Castello di San Leo Bastia – Città di Castello (PG)

L’interno del fortilizio è in rovina, mentre i fabbricati addossati sono stati recuperati per uso abitativo.

 

Cenni Storici

Antico possedimento dei Marchesi di Collevecchio sin da prima del 1000, San Leo faceva parte della vallata di Pierle, compresa nel feudo dei marchesi del Monte Santa Maria Tiberina.
È storicamente provato che la dinastia dei marchesi ebbe origine in questa valle, dove a Collevecchio possedevano un castello per cui il loro primo titolo fu di marchesi del Colle.
Il castello di Collevecchio venne distrutto dai fuoriusciti guelfi da Città di Castello, intorno al 1269, il marchese di allora Oddone, eresse un altro castello a San Biagio a Colle.
Si può affermare che il primo insediamento della vallata sia avvenuto a Collevecchio e San Biagio a Colle.
Il paese si chiamava San Leone di Cerbognano o in Carbognano come risulta da una pergamena vescovile del 1499; si propende a pensare che San Leone in Carbognano fosse l’esatta dicitura in quanto nella vallata, ricca di boschi, gli abitanti di questi luoghi per lo più facevano i carbonai.
E probabile che dopo il declino dei marchesi di Civitella o anche a causa del loro atteggiamento aggressivo e quindi motivo di instabilità nel contado, gli abitanti abbiamo preferito spostarsi nel luogo allora chiamato Carbognano, costruendovi gli agglomerati di Colcello, le Gioncaie, Campersalla e Canalecchia.
Nel 1384 scoppiò a Città di Castello e nelle campagne una pestilenza, seguita da un’estesa carestia, in quegli anni, inoltre, le campagne e i borghi vennero attraversati più volte da compagnie di ventura dedite al saccheggio agli stupri e ad ogni altra sorta di violenze.
Tra le compagnie che in quegli anni ebbero a transitare per Città di Castello e le sue campagne, oltre a quella del perugino Biordo Michelotti, transitò per ben due volte quella del capitano John Hawkwood conosciuto come Giovanni Acuto.
Nel 1416, Braccio da Montone rase al suolo il Castello di Collevecchio che era stato riedificato e terminò la prima dinastia dei marchesi; il territorio passò allora sotto l’ala protettrice del marchesato di Petriolo e Petrelle.
Oggi al posto del Castello di Collevecchio si trova una sorta di montagnola che internamente ne conserva i resti.
Nella vallata di San Leo Bastia esistono altre due torri realizzate dai marchesi del Colle: la torre della Bastia (questa che trattiamo) e la torre di San Lorenzo costruite come torri di avvistamento e di difesa dei possedimenti rimasti, dopo aver perso nel tempo quelli della vallata di Pierle.
Non si sa di preciso quando la torre di San Leo sia stata costruita, ma si suppone che ciò sia avvenuto intorno al 1269 nello stesso periodo in cui fu edificato il castello di San Biagio a Colle o forse risale a quando i marchesi, persa la vallata di Pierle dopo la calata del Visconti, vollero costruire le due torri per difesa dei possedimenti loro rimasti.
Sul retro della torre della Bastia è rimasta traccia di una strada che un tempo portava all’Olmo e verso il palazzo di Petriolo; successivamente questo fabbricato, compreso nel popolo di Falzano, venne adibito nel periodo granducale a posto di dogana e, come tale, ancora nel 1844 dipendeva dal doganiere di Castiglion Fiorentino.
Nel novembre del 1643 le truppe del granducato attraversarono questo territorio con l’intenzione di espugnare Citerna, ma per le resistenze dei citernesi e per il freddo intenso della stagione, particolarmente rigida quell’anno, l’esercito fiorentino si disgregò e a gruppi separati prese la strada per Anghiari procurando comunque danni e morti nel loro passaggio.
Con la discesa in Italia di Napoleone nel 1798, Città di Castello venne occupata e dichiarata distretto del dipartimento del Trasimeno nella Repubblica Romana, ma nel 1799 tutta la valle venne liberata dalle truppe austriache ed aretine e, il 29 giugno di quell’anno, fu riattivato il governo pontificio.
Le truppe napoleoniche, nell’agosto del 1809, tornarono ad occupare lo Stato Pontificio e Città di Castello venne nuovamente inclusa nel dipartimento del Trasimeno nel Regno d’Italia.
I Francesi istituirono l’obbligo di leva militare e molti furono i renitenti che si rifugiarono a San Leo che divenne rifugio oltre che di renitenti alla leva anche di briganti, per via della sua prossimità al confine e per le vaste aree boschive.
Nel 1814 con la caduta di Napoleone, Città di Castello tornò a far parte dello Stato Pontificio fino all’Unità nazionale.
 

Aspetto

La torre, che ancora si presenta in uno stato di conservazione discreto, è inserita in un piccolo recinto murario fortificato con una porta d’accesso verso valle provvista di feritoie per la difesa.
All’interno delle mura dei fabbricati potevano ospitare un numero esiguo di persone, forse in origine solo un corpo di guardia, il tutto però in gran parte crollato e invaso da sterpaglia e spine.
Altri fabbricati sono stati aggiunti successivamente fuori dalle mura per esigenze abitative in tempi in cui la funzione di difesa del fortilizio era venuta meno.
In tempi recenti questi edifici esterni sono stati ristrutturati ed abitati, ma ora sembra che siano stati abbandonati.
 

Fonti documentative

https://it.wikipedia.org/wiki/San_Leo_Bastia

Enzo Bucci – San Leone in Bastia – 1987
 

Mappa

Link coordinate: 43.326805 12.144332

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