Castello di Sterpeto – Assisi
Cenni Storici
A nord est di Palazzo, su uno dei colli intorno ad Assisi che scendono al fiume Chiascio, sorge il Castello di Sterpeto, posto al confine tra gli antichi territori comunali di Assisi e Perugia, sulla cima del colle dal quale dominava la valle medievale, allora acquitrinosa e malsana.
La sua costruzione risale all’incirca al XI secolo.
Il Castelli di Sterpeto è nominato per la prima volta in un atto dell’anno 1056 con cui una tal Maria, figlia di Giovanni, con il consenso de Pepo, dona alla chiesa di San Rufino di Assisi i propri terreni con case, prati, vigne, oliveti, fichi e una parte dello stesso Castello di Sterpeto.
L’origine del toponimo rivela la presenza di “sterpi” ma il luogo doveva essere certamente ridente e sicuro.
Questa particolare conformazione rese il territorio tra i più popolosi di tutto l’Assisano fin dall’epoca basso-medievale.
Sterpeto fu spesso al centro di aspre lotte tra due acerrimi nemici quali: la Perugia “guelfa” e l’Assisi “ghibellina” lo troviamo infatti nel 1319 a fianco di Perugia, individuato come avamposto militare contro i ghibellini di Assisi.
Così, nel 1232, il castello diventerà la residenza “signorile” dei Fiumi, ben distinta dal “borgo” dove vivevano altri nuclei familiari.
Dalla fine del Trecento in avanti le vicende del castello saranno intrecciate a quelle della famiglia dei Fiumi di Assisi. Un esponente dei quali, Gentile di Bernardo di Guido de Fluminibus, nel 1394 risulta signore di un fortilizio esistente nella balìa di Sterpeto e prometteva fedeltà al perugino Biordo Michelotti.
Cruciale per la storia di queste mura furono gli anni che vanno dal 1438 al 1443 che videro il castello al centro, suo malgrado, dell’acerrima lotta tra i partigiani del papa e gli Sforzeschi di Milano i quali, dopo aver prestato fedeltà al pontefice, alla fine del giugno 1438 occuparono Assisi.
Questo dominio scatenò le ire di Niccolò Piccinino, condottiero di ventura perugino, assoldato da papa Eugenio IV per rimpossessarsi delle terre occupate dal dominio sforzesco.
Furono mesi di pesanti devastazioni e predazioni che si conclusero con l’occupazione dell’area da parte del Piccinino che diede il castello di Sterpeto ad un suo stipendiato napoletano: Antonello Della Torre. Ma quest’ultimo ne godè ben poco poiché venne arrestato e giustiziato per aver trattato segretamente con lo Sforza durante i combattimenti.
Sterpeto ne uscì malconcia da quest’avventura, tanto che la Comunità di Assisi ne esentò dai dazi i suoi abitanti per alcuni anni.
Nel lo stesso anno ( 1443 ) Sterpeto fu sotto il potere di Braccio I Baglioni, figlio di Malatesta e genero di Braccio Fortebracci, il quale derubò gli abitanti di tutte le armi e del bestiame, e per tale reato fu subito allontanato. Dopo numerose battaglie nel 1462 tornò alla famiglia assisana dei conti Fiumi. La discendenza diretta si interruppe nel 1684; dopo una lunga causa con la Camera Apostolica, l’eredità passò a Paolo Emilio di Girolamo Ridolfo Roncalli e d’Almena Fiumi che ne riperse il cognome. Così facendo, gli eredi amministrarono la contea di Sterpeto sino alla prima metà dell’800.
Aspetto
Il castello è costruito in arenaria e ciottoli di fiume ed ha due porte di accesso, la più antica, con arco a tutto tondo, sormontata da una piccola torre, porta all’interno dell’abitato, la seconda molto più grande e con un arco delineato da elementi di arenaria, conduce nella zona residenziale del palazzo signorile con al centro un pozzo.
Gli interventi di epoca rinascimentale si sono concentrati nella parte più antica della zona signorile, sorta intorno alla bella torre colombara, come attestano, oltre allo stile architettonico, gli stemmi con le sigle C G = Comes Guido (il conte Guido Fiumi, investito della Contea di Sterpeto dal Pio II nel 1462) e C A = Comes Alexander (il conte Alessandro, figlio di Guido, vissuto nei decenni di fine Quattrocento e primo Cinquecento).
Nel Seicento, all’antica zona residenziale signorile del vecchio nucleo castellano, posto sul lato settentrionale del castello accanto alla svettante colombara, si aggiungono nuovi spazi residenziali esposti a sud. Una modifica strutturale giustificata dall’aumento del numero di familiari dei conti. Alcune tracce di cinta ancora visibili all’esterno dell’attuale perimetro castellano parrebbero avvalorare dell’esistenza di un anello murario più esterno che doveva inglobare anche l’area della chiesa parrocchiale e della piazza a questa antistante.
Fonti documentative
http://www.visit-assisi.it/
http://www.castellodisterpetoassisi.it/
http://www.assisinforma.it/
Francesco Santucci, Sterpeto d’Assisi, Perugia 1991 – Ed. Arte stampa
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