratore del Comune di Narni con l’incarico di promettere a Magister Paulus Iovannis Gregorii, sindaco e procuratore ternano, il rispetto dei patti.
Il 29 luglio 1314 è redato atto di pace tra Stroncone, Rieti, Terni e il comune di Narni, ove è tra l’altro stabilito che “gli uomini e le donne di Stroncone possano recarsi a Rieti, Narni e Terni, attraversando i rispettivi contadi, in libertà e sicurezza senza subire l’imposizione di altri pedaggi oltre i consueti e possano coltivare tutte le loro terre ovunque si trovino“.
Nel 1357 i ghibellini di Stroncone cacciarono la fazione guelfa e patteggiarono coi ghibellini di Rieti di cedere loro il castello, ma Angelo Tavernini, tesoriere del Patrimonio, con due compagnie di mercenari Ungarie con l’aiuto dei guelfi di Terni lo riconquistò prontamente.
Con il XIV secolo la cittadina, seguendo ancora il destino di Narni, appare governata dai rettori dello Stato Pontificio (Ugo Augeri, Bernardus De Lacu, Pietro di Vico, Girolamo Orsini, Francesco Orsini, Nicola Orsini), sostituiti dal 1377, alla fine dell’esilio avignonese dei papi, da vicari della Santa Sede che governano attraverso un commissario.
Nel gennaio 1378, il comune di Stroncone, piccola “terra murata” nella diocesi di Narni, si vide riconoscere da Gregorio XI il privilegio di terra immediatamente soggetta alla Santa Sede, uno spazio di libertà che gli fu poi confermato, all’inizio dell’età moderna da Leone X.
Nel 1394 la rocca fu occupata da Pandolfo Malatesta, capo di una banda di Bretoni, e nel 1404 da Andrea Tomacelli, che parteggiava per Ladislao re di Napoli: in questa ultima occasione la rocca sarebbe stata in parte distrutta dagli stessi Stronconesi per liberarsi del presidio signorile ed in seguito ricostruita.
Nel 1433 fu occupata da Francesco Sforza, che spadroneggiava in Umbria al soldo dei Visconti.
Il 14 dicembre 1462 vi fu ospite il Papa Pio II, in tale occasione cinse lo stemma di una fascia avvolgentesi a due rami di alloro e di quercia con impressa la legenda “Stronconium Liberum Romano tantum Pontefici subiectum cui servire libertas“, in tale periodo il castello appariva ancora “munitissimo“.
Notevole è l’influenza politica ed economica esercitata dai frati minori nella vita della cittadina a partire dal XV secolo, tanto da favorire anche a Stroncone come nei principali centri dell’Umbria, la nascita di un monte di Pietà (1466) e di un Monte Frumentario (1489) con lo scopo di combattere le attività economiche illecite e immorali.
Nel 1527 ci fu il passaggio delle truppe imperiali, i Lanzichenecchi comandati dal Connestabile di Borbone; in marcia verso Roma, si accamparono presso Stroncone con l’intenzione di assediare il castello per saccheggiarlo, danneggiandolo seriamente, i segni della successiva ricostruzione sono infatti ancora evidenti in molti edifici, soprattutto nell’isolato del palazzo comunale e nelle mura.
Solo l’intervento di Terni,che pagò 2340 scudi, scongiurò il massacro, probabilmente a seguito di ciò, in data 2 luglio 1527, è sottoscritto il seguente atto di sostanziale sottomissione a Terni: “che i rispettivi territori siano considerati uniti ed incorporati e sottoposti ad un’unica giurisdizione, tanto da prevedersi un unico status per tutti i cittadini, ternani e stronconesi, considerandosi il territorio stronconese una parte (o “regio“) di quello ternano; che il Comune di Stroncone conservi autonomia nella gestione delle finanze e nell’amministrazione della giustizia di primo grado, ad opera di podestà ed ufficiali eletti però da priori e banderari ternani, mentre gli appelli siano discussi a Terni; che debba essere costruito di un fortilizio a spese della comunità stronconese ma custodito dalla magistratura ternana dei banderari; che vengano annullate le reciproche offese tra le due parti; che questi e gli altri capitoli (qui omessi per esigenze di brevità) debbano essere sottoposti all’approvazione da parte di un’autorità superiore a spese delle due comunità“.
