Castello di Papigno – Terni
Cenni Storici
Il centro domina la Valnerina dall’alto dei suoi 222 m.s.l., posto nelle vicinanze della Cascata delle Marmore, la sua storia è strettamente legata a quella del famoso salto d’acqua, in quanto, in epoca industriale, la centrale di Galleto (vocabolo appartenente a Papigno) ha prodotto energia idroelettrica per gli scopi industriali della città di Terni, e ciò, unitamente allo sfruttamento dell’idrocarburo, ne ha sancito la crescita economica, ma, nel contempo l’ha reso uno dei centri storici minori più trasformati dall’industrializzazione: sono ancora visibili i tetti “impolverati” dall’inquinamento prodotto dalla fabbrica della Società Italiana per il Carburo di Calcio.
Dal paese si ha una visione complessiva della fabbrica sottostante, della cava e delle condutture per la Centrale idroelettrica.
Il complesso industriale è ormai chiuso da decenni ed è diventato famoso per le riprese del film di Benigni “La vita è bella”.
Il territorio di Papigno ha riportato alla luce più volte testimonianze romane all’esterno del centro abitato, che si è formato durante i primi secoli del Medioevo su un rilievo isolato e in posizione privilegiata per la difesa e l’avvistamento dei due assi viari importanti: la Valnerina e la Via Curia, che salendo le pendici del monte Sant’Angelo fino alle Marmore, conduce a Rieti.
La prima menzione del castello risale al 1220, quando alcuni rappresentanti della famiglia degli Arroni concedono al comune di Terni il castello in pegno di un prestito di 1300 lire lucchesi.
Nel 1225 in seguito alla mancata restituzione del prestito, il comune di Terni acquista Papigno per 2825 lire lucchesi e senesi.
Dal XIII secolo in poi Papigno seguirà le sorti di Terni, cercando più volte di affermare la propria autonomia, ma senza successo.
L’impianto urbano medievale è ben conservato, lo schema urbanistico è formato da file di abitazioni disposte in allineamenti paralleli, secondo la direzione di penetrazione del paese.
Il Borgo dovette subire la quasi totale distruzione, causata da un terremoto, nel 1785.
Il suo aspetto odierno ha i segni inconfondibili dell’edilizia ottocentesca.
Anche la chiesa dell’Annunziata, che domina dall’alto il castello, fu rasa al suolo e riaperta al culto solo nel 1795, sotto il pontificato di Pio VI, che ne aveva promosso la ricostruzione, come risulta da una lapide apposta all’interno.
Notevoli i palazzi Salvati e Zenoni.
Nei pressi di Papigno, nel dicembre 1798, il generale francese Lemoine sconfisse i napoletani, comandati dal generale Mark, molto superiori di numero (Battaglia di Terni).
Comune autonomo facente parte fino al 1927 della provincia di Perugia, fu accorpato nello stesso anno al comune di Terni.
Attraversata dalla strada statale 209 “Valnerina“, Papigno era servita, nel periodo compreso tra il 1901 e il 1960, dalla tranvia Terni-Ferentillo, un’infrastruttura nata per agevolare il trasporto delle merci e delle persone lungo la valle della Nera, promossa dalla medesima società che possedeva lo stabilimento per la produzione di carburo.
Fonti documentative
Lamberto Gentili, Luciano Giacché, Bernardino Ragni e Bruno Toscano, L’Umbria, Manuali per il Territorio. Terni, Roma, Edindustria, 1980
http://www.umbriaonline.com/
http://cinecittastudios.it/
https://it.wikipedia.org/
Nota
La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini