Castello di Ripalvella – San Venanzo (TR)

Il castello ha perso la sua fisionomia, ma nella parte più alta ostenta una bellissima e unica torre pentagonale.

 

Cenni Storici

L’abitato di Ripalvella (Ripa Bella, modesto insediamento su una ripa alta del fiume Faena ) esisteva giù’ nel periodo romano come testimoniano i ritrovamenti di un cippo funerario appartenuto alla gens Vibia oggi conservato presso l’Edicola di “San Valentino“.
L’abitato dal 1278 fece parte delle terre soggette ad Orvieto.
Nello stesso anno Orvieto individuò cinque castelli e ventidue pievi (Piveri) come punto di riferimento amministrativo-fiscale per cui tutto il territorio a lei soggetto risultò diviso in plebari.
Le Pievi, a quei tempi, erano una rete di chiese o parrocchie rurali che si formarono lentamente all’interno delle diocesi dirette dai vescovi urbani.
Favorite dal movimento di ruralizzazione, l’edificazione delle parrocchie (Plebes, da cui derivò la Pieve italiana), consentì una diffusione in profondità del cristianesimo.
La Pieve sostituì il “Municipium “ romano, infatti nella Pieve si registravano le nascite, le morti e il numero cli “Fuochi” (famiglie) presenti nel contado.
Ripalvella viene citata nel catasto orvietano del 1292 (E. Carpentier) dove sono elencate appunto le pievere nel pievere di S. Felice, da ubicare, forse, nella località S. Felice dove risultava la “Villa Ripalvelle”.
Il castello fu fortificato da Orvieto nel corso del sec. XIV, prima di affidarne la difesa a un Montemarte.
Ripalvella fu castello dei Morraldeschi di Orvieto e seguì tutte le loro vicende storiche.
Messo a ferro e a fuoco nel 1395, fu distrutto di nuovo nel 1437.
Dalla seconda metà del 1500 fino alla discesa in Italia dei francesi sul finire del 1700, Ripalvella insieme ad altri castelli, fece stabilmente parte del distretto di Orvieto che vi nominava a suoi rappresentanti podestà o vice podestà in luogo degli antichi visconti.
Cessò di essere comunità autonoma nel 1816 quando, con la riforma Napoleonica, fu appodiato al Comune di San Venanzo insieme ad altre 10 “frazioni” ; Collelungo, Civitella dei Conti e Poggio Aquilone invece passarono sotto Marsciano.
Con la restaurazione del governo Pontificio alla caduta napoleonica, il territorio fu di nuovo ripartito, per arrivare ad un definizione strutturale che è quella che vediamo ai nostri giorni.
 

Aspetto

Interessanti sono i resti di tratti delle mura e di una torre di guardia di forma pentagonale di cui sembra in Italia ne esista solo un’altro esemplare.
 
 
 

Chiesa di San Silvestro

La chiesa parrocchiale è dedicata a S. Silvestro, ed è composta da due corpi di fabbrica ben distinti: il primo, che è il nucleo originale, risale circa al 1300 ed è dietro la chiesa attuale.
Al suo interno sono ancora visibili, anche se deteriorati dal tempo, frammenti di affreschi del XIV sec.
Il secondo edificio, attaccato al primo, è quello che si presenta si nostri occhi sulla piazza antistante il paese e risale al 1900.
La tradizione narra che la statua lignea di S. Silvestro era collocata in una chiesetta posta al confine tra Ripalvella e Montecastello di Vibio.
Quando i montecastellesi occuparono dei mulini in territorio di Ripalvella posti nei pressi del fiume Faena, i priori della chiesa dov’era custodito S. Silvestro lo prelevarono e fuggirono per portarlo a Ripalvella.
Inseguiti dai montecastellesi gettarono la statua in una grande pozza d’acqua; l’acqua si intorbidi e la statua scomparve sul fondo, e fu impossibile trovarla da parte degli inseguitori.
Tempo dopo gli abitanti di Ripalvella ritornarono per cercare la statua: trovarono l’acqua limpida e la statuetta che galleggiava sulla sua superficie; allora con il vescovo Francesco dei Conti di Marsciano, in solenne processione, portarono la statua del Santo a Ripalvella dove viene festeggiato il 3 Dicembre di ogni anno.
 
 
 

Edicola di San Valentino

L’Edicola erroneamente dedicata a San Valentino in realtà è un sarcofago romano della “Gens Vibia” scambiato per la tomba del Santo.
 
 
 

Edicola di Fra’ Ginepro

Lungo la via d’accesso al castello di Ripalvella e prossima ad esso, collocata sullo spigolo anteriore di un fabbricato più ampio, si trova la cappella dedicata a Fra’ Ginepro da San Vito in Monte (francescano, 1717-1794), poco più di un’edicola votiva, probabilmente edificata nel tardo XIX secolo contenente affreschi complessivamente ben conservati e appaiono di fattura ottocentesca.
Nei documenti d’archivio non si fa menzione alcuna di una cappella, o edicola, dedicata a Fra’ Ginepro almeno fino all’estremo recente del 1910; inoltre le descrizioni ed i toponimi utilizzati, negli stessi documenti, per localizzare e rappresentare le chiese filiali della Pieve di Ripalvella non permettono di determinare corrispondenze con altri titoli.
In ogni caso, l’edificio non è presente sulla mappa del Catasto Gregoriano, promulgato nel 1835, quindi la sua realizzazione deve essere successiva a quella data.
Le prime notizie storiche documentate appaiono negli anni 1954 – 1955.
L’edificio risulta invece rappresentato, come chiesa o oratorio, sulla cartografia dell’IGM, prodotta alla metà del secolo scorso.
Nell’anno 1995 è stata interessata da un intervento di restauro che ha consolidato la copertura della cappella, e sempre allo stesso periodo risalgono probabilmente anche le opere di finitura esterna.
La stessa copertura risulta di nuovo interessata da opere di adeguamento e ripristino nel 2011
 

Aspetto

L’edificio è dotato di un impianto planimetrico molto limitato, realizzato in muratura e coperto all’intradosso con volta a botte.
L’ambiente interno, cui si accede dopo tre gradini attraverso una apertura terminante ad arco protetta solo da un cancello in ferro battuto, è intonacato ed affrescato, con un piccolo altare in muratura sul fondo.
Le murature esterne presentano invece un livello di finitura con intonaco rustico e tinteggiatura sovrastante, il manto di copertura è in coppi e sottocoppi laterizi.
Edificio in muratura continua coperto con volta a botte.
 

Affreschi

Sulla parete di fondo è rappresentata una Madonna con Bambino fra San Francesco a sinistra e San Paolo a destra; nella fiancata destra è raffigurato entro un ovale Sant’Antonio da Padova mentre nella parete sinistra vi è un angelo dell’Apocalisse.
 

Fonti documentative

http://www.comune.sanvenanzo.tr.it/

P. Caruso – San Venanzo le sue frazioni, la sua gente ieri e oggi – 1996

http://www.fabruaria.it/

http://necrologie.repubblica.it/

 

Nota di ringraziamento

Si ringrazia la Diocesi di Orvieto – Todi per la disponibilità e per aver concesso l’autorizzazione alla pubblicazione delle foto degli interni della chiesa.
 

Mappa

Link alle coordinate

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