Castello di Sant’Enea – Perugia
Cenni Storici
Castello di poggio lungo il tracciato della strada Marscianese in posizione chiave rispetto alla valle del Tevere appartenuto al Contado Perugino di Porta San Pietro.
Il territorio su cui sorge Sant’Enea era ben conosciuto in epoca etrusca ed era stato ampiamente antropizzato da questo popolo, come documentano varie urne cinerarie ascrivibili al III-II secolo a.C.
Di epoca tardo repubblicana invece sono i ritrovamenti di due monete e ceramiche, anfore e lucerne.
La successiva antropizzazione da parte dei romani è testimoniata da diversi prediali derivati dai nomi dei proprietari terrieri presenti nella zona.
Una prima attestazione del castello, secondo il Riganelli, va fatta risalire al 1038, quando Corrado II conferma al monastero tifernate dei Camaldolesi di San Sepolcro la chiesa di Sant’Agnese “cum castello hedificato et cum omnibus hedificiis seu pertinentiis” e per castello edificato è da intendersi proprio Sant’Enea.
Per quanto riguarda invece la struttura monastica, molto precedente al castello, bisogna far riferimento agli Annali Camaldolesi e allo storico folignate Ludovico Jacobilli, il quale parlando della vita di San Romualdo afferma che questo eresse nel 1007 i monasteri di Sant’Agnese e della santissima Trinità di fuori la città mentre entro le mura quello di San Severo.
La genesi del paese di Sant’Enea appare dunque particolarmente segnata dal singolare tipo di insediamento religioso che vi sorse e la natura eremitica dell’ordine camaldolese può spiegare il motivo stesso della posizione appartata della chiesa parrocchiale di Sant’Agnese rispetto all’antico castello.
La derivazione del nome è al momento sconosciuta, però si suppone che possa essere frutto di una trasformazione e “corruzione” del nome di sant’Agnese, santa titolare del monastero e posta proprio a protezione del paese.
Intorno al XIII secolo, grazie alla felice posizione vicina agli assi viari tra Perugia e Roma, incrementò la sua importanza tanto che diversi castelli molto più marginali della zona furono abbandonati e gli abitanti si riversarono in questo più imponente e difeso.
Il Comune di Perugia si affrettò a dotarlo di una struttura muraria che lo avrebbe reso più sicuro e ne avrebbe fatto un caposaldo importante della via dei castelli lungo la collina.
L’importanza del castello era strettamente legata alla sua struttura religiosa tant’è che nei catasti del basso medioevo, era denominata alternativamente Sant’Agnese e Sant’Enea, infatti nel 1258 è citato come villa S. Agnetis e nel 1282 come villa Sancte Henee e vi si contano 49 focolari.
In epoca comunale, nel 1258, la comunità giurò fedeltà alla città insieme a tutte le comunità circostanti.
Nel 1275 furono censiti 55 fuochi per una popolazione ipotetica di circa 275 abitanti, per poi subire un sensibile calo demografico, forse per effetto degli eventi bellici del 1312 quando fu investita dalle truppe di Arrigo VII e fu così malridotto che solo dopo un anno si poté tornarci ad abitare.
A questa catastrofe si aggiunse l’occupazione di Guglielmo, fuoruscito assisano, e i Michelotti, ribelli a Perugia che nel 1367 vi fecero grande razzia di bestiame.
Per diversi anni viene declassificato come villa, solo nel 1361 il comune stabilì che il paese fosse fortificato a spese degli stessi abitanti e lo cinse di mura; al lavoro e alla spesa concorsero anche gli abitanti di Vergnano ed entrambe le comunità furono di conseguenza dispensate dal concorrere a costruire il ponte sul Tevere, poi detto Pontenuovo.
A distanza di circa un ventennio, nel 1380, Sant’Enea torna ad essere indicato come castello infatti si trova la dicitura “castrum Sancte Henee“.
Si ha anche notizia che i Priori di Perugia sentenziarono che nel 1379 che anche la comunità di Morcella fu obbligata a contribuire, con 20 fiorini, all’opera di ricostruzione dì S. Enea.
Negli estimi quattrocenteschi, ad eccezione del 1439, appare sempre come castello ed è detto Sancta Enea o Sancta Nea.
Nei primi decenni del sec. XVI il castello è gravemente danneggiato dalle truppe di Giampaolo Baglioni che si era rifugiato a Marsciano per sfuggire alla strage familiare perpetrata dal suo consanguineo Grifonetto.
Oltre alle incertezze politiche si aggiunse una forte epidemia di peste che nel 1529 a Perugia e nel contado fece circa 8.000 morti.
Nel corso del XVI secolo nel corso della profonda riorganizzazione sociale e politica che venne attuata dalla Chiesa, venne istituita nella Diocesi la magistratura dei Vicari del Contado; essi avevano come compito primario quello della riscossione delle tasse e secondariamente quello di assicurare le ville e i castelli all’obbedienza alla Chiesa e al Comune.
Successivamente nel 1540 durante la guerra del sale le truppe papali di Pier Luigi Farnese lo saccheggiarono e lo dettero alle fiamme uccidendo molti dei suoi abitanti.
Papa Paolo III concesse quindi al castello l’esenzione perpetua dalla Gabella del Fuoco, nonostante ciò il paese dovette comunque sborsare 400 scudi per i bisogni della Camera Apostolica e si obbligò a pagare ogni anno a Roma 5 scudi per la festa dei santi Pietro e Paolo.
Come notizia curiosa riportiamo che presso Sant’Enea nel 1864, fu rinvenuto un resto fossile: un dente di Elephans meridionale (un mammouth) di un metro e settanta di lunghezza e ben 25 centimetri di diametro alla base, frammisto allo scheletro di un cervo gigante, con cui si erano scornati centomila anni prima.
Aspetto
L’antico impianto regolare del castello resta ancora oggi molto ben conservato e ad esso si accede tramite la porta di accesso di epoca gotica.
Il castello ha una forma quadrangolare, con le strade interne perfettamente allineate alle mura di cinta a formare dei piccoli isolati abbastanza ben ripartiti lasciando due spazi aperti all’interno.
La chiesa di Sant’Agnese forse è ciò che resta dell’antico monastero dei camaldolesi.
Nota
La galleria fotografica è di Francesco Raggetti e Simone Carboni.
Fonti documentative
M. Tabarrini – L’Umbria si racconta – 1982
Grohmann – Città e territorio tra medioevo ed età moderna (Perugia, secc, XIII-XVI) – 1981
Riganelli – Tra Tevere e Genna il territorio medievale di Perugia lungo la «Strata de Collina»
dai sobborghi della città all’attuale confine comunale – 2014
http://www.sfdn.it/w/chiese/sant-enea