Castello di Ponte Pattoli – Perugia

L’antico castello è situato sulla riva destra del Tevere che in quel tratto per le frequenti piene ha più volte cambiato il suo alveo.

 

Cenni Storici

L’origine di questo paese è antichissima anche perché i primi popoli che insediarono le pianure prediligevano le rive dei fiumi per la possibilità di commerci e facili vie di comunicazioni.
Qualcuno fa derivare il nome di “Patulus” anticamente detto “della Teverina“, dai patti con i quali nel 1416 Perugia si arrese a Braccio Fortebraccio da Montone; tale ipotesi però è stata superata facendo derivare il nome Pattolo un ricco e potente signore del luogo, di cui si parla già nel secolo XII nella storia dell’Abbazia di Santa Maria in Val di Ponte.
Patulus” significa anche largo, aperto.
La piana che di Ponte Pattoli divide Casa del Diavolo e Ponte Pattali era attraversata dall’antichissima via “Romea“, che congiungeva Roma con il nord dell’Italia, passando per Città di Castello, per la quale, nei primi secoli del Cristianesimo e nel Medio Evo, transitavano folle di pellegrini.
Insediamenti romani sono documentati, si conserva anche una “Stele Funeraria” ritrovata nel 1700 nelle vicinanze del paese in località Campagnano, “toponimo prediale romano“, nei pressi del “fosso del soldato“.
Non è improbabile che Campagnano costituisse per i romani un buon punto strategico militare e costituiva un piccolo centro contadino il cosiddetto “Concialiabulum“.
Sulla stele vi è inciso un epitaffio di Publio Alceo, soldato della Corte Urbana della Centuria di Vero, in cui militò due anni, visse 22 anni e morì di passaggio, nel perugino.
L’epitaffio fu fatto dal figlio affezionatissimo “pientissimus” Pacilio Leone così recita:
D. Cavum M.
P. Pacili. AL.
CAEI MIL.
CHO. X. URB.
L. VERI. MIL.
ANNI. Il VIX.
ANNI. XXII P.
PACILIUS. LEO.
FIL. PIENTS ET
SIBI. FEC.

