Castello di Smerillo (FM)
Cenni Storici
Su un monte, a metri 794 sul mare, sorge Smerillo. La posizione è incantevole: ad est tutto il Fermano fino al mare; dal crinale dei Sibillini, lo sguardo si spinge a nord fino al Monte Catria; ad ovest le vette di Castel Manardo, della Priora, della Sibilla e del Vettore. Alcuni fanno derivare il nome da “Smeriglio” da un uccello, chiamato anche “Falchetto”. Il territorio comprende, Smerillo capoluogo, ove ha sede il Comune, e le frazioni di: 1) San Martino al Faggio; 2) Ceresola; 3)Valle Cupa; 4) Costorano; 5) Durano; 6) Valditenna.
Smerillo dal 1808, fu aggregato a Montefalcone Appennino e lo stesso dicasi per il periodo 1870-1921.
Si fanno risalire le origini di Smerillo al tempo dei Romani per le numerose monete romane rinvenute nel territorio. Un bellissimo genietto alato fu trovato nella zona Le Piane. Non molto distanti da Smerillo ci sono paesi e luoghi di indubbia origine romana.
I monaci di Farfa, dopo la distruzione della loro Abbazia nell’898, con l’abate Pietro, vennero sul vicino Monte Matenano e diffusero le loro opere nei dintorni. Nel 1192 troviamo che a Smerillo la famiglia di un conte affittuario paga un canone o censo al monastero farfense di Santa Vittoria in Matenano.
Nel secolo XIII Smerillo con Montefalcone, Montemonaco, Montefortino, Carassai appartiene ai dinasti di Monte Passillo, località dell’odierna Comunanza, ove si vedono ancora avanzi dell’antico castello. Il 24 luglio del 1276 Anselmo, signore di Smerillo, detta al notaio Giuseppe le sue volontà testamentarie tra cui l’inalienabilità del castello di Smerillo. Poi, nel 1280, Ugolino di Monte Passillo si pone sotto la protezione di Fermo, divenendone cittadino.
Dal 1297 al 1300, Smerillo, secondo gli statuti dei Fermani, ebbe la cittadinanza fermana, con la medesima condizione, di cui godeva Monte Falcone dal 1252. Antonio Valientis, già di Monte Passillo, acquistò il castello di Smerillo con le case, palazzi, terre girone per la somma di 2000 libbre. Un altro signore di Smerillo, Anselmuccio di Brancaleone, vendette, come fecero gli altri nobili Corrado di Bove e Francesco di Alberico. Ecco alcune famiglie smerillesi di fine sec. XIII: Morici; Benedetti; Leonardi; Giacobucci; Angelelli; Filippucci; Gentili; Omodei; Salvi; Toma; Palumbi; Valienti; Giacobbi; Grimaldi; Vitali.
Nel secolo XIV lo Stato della Chiesa per l’assenza dei papi dall’Italia, era in un declino di anarchia. Alcuni città si ribellarono apertamente alla Santa Sede. Fra i ribelli, troviamo la famiglia di Brunforte, il cui capo Napoleone, nel 1323 riuscì a stringere una lega con Gualdo, Monte Fortino, Monte Falcone, Smerillo, Servigliano, Sant’Angelo in Pontano contro Monte San Martino rimasto fedele alla Santa Sede. Saccheggi, e latrocini si ripeterono fino al febbraio del 1324; quando questi alleati ebbero la peggio.
Nel 1352 passò come un uragano il feroce condottiero Fra Moriale, facendo strage di ogni cosa. Nello stesso anno Gentile da Mogliano si impose con la violenza come signore di Fermo e in seguito Rainaldo da Monteverde che finì decapitato. Arrivarono poi le Signorie. I Duchi di Camerino miravano a Smerillo per farne una loro roccaforte nella vallata del Tenna contro la potenza di Fermo. Ad appagare questi desideri, si prestò il tradimento di due smerillesi: Luzio ed Antonio, suo figlio, che custodivano la rocca in nome della città fermana. Essi, il 3 marzo 1396, consegnarono la rocca a Gentile e Rodolfo di Camerino. I Fermani riunirono gli uomini dei castelli dipendenti e mossero contro Smerillo. Il 13 maggio 1396 il piccolo castello non resistette a lungo e mandò ben presto il vicario del Comune, Vannis Giacomo di Nunzio, a parlamentare. Gli uomini dei Duchi di Camerino si rinchiusero nel forte. I Fermani attesero che si ritirassero. Nel 1404 troviamo castellano a Smerillo per conto della città di Fermo, Pietro Azzolino.
Nel 1409 un altro turbamento, quando le truppe del Conte di Carrara, unite con le truppe del re di Napoli, invasero la nostra regione, in tempo di scisma nella Chiesa. Il 10 luglio, le truppe del Carrara invasero Smerillo, saccheggiandolo orribilmente. Gli abitanti si sottomisero a Rodolfo di Camerino per sette anni, poi tornarono sotto il dominio di Fermo, dove tuttavia spadroneggiava il tiranno Ludovico Migliorati. Dal 1434 Francesco Sforza impose la sua signoria fino al 26 novembre 1445, quando fu sconfitto e cacciato da Fermo.
