Castello di Petrata – Assisi
Cenni storici
Il castello è situato in posizione panoramica collinare, distante 5 chilometri da Assisi, vicino a Pieve San Nicolò, lungo il sentiero francescano.
Il nome sembra sia derivato dalla ricchezza di cave di cui godeva la zona da cui si estraeva la corniola, tipica pietra di Assisi.
La posizione dominante, consente un’ampia vista panoramica su Assisi e sulla vallata umbra.
Nei dintorni si notano i toponimi di Colle del Gallo, Ponte del Gallo e la Fonte dei Francesi, che secondo alcuni storici ricordano possibili accampamenti dei Galli.
Nel 1232, in un censimento ordinato dal podestà Apostolo, Petrata con le vicine Nocigliano e Mosciole, contava 67 famiglie ed appartenevano tutte alla balia del podestà.
Si presume che in origine sia stato concepito come villa, ma divenne oggetto di opere di fortificazione, probabilmente da parte di Sperello Sperelli nel 1496 insieme ai castelli di Porziano e Pieve San Nicolò, per difenderli dai continui attacchi dei Baglioni.
I lavori delle opere strutturali furono realizzati sotto il diretto controllo di Jacopo Fiumi.
Terminati i lavori, San Nicolò e il suo circondario si svincolarono, nel dicembre 1497, dall’obbedienza di Assisi mettendosi sotto la giurisdizione di Giovanni Sforza.
Nella seconda metà del ‘500 del Sacro Convento di Assisi la concesse in enfiteusi.
Fino al 1666 era di proprietà di Antonio Sperelli avvocato e gonfaloniere a San Severino Marche che aveva sposato la gentildonna assisana Giulia Filippucci dalla quale ebbe 13 figli.
Nel 1681 compare come juspatronato dei signori Donati di Assisi.
Nei pressi del castello vi era una chiesa dedicata a San Pietro, la stessa venne poi progressivamente abbandonata, ma ricostruita intorno al 1700 all’interno del maniero da parte di Giovanni Tini e di don Giuseppe Tini, suo fratello, parroco di Paradiso, in memoria di un loro congiunto missionario.
Da ciò si deduce che in quel tempo era passata di mano alla famiglia Tini di Assisi.
L’antica struttura militare aveva nel frattempo perso progressivamente la sua funzione difensiva fino a diventare residenza di campagna e ricovero per animali, sempre di proprietà della famiglia Tini.
Sante Tini, di famiglia cittadina di Assisi dal 1794, fu aggregato ai gonfalonieri di Gualdo Tadino.
Il figlio di Sante, Giovanni Battista Tini, sposò a Perugia il 27 giugno 1816 la possidente Teresa Giovio, figlia di Francesco e Maria Montesperelli.
Durante la Repubblica Romana (1798-99), Antonio Tini ricoprì la carica di “edile” di Assisi per le località di San Gregorio e Petrignano, mentre Giuseppe Landrini era “aggiunto” per il Comune di Assisi.
Nel 1833 Gualdo di Nocera fu elevata al rango di città e assunse il nome di Gualdo Tadino. La deputazione araldica locale inviò una relazione al pontefice Gregorio XVI (1831-46) in cui evidenziava le famiglie nobili della città, tra cui figurava anche quella di Giovanni Battista Tini di Assisi.
Nel ‘900 dai Tini passò all’impresa edile campana Affuso e nel 1996 fu acquistata dai coniugi Romualdo Landrini, ingegnere e Giuseppe Orbi, architetto, che hanno trasformato l’antico rudere castellano in una residenza d’epoca.
Fonti documentative
Castelli Fortezze e Rocche dell’Umbria di Danele Amoni Edizioni Quattroemme 2010
Da vedere nella zona
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