Castello di Pomonte – Gualdo Cattaneo (PG)

Del castello restano tenaci ruderi della rocca Albornoziana che ancora dominano la bella valle del Puglia.

 

Cenni Storici

Sulle pendici della catena di monti che da Gualdo Cattaneo degradano fino a Bettona, Pomonte (come d’altronde i vari Piemonte, Piedimonte, Sotto il Monte), deve il suo nome alla posizione geografica; secondo alcuni deriva da “ Post Montem “, dopo il Monte, secondo altri da “Poggio di monte”.
Oggi la posizione è più pedemontana rispetto al primitivo insediamento sicuramente più a monte dove fin da tempi molto antichi si formarono le prime aggregazioni urbane.
I grandiosi resti del diruto Castello, che ancora si vedono, sul declivio del monte chiamato « Poggio delle Civitelle », sito sulla dorsale tra il comune di Gualdo Cattaneo e di Bevagna il cui termine richiama il latino “civitulecittadella così come i reperti archeologici rinvenuti in quella zona attualmente esposti al Museo archeologico per l’Umbria di Perugia, sono ascrivibili all’epoca romana.
Di una primitiva Pomonte “superior” parlano i resti del semi-diruto Castellaccio i cui resti alti e perimetricamente ridotti sono, dai cittadini del luogo guardati con amore come una reliquia.
I primi cenni storici del castello ne fanno risalire la fondazione al 1130 per opera del vicino e nobile paese di Gualdo Cattaneo.
Nel 1160 il Barbarossa che aveva già dato alle fiamme la vicina Spoleto, rea di ribellione, mandava agli assisani un diploma in cui affidava a tale contado il possesso di Pomonte come luogo di confine fino alla valle del Puglia.
Un secondo documento di Papa Innocenzo III diretto al vescovo di Assisi Guido datato 26 maggio 1198 in cui si descrivono le chiese, le cappelle,i monasteri della città e degli immediati dintorni, arriva a scrivere che sottostà alla giurisdizione del Vescovo assisano anche “ecclesiam sancte Marie de Pomonte”.
Pomonte appartenne anche ai conti di Antignano. (la contea di Antignano, castello posto sulle colline di Bevagna, comprendeva diversi possedimenti che spaziavano tra Bevagna e Gualdo Cattaneo).
Nel 1305 vennero convocati “ad parlamentum” nella cattedrale di Foligno i rappresentanti del castello di Pomonte per far cessare le ostilità contro il rettore Deoticlezio de Loiano, posto a capo del ducato di Spoleto.
Nel corso dei secoli Pomonte tu teatro di lotta e di contesa fra Todi e Bettona.
Verso il 1312 molti fuorusciti di Todi e di Bettona, dopo che questa località fu distrutta, si rifugiarono entro le mura di Pomonte.
In seguito ad essi si aggiunsero numerosi fuorusciti di Perugia.
Nel 1318 il castello insorse contro i guelfi rifiutando di pagare i tributi e di difendere la chiesa con le armi, proclamandosi seguace del conte Federico I da Montefeltro che stava imperversando nel territorio umbro.
Nel 1322 il castello fu assoggettato e reso tributario di Todi.
Nel 1368 fu Signore di Pomonte un certo Bonifacio da Rosciano, il quale ebbe aspre contese con i Michelotti di Perugia, con Tommaso di Mascio Ranieri, capitano di ventura, ed infine anche con la città di Todi, la quale riuscì verso il 1400 a scacciare da Pomonte, dopo aspri combattimenti, tutti i fuorusciti.
Nel 1415 Gregorio XII conferì al Castello il titolo nobiliare di baronia, facendovi costruire quello che a tutt’oggi si denomina Palazzo baronale.
Nel 1421 Pomonte passò sotto il dominio di Bettona, quando questa fu ricostruita dal Cardinale Albornoz e poi sotto il vicariato della famiglia Trinci di Foligno con Corrado XV, amico ed alleato dei Bettonesi.
Ma Todi volle ritentare l’occupazione dell’importante Castello e nel 1435 portò gravi distruzioni in tutto il territorio Piemontino.
Nel 1451 Pomonte si sottomise ai Signori Crispolti di Bettona e ne divenne feudo con bolla di Nicolò V, dello stesso anno.
I successivi pontefici non fecero che confermare questo stato di cose, finché nel 1658, sotto Alessandro VII, dopo la morte di Bonifacio Crispolti, Pomonte passò alle dirette dipendenze del Pontefice.
Tra la fine del sec. XVIII e l’inizio del XIX il feudo passò ai baroni Baldini di Orvieto e successivamente ai conti Bennicelli di Roma.
Nel 1943 il Palazzo Baronale fu scelto dai tedeschi quale alloggio per il comando e l’anno seguente fu oggetto dell’azione del gruppo partigiano che asportò tutto il materiale requisito dai militari d’oltralpe.
Oggi la struttura si eleva maestosa sopra un colle, circondata da una ricca vegetazione; a pianta quadrilatera, presenta agli angoli piccole torri contro-scarpate d’altezza pari alla metà del palazzo.
Attualmente Pomonte, posto tra colline boschive e olivate, è una delle principali frazioni del Comune di Gualdo Cattaneo.
Ecclesiasticamente appartiene alla Diocesi di Assisi.
 

Ambiente e tradizione

La vita e la cultura di questo luogo sono profondamente legate all’ambiente naturale.
Di grande interesse, il bosco, nella sua caratterizzazione talora di macchia mediterranea, dominio del leccio, del corbezzolo, dell’erica e del viburno, ma anche l’acqua risorgiva conferiscono a questo paesaggio una bellezza unica e fortemente caratterizzante, ne fanno una vera risorsa ambientale.
Il bosco fornisce inoltre materia prima (prevalentemente corbezzolo) per la produzione di carbone vegetale, attività economica ancora viva e che viene simbolicamente rievocata in occasione della Festa Paesana, manifestazione culturale promossa dalla Pro Loco di Pomonte che ricade ogni anno nel mese di agosto.
 

Fonti documentative

G, Boccanera – Gualdo Cattaneo : 2° Edizione – 1984
R. Marconi – Gualdo Cattaneo e i suoi castelli
V. Falcinelli – Per Ville e Castelli di Assisi – 1993
Cartellonistica sul posto
 

Mappa

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