Castello di Porchiano – Ascoli Piceno (AP)

Cenni Storici

Un tempo uno dei capisaldi più potenti dello stato ascolano. Sorta a controllo dei confini settentrionali e dell’antica strada romana per Monterinaldo, è posta sopra una ripida collina che, a causa della natura geologica, è andata progressivamente franando nei secoli, portando al degrado e all’abbandono, suo ed in generale del paese. Rimangono poche tracce murarie diroccate che si inerpicano per la ripida altura che sovrasta ciò che rimane l’abitato di Porchiano, non visitabili a causa della pericolosità degli alti precipizi che all’epoca ne semplificavano l’azione difensiva. Basta comunque girare attorno al colle per scorgere i resti delle mura, specialmente quelli delle cortine occidentali, ormai sospese nel vuoto: da qui vennero gettati gli abitanti durante il sacco francese del 1528. È piuttosto difficile capire oggi quali forme e volumi avesse il fortilizio in passato.

Miliario di Porchiano

Il cippo, di forma tronco-conica (diversa dal semplice fusto di colonna usato per i miliari a partire dall’età augustea e per tutta l’età imperiale), è impostato su un plinto di base quadrangolare con cui costituisce un corpo unico. Sul piano superiore è visibile un grosso incavo circolare che rivela un impiego secondario del manufatto. Lettere dal solco ampio e profondo; si segnalano la M assai aperta, la R dal tratto obliquo che si innesta sull’asta verticale e arriva appena a toccare la linea di base, la P con occhiello molto aperto. Il miliario, che costituisce a tutt’oggi la più antica iscrizione romana di Asculum Picenum, documenta l’apertura (o la sistemazione) di una strada che dalla valle del Tronto si addentrava in direzione nord, attraversando un tratto del territorio settentrionale di Ascoli, in modo da permettere verosimilmente un miglior collegamento con la colonia di Firmum Picenum, il centro più importante dell’intera area in quest’epoca, o con il Piceno meridionale interno. Non essendoci elementi per ipotizzare un trasferimento del cippo, il suo impiego antico doveva presumibilmente essere stato nella zona stessa del ritrovamento. Nella l. 1 è la menzione del magistrato, Gneo Stazio, altrimenti sconosciuto, che ha aperto o sistemato la strada, nella l. 2 la carica di praefectus da questi ricoperta (ci viene così restituito il primo nome concreto di uno dei prefetti inviati da Roma ad amministrare il Piceno in età repubblicana, noti finora solo in modo generico dalle fonti). Nella l. 3 è la cifra numerale III, riferibile al miglio segnato dal miliario nella sua collocazione originaria. Il fatto che Gneo Stazio, inviato dal pretore urbano ad amministrare una delle prefetture del Piceno meridionale, si trovò a sovrintendere ai lavori relativi alla strada all’interno del territorio della vicina città indipendente di Asculum rivela un episodio di intromissione di Roma nell’ager della libera Asculum in un periodo anteriore alla sollevazione degli Italici del 91/90 aC, intromissione che può aver contribuito a creare lo stato di malcontento e di insofferenza da parte degli Ascolani verso un alleato che si era trasformato in padrone. Anche se non proviene dalla Salaria, il miliario di Porchiano è ad essa e alla connessa valle del Tronto strettamente legato, per quanto riguarda i problemi di viabilità e sotto l’aspetto più ampiamente storico. Identico al cippo di Porchiano sotto l’aspetto monumentale è il miliario di Cecilio Metello (console del 117 aC) da Sant’Omero, nel vicino Teramano (CIL IX 5953; I² 661 e add. p. 927; ILS 5810; ILLRP 459).

Estensione: altezza: cm 78; diametro: cm 47; altro: cm la misura fornita (47) è relativa al diametro superiore; il cippo misura alla base 70: Foro regolare scavato nel centro 40, del diametro di 22. Altezza massima lettere 8.

Chiesa di S. Michele Arcangelo

Gli elementi stilistici e costruttivi lasciano supporre che l`edificio sia stato costruito fra il sec.XVI ed il successivo. Sull’altare di sinistra è riportata la data 1670. Il disegno del portale e delle monofore presenti sulla facciata ci lasciano supporre che questa parte della chiesa sia stata ricostruita agli inizi del XX secolo.

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