Castello di Panicale – Panicale (PG)
Cenni storici
Il castello di Panicale è un castello di poggio e per la posizione che occupa è stato definito “Terrazza del Trasimeno” ed è considerato uno dei più belli e puri esempi di medioevo Umbro – Toscano.
Sorge sullo spartiacque che divide il bacino lacustre del Trasimeno dalle valli fluviali del Nestore e del Chiana, in uno splendido cono panoramico che abbraccia l’Umbria e la Toscana meridionale.
Sull’etimologia del nome sono state formulate ipotesi contrastanti, fra queste (Pan Kalon: dove tutto è bello, Pani calet: consacrato al dio Pan), la derivazione più probabile é da Panico o Pan Colis, e cioè Luogo dove si coltiva il Panico la cui spiga compare nell’araldica comunale.
I primi insediamenti abitativi risalgono presumibilmente al 2° millennio a.C., ma la vera storia di Panicale cominciò con gli etruschi, quando era compreso nel territorio della lucumonia Chiusi, e si affermò in epoca romana, sotto la quale divenne importante castrum e svolse un ruolo essenziale per il controllo dell’accesso alle valli umbre dalla via Cassia.
Notizie sul castello si hanno dal 917, quando Berengario I, marchese del Friuli e dal 915 imperatore, dette in feudo le corti di Panicale e di Paciano a Uguccione II di Bourbon.
Successivamente al dominio longobardo, fu da Carlo magno compresa fra i possedimenti del Marchese di Toscana.
Nel XIII secolo entrò stabilmente nell’orbita del comune dominante di Perugia, che negli anni ’70 del XIII secolo aveva intrapreso una politica di forte espansione nel contado, rafforzando le difese di alcuni castelli in posizione strategica nella valle del Tevere, verso il lago Trasimeno e la Val di Chiana.
Nel 1276 i perugini fecero ricostruire le mura di Panicale e divenne una vera fortezza che andò via via aumentando di importanza e, grazie anche alla concessione di un mercato settimanale che durò fino a meta del 500, fu centro di riferimento di tutta la zona.
Le mura furono di nuovo risarcite nel 1312, nell’occasione della discesa in Italia dell’imperatore Enrico VII, che pose l’assedio al castello ma non riuscì a conquistarlo.
Nel 1316 risale un fatto importante: è testimoniato, infatti, il primo abbozzo della compilazione di uno Statuto vergato in lingua latina dal notaio Pietro di Vannuccio Vannucci, che sarà elaborato e modificato negli anni 1356 e 1386.
Successivamente, nel 1484, il suddetto documento sarà tradotto in volgare per facilitarne la comprensione ai cittadini.
Nel 1386 Perugia acconsentì che allo stemma di Panicale fosse aggiunto il Grifo rampante, in ringraziamento dell’aiuto ricevuto dal condottiero di ventura Boldrino Paneri da Panicale.
L’ultimo ampliamento delle mura risale agli anni 1479-80, alla quale epoca risale il torrione rotondo nei pressi della Porta Perugina.
Nel 1506 vi sosta il papa guerriero Giulio IIII, come già avevano fatto Innocenzo III nel 1216 e Alessandro VI nel 1495 confermandola “Terra illustre”.
Durante l’epoca rinascimentale, Panicale vive un periodo di sviluppo economico, espansione territoriale e di generale benessere, che consente la realizzazione di diverse opere d’arte da parte di artisti celebri come Il Perugino.
Nel 1540 Perugia viene conquistata dallo Stato pontificio che manterrà il controllo sulla zona.
Danneggiata nel 1643 durante la guerra barberina, ebbe in seguito vita tranquilla fino alla dominazione francese, infatti nei giorni dell’undici e del dodici maggio del 1798, l’esercito napoleonico entra in Panicale e decreta la sospensione del potere papale.
Durante questo periodo divenne cantone, e vennero introdotte nuove leggi, norme e regolamenti che sostituirono il vecchio Statuto del 1316.
Nel 1860 si assiste alla sua annessione al Regno d’Italia.
Aspetto
L’attuale struttura architettonica del paese conserva perfettamente la sua forma ellittica ed è da ricollegarsi alle numerose modifiche eseguite fra la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo, anche se alcune torri e torrioni furono aggiunte successivamente.
Le strade curvilinee si sviluppano intorno al colle con al centro la piazza della corte dominata dal palazzetto trecentesco del Podestà e via via seguendone i dislivelli del terreno, per cui l’intero abitato realizza una rara forma antica che si riscontra poi anche nella fascia muraria.
Le tre piazze, a tre diversi livelli associati simbolicamente con i poteri economico, religioso e politico, sono in asse fra di loro e con le due porte opposte.
Le abitazioni disegnano anelli concentrici che assecondano l’altimetria del monte, interrotte da ripide scalinate, seguendo il percorso avvolgente delle vie interne.
Presenta un torrione quasi circolare di notevole sporgenza e una torre rettangolare fortemente speronata, con due feritoie, grande stemma fiorentino e loggia ad archi a tutto sesto, poggiante su base possente a beccatelli.
La Porta Fiorentina è caratterizzata da un arco a tutto sesto in arenaria, conserva ancora alcuni cardini dell’antico ponte levatoio, mentre Porta Perugina è stata ricostruita nel 1898 per agevolare il passaggio dei mezzi.
Piazza Umberto I fu realizzata in modo da consentire lo scolo delle acque nel pozzo centrale, sostituito nel 1473 dalla rinascimentale cisterna in travertino che si sviluppa sotto gran parte della piazza.
La strada attuale corre sopra il fossato che contornava le mura.
Fonti documentative
L. Festuccia – Guida a Panicale ed al suo Territorio – 1998
Sabrina Caciotto ed Elvio Lunghi – Panicale in Umbria: il castello e il suo territorio – 2009 versione bilingue.
https://it.wikipedia.org
Cartellonistica in loco