Tanto il padre che il figlio hanno lo stesso nome e prenome, distinguendosi con il solo cognome, uno Leone e l’altro Alceo Publio Pacilio.
Alceo forse morì mentre tornava da Aquilea assieme agli imperatori Marco Aurelio e Lucio Vero dopo che ebbero sconfitto le tribù dei Marcomanni (161-165) e le tribù dei Parti (165-168 a. C.) che attraverso la Pannonia si erano spinte fin là danneggiando l’Impero.
Ponte Pattoli cominciò a configurarsi come entità storica e geografica nell’alto Medio Evo quando, dopo la morte di Carlo Magno, si andarono formando nel perugino ed un po’ ovunque i piccoli feudi con altrettanti castelli e ville.
Si può con certezza stabilire che comunque già da allora, esisteva in quella zona un ponte sul fiume Tevere.
Nel 1155 Ponte Pattali è annoverato tra i domini e vastissimi possedimenti di Santa Maria di Val di Ponte (Montelabate) e proprio in quell’anno i monaci Valpontesi vi costruivano un ponte sul Tevere; per quest’opera vengono fatte donazioni di terreni.
Nel 1200 una grande peste infierisce su Ponte Pattoli causando la morte di tutto il bestiame e di molte persone.
Un’altra terribile pestilenza interessò il territorio nel 1348, ma come se non bastasse dovette subire le invasioni suscitate dai ribelli e dai nemici di Perugia e i gravi danni prodotti da una piena del Tevere che distrusse la strada fra tale comunità e “Fracta Jamperetole“.
Nel 1321 gli abitanti della Villa di Ponte Pattoli promisero al Magistrato di rifare in dieci anni il castello di là dal Tevere, e che si sarebbe chiamato “Castrum novum Pontis Pactuli” di modo che formassero una comunità autonoma da Civitella Benazzone dalla quale erano sottoposti.
Furono determinati i confini e si stabilì che il castello doveva essere circondato da un muro larghissimo, da un fosso e da un argine.
Di questo castello, così scrisse il Campano nella storia di Braccio Fortebracci nel libro Il “Oppidum ad occidente flumine abluitur Tiberi, qui vero in campos liberos ad orientem exit, latissimo cinctum muro etiam valloque munitur“.
Nel 1410 il capitano Braccio Fortebracci, occupò il castello di Ponte Pattoli ed il ponte stesso che fu ripreso dai perugini nel 1413, ma fu una vittoria fragile infatti nel 1416 Braccio non solo riconquista Ponte Pattoli, ma anche la stessa Perugia e il 19 luglio di quell’anno entra disarmato e trionfante nella città acclamato dalla folla.
Tra gli anni 1522 e 1529 si assiste a diversi fatti nefasti, infatti dapprima una grande peste, a fasi alterne, causò 40.000 vittime; a questa si aggiunsero due grandi carestie nel 1526 e 1527, ma la più grande carestia che si ricordi avvenne nel 1590, tanto che la gente per procurarsi il cibo compiva delitti orrendi.
In seguito alla carestia scoppiò una epidemia di tifo petecchiale che provocava la morte di 12 – 20 persone al giorno, in città furono calcolati in 3214 i morti, molti di più nelle campagne.
Nel 1598 si comincia a parlare di Ponte Pattoli come Comune, ma in realtà è una definizione fittizia in quanto non ha uno Statuto né autonomia (non sarà mai Comune), era quasi una “Circoscrizione” come la intendiamo ora dipendente dalla città madre infatti lo stemma di Ponte Pattoli era formato da due spade incrociate e collocate al di sopra di una fiamma, accanto vi era il grifo, chiaro riferimento a Perugia da cui dipendeva.
Agli inizi del 1600 il Tevere fece la più grande piena che si ricordi a memoria d’uomo, dopodiché nel 1611, dopo un estate con caldo tropicale, seguì una terrificante gelata e lo stesso fiume rimase ghiacciato per giorni e il freddo causò gravissimi danni alle piante (olivi, viti), al bestiame e alla popolazione; come se non bastasse nel 1621 sopraggiunse l’ennesima carestia.
Anche il 1700 non risparmiò le sue disgrazie infatti a causa delle carestie, delle esondazioni del Tevere e dalle avverse condizioni climatiche nel 1716 la città di Perugia, Ponte Pattoli ed altri castelli, vennero colpiti da una feroce pestilenza che in breve tempo uccise 4-5 mila persone.
La peste iniziò nel mese di maggio per concludere il suo triste percorso ad ottobre, il giorno della festa della Madonna del Santissimo Rosario, e nel paese di Ponte Pattoli in tale triste ricorrenza fu costituita la Compagnia del Santissimo Rosario che da allora ne celebra la ricorrenza e la festa.
Nel 1809 durante l’invasione francese, il governo napoleonico succedette a quello pontificio e Perugia divenne Vice-Prefettura del Dipartimento del Trasimeno e l’anno dopo a Perugia fu adottata la ghigliottina.
Tutto questo fino al 1814 quando cadde il Governo Francese e ritornò lo Stato Pontificio con il cambiamento del sistema civile.
Dopo l’Unità d’Italia è diventata (come lo era sempre stata) una frazione del Comune di Perugia.
A ponte Pattoli è attiva la Società filarmonica che essendo stata fondata nel 1831, sarebbe tra le prime sorte nel comune di Perugia.
 

Aspetto

Il vecchio castello è situato alla destra del Tevere, ai piedi del “colle Maggiore” (m. 457), poco resta della fortificazione solo dalla forma architettonica delle case e dalle vie strette si legge ancora il perimetro.
Un arco è rimasto a testimoniare la vecchia porta.
In un’abitazione sono state poste delle piccole mattonelle di marmo che ricordano il livello delle acque raggiunto nelle grandi piene del Tevere nell’anno 1896 e del 1944 di molto superiore alla prima.
 

Fonti documentative

O. Antonini – Ponte Pattoli e Contado – 1992
 

Mappa

Link coordinate: 43.172076 12.426088

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