Castello di Poggio San Dionisio – Valfabbrica (PG)
Cenni Storici
Il nome, Poggio S. Dionisio o Dionigi, deriva dal fatto che la chiesa parrocchiale è dedicata al Santo Areopagita; è stato ed è anche chiamato Poggio di Sotto o Inferiore in quanto esiste Poggio Morico o Superiore, più in alto.
Nel Medioevo ha spesso avuto il nome di Poggio del Priore in conseguenza del suo appartenere al priorato benedettino di Valfabbrica, ma nella stessa epoca era anche chiamato Poggio dei Porcelli, per il fatto che i Benedettini vi tenevano grandi allevamenti di maiali.
Poggio San Dionisio è stato anche detto, e lo è tuttora qualche volta fuori delle zone adiacenti, Poggio di Valfabbrica per distinguerlo dal Poggio Morico fino al 1929 appartenuto al comune di Assisi.
Il castello sorge a m. 508 slm., con una ottima veduta su colline e monti, fra questi si nota il Monte Catria, il Monte Pennino e il Monte Ingino col santuario dedicato a S. Ubaldo.
Fino allo scorso secolo i pendii circostanti erano coperti da estesi querceti che, come si è detto, hanno favorito l’allevamento di maiali, ma che oggi purtroppo sono scomparsi, sia gli uni che gli altri e le conseguenze della scomparsa dei boschi sono i frequenti dilavamenti torrenziali che devastano i campi coltivati.
Da un diploma dell’imperatore Federico I, dell’anno 1160, risulta che il confine tra Perugia ed Assisi passava per Monte Luciano, quindi per Poggio di Sotto (Podii Vallisfabrice) detto anche Poggio del Priore, arrivava alla Barcaccia o Barcamara e da qui salendo verso il canneto di Giomisci, giungeva a Formicino, cioè l’attuale Coccorano che in quel tempo era compreso nel territorio di Assisi.
La zona verso nord nei pressi di Barcaccia, o Barcamara, segna anche il confine tra Perugia, Gubbio, Assisi, tanto che vicino al Ponte sul Risacco c’è un toponimo chiamato “Fosso dei tre Vescovi” ed è il confine delle tre diocesi di Nocera, Gubbio ed Assisi.
Dalle Carte dell’Archivio di S. Rufino si sa che nel 1232, Poggio S. Dionisio è balia di Assisi: ha 50 famiglie ed è chiamato Poggio di Valfabbrica, ma può essere appartenuto, forse fin dalla sua fondazione (che si suppone nella prima metà del sec. XIII) ai Suppolini di Casacastalda, che parteggiavano per Perugia.
La balìa di Poggio S. Dinisio collabora col comune di Assisi, nel 1304, pagando una tassa, per la decima parte dell’acquedotto che si sta costruendo alla Costa Treccase (Costa di Trex), al voc. Aiole, pari a 27 libbre e 10 soldi.
Nel 1417 il Poggio appartiene ancora alla giurisdizione assisana.
Questo borgo è stato spesso coinvolto nelle vicende medioevali legate alle contese tra la città di Perugia ed Assisi per il controllo del territorio di Valfabbrica, infatti già nel 1496 le cose sono cambiate infatti troviamo a Poggio, quale vicario per Perugia, Cristoforo Scialacqua che lo è pure per Casacastalda, anche se ha pagato una tassa di 14 libbre nel 1469 per il Perdono di Assisi; è da poco tempo che il castello “spontaneamente” si è sottomesso ai perugini; nel seguente anno il suddetto Cristoforo venne dai perugini nominato “conestabilis“.
Nel I560 il castello appartiene al Contado di Porta Sole e paga una libra (tassa annua che ciascuna comunità o castello doveva corrispondere alla città di Perugia sul valore dei propri terreni o valsente) di 2010 fiorini.
Nel 1500, in un documento del comune di Assisi, si legge: “Communitas Peroscia occupat et occupatum tenet castrum Podii inferioris cum et eius territorio” cioè Perugia tiene sotto la propria giurisdizione il castello e territorio di Poggio Inferiore, nonostante Assisi ne rivendichi la proprietà attraverso un’istanza ad Alessandro VI.
Nel 1572 la domanda che di nuovo fa Assisi alla Sede Apostolica, per riavere Valfabbrica e Poggio di Sotto, viene respinta.
Gli uomini della comunità di Poggio di Sotto in data 8 luglio 1546, fanno istanza al Legato di Perugia perché siano mantenute a detto castello quelle condizioni che, allo stesso, erano state promesse all’atto della sua sottomissione alla città di Perugia.
A seguito della suddetta istanza, quella popolazione poté ottenere dal Legato pontificio le seguenti
concessioni:
“Esenzione per 25 anni da qualsiasi contributo o spesa, ad eccezione di quella per l’officiale che doveva risiedere nel castello; difesa dai nemici, in particolare dagli assisani; somministrazione di grano in tempo di carestia al prezzo praticato agli altri abitanti del territorio perugino; corresponsione alla città di Perugia di tasse nella stessa misura stabilita per gli altri castelli“.
Nell’anno 1779 Marino Rotondi, custode delle Pubbliche Mappe, ci dà una planimetria del Poggio di Sotto e dice che appartiene alla città di Perugia, mentre Valfabbrica è sotto la legazione di Urbino come da Atti notarili di Francesco Maria Mattei di Perugia, di Biagio Epifani di Assisi e di Alessandro Anzidei da Gubbio.
E’ solo con l’unificazione d’Italia che Poggio, con Casacastalda, è passato al comune di Valfabbrica.
La famiglia Baglioni ebbe qui residenza e proprietà e si suppone che la casa parrocchiale fosse il mastio del castello, abitato saltuariamente da questa famiglia, o da chi per essa, o per Perugia.
La famiglia Uffreducci detta poi dei Prudenzi ebbe il titolo di Conti del Poggio di Valfabbrica.
Aspetto attuale
Il borgo era protetto da una importante cinta muraria tutt’ora evidente, purtroppo il complesso interno del castello ha subito notevoli trasformazioni, ciò nonostante una bella torre è ancora presente in posizione panoramica sul versante verso Valfabbrica.
Fino al1939 la torre civica posta a destra della facciata della chiesa, è servita come torre campanaria, poi abbandonata perché, rifuse le campane, è stata ad esse destinata la nuova sede sopra un muro della sacrestia.
Si conserva una buona parte della cinta muraria mentre si è in parte persa quella ad est che in origine doveva contenere anche la porta di accesso; diversi edifici hanno mantenuto la loro architettura medievale.
Fonti documentative
V. Falcinelli – Per Ville e Castelli di Assisi – 1982
A. Fortini – Nova Vita di S. Francesco d’Assisi – Ediz. I959,
G. Bensi – Il Castello di Casacastalda e la sua Pieve – 1974
Cartellonistica in loco
Da vedere nella zona
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