Castello di Roccanolfi – Preci (PG)
Cenni Storici
Antichissimo castello probabilmente di origine longobarda sorge a 760 m. s.l.m., arroccato in posizione isolata su di un colle che ha avuto nella storia un ruolo strategico da cui era possibile dominare e controllare la sottostante Valle Oblita e una serie di percorsi che la attraversavano in direzione nord-sud collegando Preci e la montagna con Forsivo, Cortigno e Legogne, comunità gravitanti sul versante nord della Valle del Fiume Corno.
Si tratta di un classico esempio di castello di pendio di origini longobarde, rinnovato nel XIII secolo, circondato da mura e fossi e di conseguenza inaccessibile da tre lati.
L’interno era suddiviso in tre quartieri che corrispondevano alle tre porte di accesso: il Serrone, il Verone ed il Catagnone.
Era di proprietà dei Signori Arnolfi, una famiglia di feudatari; con il loro indebolirsi, nel secolo XIV fu concesso agli artigiani del castello di costituirsi in corporazioni e in comunità e di aggregarsi alle dipendenze del Comune di Norcia.
Quest’ultimo nel 1460 decise di ricostruire completamente il castello di Roccanolfi con lo scopo di rafforzarne le difese e renderlo più sicuro e protetto.
Il nuovo insediamento sorse al di sopra del preesistente, riempiendo lo spazio che lo separava dalla torre più alta.
La torre che sovrasta l’abitato di Roccanolfi è chiamata della Regina perché, secondo la tradizione locale, la regina Nolfe, delusa della vita matrimoniale, decise di abbandonare il marito che abitava nella valle di San Vito e di edificare e ritirarsi in un castello tra i monti che nessuno sarebbe mai riuscito a trovare, tanto meno il marito.
Nel 1527 il paese fu saccheggiato da Sciarra Colonna, che imperversava in Umbria reduce dal “Sacco di Roma“.
Appena fuori la porta superiore, oltrepassato il ponticello, si trova la Chiesa di San Rocco.
Non distante da Roccanolfi e precisamente nel luogo dove la strada si divide per raggiungere Montaglioni e Poggio di Croce, si trova la chiesetta dedicata alla Madonna della Cona.
Aspetto
Dell’antica costruzione rimangono la Torre della Regina, posta più in alto e che sovrasta l’abitato, tratti di mura e la porta di ingresso della cinta muraria.
Il borgo, che risulta essere compatto e che conserva ancora inalterate le sue caratteristiche medievali, è percorribile solo ed esclusivamente a piedi e passeggiando per le sue strette vie si scorgono sulle porte delle abitazioni antiche incisioni e travi in pietra risalenti al XV-XVI secolo che riportano scolpite sulla pietra date, scritte, simboli ed il monogramma di Cristo JHS.
Incisa nella pietra si può leggere una piccola storia del castello, notevoli un paio di forbici, forse l’insegna della bottega di un sarto.
Nella piazzetta antistante la chiesa di SantìAndrea una pietra di recupero murata reca la scritta: “Anno milletrecento diciotto la Fonte Fiorita” (Marcello Labate) ed è interessante perché potrebbe coincidere con la prima costruzione del castello, la seconda ri-costruzione ci fu nel quattrocento (Romano Cordella).
Lungo la strada che sale dalla chiesa, sulla destra, si nota un affresco, molto deperito e quasi illeggibile, raffigurante una Crocifissione.
Chiesa di Sant’Andrea
Ai margini dell’abitato, nella parte bassa, si trova la Chiesa di Sant’Andrea, attualmente (2020) non agibile.
Dell’antico e primitivo edificio, sorto probabilmente in età romanica, conserva l’abside ed una monofora, cioè una finestra solitamente stretta ed a una sola apertura sormontata da un arco. L’architettura e la facciata mostrano i segni evidenti di interventi e rifacimenti effettuati nei secoli successivi.
A lato è posta una torre campanaria a base quadrata che aveva anche la funzione di torre castellana e nella quale si svolgevano le riunioni della comunità.
L’interno si presenta a unica navata, con presbiterio a volta, addossati alle pareti laterali, si trovano sei altari.
La chiesa era la sede delle Confraternite del Santissimo Sacramento e del Santissimo Rosario che, tra i vari compiti, avevano anche quello di amministrare il Monte Frumentario.
Questi Monti nacquero con lo scopo di prestare ai contadini più poveri il grano e l’orzo per la semina, che avrebbero poi reso dopo il raccolto, arginando così la piaga dell’usura.
In una nicchia si può ammirare un affresco risalente al XVI secolo e raffigurante la Vergine Maria con il Bambino ed i Santi Vito e Rocco.
Custodiva inoltre un polittico di scuola toscana raffigurante Sant’Andrea che fu trafugato e di cui poi si sono perse le tracce.
Nota di ringraziamento
Le foto dell’interno della chiesa, della processione e di alcuni portali sono state cortesemente fornite da Lulu Piacentini.
La panoramica d’epoca è tratta da
http://www.lavalnerina.it/dett_luogo.php?id_item=187
Nota
La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
Fonti documentative
FABBI A. (1963). Preci e la valle Castoriana. Documentario storico-artistico della diocesi di Norcia. 1963
FABBI A. Guida della Valnerina: storia e arte / Abeto (PG), presso l’autore, 1977
GENTILI, GIACCHÈ, RAGNI, TOSCANO, L’Umbria – Manuali per il territorio – La Valnerina, Il Nursino, Il Casciano – Edindustria Roma, 1977
http://www.lavalnerina.it/dett_luogo.php?id_item=187
http://www.umbria.website/content/sant-andrea-chiesa-di-preci
Da vedere nella zona
Da vedere:
Chiesa di San Rocco
Abbazia di Sant’Eutizio
Acquaro di Preci
Castello di Acquaro
Chiesa della Madonna del Carmine
Belforte
Castello di Belforte
Castelvecchio
Chiesa della Madonna della Cona o dello Posatoro
Civitella di Preci
Chiesa di Santa Croce
Collescille
Torre di Collescille
Eremo di San Fiorenzo
Cappella di San Macario
Fiano d’Abeto di Preci
Chiesa di San Michele Arcangelo
Montaglioni
Castello di Montaglioni
Chiesa della Madonna della Cona
Poggio di Croce
Castello di Poggio di Croce
Chiesa del Santissimo Crocifisso
Chiesa della Madonna della Quercia
Chiesa di Santa Maria Annunziata
Chiesa di Sant’Egidio
Preci
Castello di Preci
Chiesa di Santa Caterina
Molino di Borgo Garibaldi
San Lazzaro in Valloncello
Abbazia (Lebbrosario) di San Lazzaro in Valloncello
Todiano
Castello di Todiano