Ma i patti tra i comuni nel medioevo non duravano tempo sufficiente a far asciugare l’inchiostro con cui erano scritti: 1528 gli abitanti di Stroncone chiesero aiuto a Spoleto per liberarsi del dominio Ternano e il 12 giugno 1528 Pietro Podiani, signore di Piediluco, vi accorreva su istanza della città ducale con 50 armati, il 27 settembre dello stesso anno il Papa ordinava agli spoletini di accorrere in difesa di Stroncone e così la città fu brevemente sotto il dominio del Comune di Spoleto.
Nel 1545, è redatto lo statuto dei “Magnifici difensori della Terra“, le milizie comunali che sostituiscono le soldataglie mercenarie.
Nel XVI secolo la terra era governata dai cardinali del Sacro Collegio attraverso l’ufficio del podestà mentre, dalla fine del secolo XVI, con la riforma amministrativa dello Stato pontificio introdotta da Sisto V, il centro fu sottoposto direttamente alla Camera Apostolica, la quale dipendeva dal pontefice stesso ed era governata da un commissario apostolico residente.
Per questo motivo, come in altri centri dello stato pontificio, si veda il caso di Rieti e di Terni, accanto al palazzo dei priori, sede del governo locale, fu costruito il palazzo apostolico, sede periferica del governo centrale, con la residenza del governatore e le annesse carceri, espressione del potere giudiziario che il governatore esplicava.
La popolazione del castello, alla fine del ‘500 era composta di appena cinquecento anime, mentre il contado non arrivava a seicento focolari, non era divisa in ripartizioni territoriali, ma nelle due parrocchie di Sant’Angelo e di San Nicolò.
Non esistendo confini parrocchiali, le due collegiate avevano cura mista e anche “nel funerale uno fungeva ed esercitava l’altrui cura“.
Nell’abitato si registra inoltre, dal tardo medioevo e in età moderna, la presenza di tre confraternite: sulla piazza di San Giovanni si trovava la Compagnia della Misericordia con finalità assistenziali e ospitaliere, reggeva infatti l’ospedale di San Rocco; nei pressi della piazza della Rocca la Compagnia del Gonfalone, diretta dai frati minori; la Confraternita del Sacramento a Santa Maria di Piazza, detta poi San Giovanni Vecchio e infine Santa Maria della Porta, tutte aggregate alle omonime arciconfraternite di Roma.
Fra gli avvenimenti più significativi di età moderna, si ricorda la resistenza sostenuta dagli abitanti di Stroncone contro le truppe francesi di Napoleone, che penetrarono le mura del paese soltanto dopo un assedio durato sette giorni e con l’inganno.
Nel 1809, il frate minore Angelo Coletti, incoraggiato dal disordine del periodo post rivoluzionario, con una scorta a cavallo penetra di notte nel convento di San Damiano in Assisi e rapisce il corpo di Beato Antonio da Stroncone per riportarlo al paese natale.
Divenuto municipio del Regno d’Italia, Stroncone fu unita al comune di Terni nel 1927.
Soltanto dopo la II guerra mondiale, nel 1947 riconquistò l’autonomia amministrativa.
Aspetto
Stroncone conserva ancora oggi l’aspetto di un borgo fortificato medioevale, il primo elemento di spicco che si incontra, fuori dalle mura, in Piazza della Libertà, è la cinquecentesca fontana “delle Tre Tazze”, con il suo timpano triangolare centrale, i due delfini laterali scolpiti a bassorilievo, le tre vasche ovoidali sormontate da protome leonine, mostra le tipiche caratteristiche di una fontana monumentale dall’elegante ed elaborata architettura.
Avanti c’è la Porta Principale, sormontata dallo stemma comunale e originariamente fornita di una antiporta, che immette nella Piazza maggiore, oggi Piazza della Libertà, dove si trovano l’Oratorio di San Giovanni Decollato e il Pozzo Medievale.
Nella stessa piazza si trova anche il Museo di Storia Naturale che documenta l’evoluzione della terra e della vita nel territorio, con collezione paleontologica, mineralogica e litologica.
Salendo lungo via Flaminio Delfini, superato un arco prendendo a destra per via dell’Arrengo si giunge alla bella e antica chiesa di Chiesa di San Nicolò, che domina insieme al palazzo dei Priori la piazza ove avvenivano le riunioni del popolo durante il medioevo.