Ricorrenti erano le epidemie, e a peggiorare le cose, gli abitanti si perdevano ancora in miserabili lotte. Pur in mezzo a tali sventure, sorse il campanile della chiesa dei santi Pietro e Paolo, quasi grido di speranza del popolo. Nell’anno 1474, Giovanni Falcuzio sostenne le spese per quest’opera, come si legge in una lapide tuttora esistente nella torre.
Nel territorio diversi amministratori minacciavano di ribellarsi; tra cui Monte Passillo. Per ordine del papa, mons. Antonio Ercolani marciò contro Monte Passillo che ai primi di dicembre del 1521, veniva raso al suolo. Nel 1523 una pestilenza accompagnata da carestia mieteva vittime. Ciò nonostante, tra Smerillo e Monte San Martino, nel 1526, si accese una lotta per rettificare i confini. Ad evitare aggressioni, il Vicelegato papale intervenne e ristabilì un po’ di pace.
Nel 1534 gli abitanti di Comunanza, uniti con Ascolani, si mossero nel territorio di Smerillo e di Monte Falcone, fracassando il mulino e rovinando gli edifici della periferia. Ritornarono poi ad assalire il castello, al comando di Piccione Parisani, ma furono respinti con la perdita di cinque uomini e molti feriti. Dal 1537 al 1547 Paolo III Farnese mandò prima figlio Luigi, poi suo nipote Ranuccio a governare il nuovo “Stato Ecclesiastico nell’Agro Piceno”, con capoluogo Montottone, per umiliare Fermo. Dal 1572 al 1577 il vescovo di Fermo Fra’ Felice Peretti, che divenne poi papa, fu generoso con questi territori.
Il 20 luglio 1585, cioè dopo due mesi e mezzo di pontificato, accolse la richiesta degli Smerillesi, intesa a restaurare le mura di cinta, rovinate dai passati assedi. La spesa fu sostenuta con le esenzioni di ogni tassa per tre anni. Ancor oggi si notano gli imponenti avanzi delle muraglie.
nel secolo XVII sorgevano a Smerillo le confraternite del Santissimo Sacramento (1613), del Rosario (1617), del Carmine (1616). Ancora dissensi con Monte Falcone per la precedenza sui banchi della chiesa di Luogo Sasso. Questione placata dal Vescovo di Fermo nell’agosto 1622. Poi riprendevano a lottare per puntigli, come quello di costringere i frati di Luogo di Sasso ad intervenire alle processioni che si facevano nel castello.
Dopo la tragica esperienza del dominio di Napoleone dal 1808 al 1816, il re di Savoia invade lo Stato Romano pontificio e nel 1861 Fermo viene privata della sua provincia, di cui faceva parte anche Smerillo. Pacifico Ridolfi, presidente del Municipio di Smerillo con i membri Benvenuto Ricci e Francesco Cortellucci, invia una vibrata nota di solidarietà a Fermo, a cui si associano i Comuni vicini. Nel 1865 sindaco è Salustri Pietro. Nel 1866 un nuovo pericolo si delinea all’orizzonte l’appodiamento di Smerillo al Comune di Monte Falcone. Nonostante le lunghe opposizioni di tutto il popolo concorde, per effetto del regio decreto del 15 settembre 1870, Smerillo perde la sua autonomia.
In seguito il parroco dei SS. Pietro Paolo, don Giuseppe Cortellucci, lo difende con tenace generosità e intelligenza, fino alla reintegrazione del Comune, avvenuta il 20 luglio 1919.
La confraternita del Santissimo sacramento e Rosario ha generosamente validamente aiutato il parroco don Cortellucci nella costruzione dell’Asilo infantile nel 1927. Tale opera è stata arricchita di altri due piani dal parroco don Giovanni nel 1967, anno in cui la Comunanza Agraria di Smerillo ha fatto fondere il nuovo campanone che ora chiama alla preghiera dal campanile dei SS. Pietro e Paolo.
UOMINI ILLUSTRI
*Fra Giovanni da Smerillo, fiore di santità: laico professo, di condotta nell’offrire le sue sofferenze fino al dì della morte 17 giugno 1719, che aveva predetto.
*P. Giacomo da Smerillo, fu qui a predicare nel 1623 con grandi frutti spirituali.
*Giosuè Nobili, generoso benefattore della confraternita del Santissimo Sacramento.
*Amedeo Corrado Nobili. Nato a Smerillo nel 1865, morì a Toronto (Canada) nel 1950, uno dei cittadini più fervidi assertori della sua autonomia amministrativa, insieme col parroco Don Cortellucci. Attaccatissimo al suo paese, insorse contro il provvedimento che privava Smerillo della sua autonomia. Bersagliato dagli anticlericali, dovette fuggire in U.S.A. in esilio. Nel 1904 fondò a Boston “il salotto Italiano di conversazione”. Istituì poi la “Nobili Library of modern Italian Literature”, i cui volumi vennero donati all’Università di Boston dopo la sua partenza per Chicago. Fu docente universitario di Italiano.
*Don Giuseppe Cortellucci, nato nel 1868 a Smerillo, vi fu Parroco dal 1894 alla morte nel 1956, per sessant’anni fu il consigliere di tutti, e, volitivo come era, per il bene dei singoli e della collettività istituì qui la “Comunanza Agraria”.
Nella storia di Gabriele Nepi – Il castello e la comunità.