Castello di Pesciano – Todi (PG)

 

Cenni storici

Secondo una tradizione popolare il nome Pesciano corrisponde alla volgarizzazione del termine “Pisarco” e allude a un nobile di Pisa fuggito dalla sua città che avrebbe provveduto alla costruzione del castello.
Nel XIV secolo Pesciano contava cinquantacinque fuochi, e le sue proprietà si estendevano fino a Sismano.
Nel 1350 i suoi 146 abitanti ottennero la cittadinanza tuderte.
Nel 1421 il castello fu ricostruito e fortificato, con le resistenti mura che ancora oggi restano intatte.
In passato, lungo il torrente Amata, ricco di pesce, si vedevano numerosi molini per grano ed olive, non ancora del tutto scomparsi. Notevole anche un ponte romano in buono stato di conservazione.
Ai piedi del colle, non lontano dal paese, si trova la chiesetta dedicata a Sin Liberatore, sorta a proteggere una graziosa maestà quattrocentesca. Gli abitanti di Pesciano (ai quali, nel 1550, Todi concesse il privilegio della cittadinanza) celebrano, il 17 agosto di ogni anno, la festa di San Liberatore, il quale, insieme a Sant’Angelo e Sant’Erasmo, condusse vita di penitenza e di preghiera sui monti di Cesi.
Viva è la devozione per l’antico eremita, tuttora creduto sommamente miracoloso: ai piedi della sua statua i malati gravi fanno accendere ceri votivi, che, qualora stentino ad ardere, costituiscono l’indizio e la premessa di morte certa.
Ricordiamo, presso il castello, la Cappella di Sant’Anna (la cui pietra d’altare è certo assai antica), la Chiesa di Sant’Egidio (della quale non si hanno più tracce) e in mezzo al bosco, sulla destra della strada da Todi, gli avanzi del vetusto oratorio romanico (forse del X sec.), detto di San Giovanni de Scoplellis.
 


 

Parrocchiale di San Lorenzo

Ormai caduta in rovina l’antica parrocchiale di San Lorenzo, in epoca imprecisata, la sede parrocchiale fu trasportata in un’altra chiesa, entro le mura castellane e consacrata allo stesso martire romano.
Quest’ultima, attuale parrocchiale, fu poi, nel 1946, ricostruita quasi dalle fondamenta.
Si tratta di un impianto a navata unica, intonacata e tinteggiata, coperta a falde sorrette da tre archi diaframma a tutto sesto, poggiati su piedritti addossati alle pareti laterali; il presbiterio, sollevato di un solo gradino e terminante in un’abside quadrata, ospita l’unico altare presente, realizzato in marmi policromi. Intonacata, rifinita con motivo rigato a falsi ricorsi, e cornici in travertino, si presenta anche la facciata del tempio, a due spioventi, inserita nel tessuto edilizio dell’antico castello, caratterizzata dal solo portale d’ingresso, con lunetta, e dalla sovrastante bifora; le pareti laterali presentano, al contrario, una finitura diversificata, con la porzione inferiore intonacata e quella superiore in pietra, segno tangibile della profonda ristrutturazione subita dall’edificio alla metà del secolo scorso. Il campanile a torre, anch’esso di recente fattura, in pietra a vista e terminante a cuspide, è collocato sul retro del fabbricato.
 

Fonti documentative

Da “Todi e i suoi castelli” di Franco Mancini 1960

http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it

 

Nota di ringraziamento

Si ringrazia la Diocesi di Orvieto – Todi per la disponibilità e per aver concesso l’autorizzazione alla pubblicazione.
 

Da vedere nella zona

Foresta fossile di Dunarobba
Castello di Dunarobba
La Fortezza di Dunarobba
Castello di Sismano
Castello di Montenero
Castello di Vasciano
 

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