Dalla scalinata si accede a un caratteristico portico e al duecentesco Palazzo dei Priori,sulla porta di ingresso vi è lo stemma comunale e una lapide con scritto Gratia Dei Nicolaus Cardinalis de Flisco, che ricorda il nome del governatore di Stroncone quando la porta venne costruita intorno al 1500.
Una scala in pietra, alle cui pareti si possono ammirare lapidi e frammenti di origine romana e alto medievale, conduce al piano superiore dove si accede nell’antica sala dei Priori, oggi sala del Consiglio comunale.
Alle pareti della sala, in alto tutt’intorno, è possibile notare gli stemmi delle famiglie patrizie locali, sebbene il Costanzi affermi trattarsi dei blasoni dei cardinali che ricoprirono la carica di Governatori di Stroncone.
Nella stessa stanza è conservata anche la statua lignea policroma databile tra la fine del secolo XV e l’inizio del XVI secolo dedicata a San Sebastiano che rappresenta il giovane e aitante soldato narbonese, in atto di sopportare serenamente l’atroce martirio.
Nell’ufficio del Sindaco sono custoditi preziose opere d’arte: l’antica cassetta per il bossolo delle votazioni dei Priori risalente al secolo XVI, che conteneva i brevicelli per l’estrazione dei magistrati; il bossolo per le votazioni del XVI sec.; la tela ad olio raffigurante una Madonna con bambino, le monete e le medaglie, il sigillo comunale, i Corali miniati ed altri documenti storici, quali gli Statuti del Comune del XVIII secolo, il manoscritto dell’avvocato Teodoro Costanzi sulla storia di Stroncone.
Proseguendo a destra,si incontra la Chiesa della Madonna del Gonfalone; sorge nel punto più alto della città, in località detta La Torre, così denominata forse a ricordo dell’antica fortezza distrutta da Andrea Tomacelli.
La data della sua costruzione è sconosciuta, ma anteriore al XVI secolo.
Il nome le deriva dal fatto che anticamente il gonfalone comunale era custodito al suo interno, in quanto la chiesa, per la sua elevata posizione, non si prestava a facili attacchi da parte dei nemici.
Proseguendo sulla sinistra in via Gregorio Contessa, ricca di portoni e archi, si diramano poi graziose vie medioevali e si giunge alla chiesa di San Michele Arcangelo, la più interessante della cittadina, purtroppo ora (2018) non agibile.
La chiesa è menzionata in un documento del Regesto Farfense di Gregorio da Catino sotto l’anno 1012 come oratorio di Sant’Angelo.
Dedicata a san Michele Arcangelo patrono di Stroncone, a seguito di interventi avvenuti in tempi diversi, ha assunto l’aspetto di una chiesa del ‘600.
È a pianta basilicale a tre navate, ha il fonte battesimale ed è chiesa matrice
Da non perdere nei dintorni il Convento di San Francesco (Santuario del Beato Antonio), il Monastero di San Simeone.
Nei dintorni della città, da visitare le quattro frazioni di Aguzzo, Coppe, Finocchieto e Vasciano, i fantastici castagneti di Cimitelle e la località turistica de “I Prati”.
Fonti documentative
ANGELETTI GIORGIO CICCARELLI ANNA Le Fontane di Stroncone Voci della Memoria Edizioni Thyrus 2002
ANGELONI F. Storia di Terni 1878
FAUSTI LUIGI, I Castelli e le ville dell’antico contado e distretto della città di Spoleto, Editoriale Umbra, Perugia, 1990
ROSSI GIOVANNI (a cura di) Stroncone alla scoperta di un antico borgo dell’Umbria Associazione San Michele Arcangelo – Stroncone 2016
SANSI ACHILLE, Storia del Comune di Spoleto, Accademia Spoletina, Spoleto, 1876
Archivio digitale del Comune di Terni
http://bctdigitale.comune.terni.it/
http://www.turismostroncone.it/
https://www.halleyweb.com/
Nota
La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini
Da vedere
Convento di San Francesco (Santuario del Beato Antonio)
Monastero di San Simeone
Abbazia di San Benedetto in Fundis
Chiesa di San Nicolò
Oratorio di San Giovanni Decollato
Coppe
Castello di Coppe
Cripta di San Biagio
Finocchieto
Vasciano