Castello di Simigni – Gualdo Cattaneo (PG)
Cenni Storici
Fondato nel 1103 da tale Seminio dei conti di Collazzone venne fortificato nel 1322 con la costruzione di una torre e di possenti mura difensive. Nel 1363 fu assalito e conquistato dalla compagnia del Cappelletto , la Compagnia dopo avere conquistato S. Gemini e Simigni, ottenne dal comune di Todi 1000 fiorini affinché lasciasse quei luoghi. Mantennero la parola ma crearono un piccolo feudo intorno al castello di Torreuccia, tra Gualdo Cattaneo e Bastardo. Questa Compagnia era formata da rampolli della nobiltà italiana in cerca di avventure e di gloria. Nel dicembre 1363, appena liberato dalla prigionia senese, Nicolò da Montefeltro cercò di raggiungere i compagni che erano accampati presso Simigni, ma venne catturato dai todini e rinchiuso nel carcere. Nel 1389 Simigni passò sotto il dominio dei Trinci, nel 1410 sotto Braccio Fortebracci, poi nuovamente ai Trinci e da questi agli Atti. Molti feudi, in quel particolare momento storico, erano soliti passare dai Trinci ai Fortebracci e viceversa. Nel 1435 Corrado XV Trinci restituì Simigni al governatore di Perugia, monsignor Alberto Alberti. Il castello passò dopo un’infeudazione agli Atti, sotto la giurisdizione dell’abbazia cistercense di Chiaravalle e, successivamente eretto a contea, ebbe per signore il conte Federico di Simigni. Nel 1645 fu riacquistato dagli Oddi di Todi, proprietari anche di palazzo Atti. All’inizio del ‘600 il priore tuderte Benigno Degli Oddi apportò abbellimenti e restauri di notevole significato. Il castello negli ultimi decenni è passato attraverso diversi proprietari tra cui la famiglia Bonadies di Roma e ultimamente alla famiglia Farchioni.
Fonti documentative
Cartellonistica sul posto