Castello di Morruzze – Baschi (TR)

Dalla piazzetta del paese, si ha una veduta panoramica fino alla chiesa della Consolazione di Todi.

 

Cenni storici

Era una villa come Morre, denominata “villa Morrutiarum” poi trasformata in castello tra il 1147 e il 1149.
Sebbene il nome la faccia sembrare più piccola della sua vicina, nel censimento del 1290 era più popolosa e contava 75 abitanti.
I Morruzzesi erano montanari forti e laboriosi, conducevano una vita dura e la loro risorsa erano i boschi, ove le cronache dell’epoca narrano la presenza di cervi, cinghiali, orsi e lupi.
Di carattere fiero e orgoglioso mal sopportavano le corvèes che chiedeva loro la città di Todi, da cui dipendevano, ma anche loro, nel 1297, dovettero prendere parte alla ricostruzione del castello di Montemarte.
Nel corso della loro storia si registrano molti eventi infausti: la peste del 1348, l’occupazione, al finire del XV secolo, delle truppe di Carlo VIII, che depredarono le povere famiglie di quanto avevano, e la violenza di Altobello Chiaravalle, ghibellino, che poi fu sconfitto e trucidato ad Acquasparta.
I collegamenti con la città di Todi erano tenuti da funzionari scelti fra i proprietari terrieri più facoltosi; finito il mandato entravano a far parte della nobiltà todina.
Nel 1528, alleati con la vicina Morre, sconfiggono il potente Angelo degli Atti, difendendo il controllo degli usi civici.
Nel 1571, essendo diminuito il numero degli abitanti, solo 51, la parrocchia di San Giovanni fu unita a quella di Sant’Andrea delle Morre.
Nel XVII secolo, le Morruzze divennero proprietà dei signori Paparini che ingrandirono il palazzo e fondarono l’oratorio di Sant’Ambrogio.
Morruzze, con l’occupazione francese, fece parte della Comune di Civitella, Cantone di Baschi.
Nel 1828 divenne frazione di Acqualoreto come Morre.
Il 10 luglio 1908 fu istituita la Comunanza agraria, e di essa fecero parte gli abitanti dei due castelli, Morre e Morruzze, insieme a tutti quelli domiciliati da non meno di 25 anni.
Oggi l’insediamento è quasi spopolato, ma presenta elementi di indubbio interesse.
 

Aspetto

La piazza principale è dedicata a Cesare Paparini e su di essa affacciano gli edifici più cospicui.
Appena all’inizio, a sinistra per chi proviene da Morre, v’è il piccolo oratorio di Sant’Ambrogio, di proprietà privata e di fatto cappella funebre della famiglia Paparini.
Al centro della piazza si trova un bel pozzo, più avanti una malridotta fontanella e il prospetto frontale di un’interessante edificio, il granaio, probabilmente seicentesco, coevo quindi a Palazzo Paparini e che di fatto era la “fabbrica” della famiglia di possidenti terrieri.
Al piano terra erano conservati gli attrezzi per la lavorazione della terra, il mulino e, probabilmente, le stalle del bestiame.
Al primo piano raggiungibile tramite una bella scalinata ci sono i grandi stanzoni destinati all’immagazzinamento del grano e alla conservazione delle olive, che poi tramite una tramoggia erano convogliate al sottostante frantoio.
In fondo a sinistra, in un piccolo annesso, si trovano i resti di un modesto caseificio.
Sempre sulla piazza si affaccia Palazzo Paparini, circondato da un vasto parco di piante secolari e protetto da un muro di cinta in pietrame misto.
Il complesso, di aspetto seicentesco, è composto da più corpi di fabbrica collegati tra loro, ristrutturati in epoche differenti, comunque bene armonizzati dal punto di vista architettonico: la bella torre merlata quadrangolare in pietra alta tre piani, il fabbricato adiacente, anch’esso su tre piani, sviluppato lungo il lato maggiore con accesso diretto sulla piazza, il fabbricato retrostante, in comunicazione interna con i precedenti, su tre piani e soffitta, cui si accede anche dall’esterno, tramite un accesso frontale carrabile.
Di seguito a Piazza Paparini si trova la Chiesa di San Giovanni Battista, che affaccia sull’omonima piazza.
 
 
 

Chiesa di San Giovanni Battista

L’inventario della “Cura di S. Giovanni Battista della Villa delle Morruzze“, redatto nel settembre 1824, ignora “da chi sia stata benedetta, essendo immemorabile, consacrata già non è“.
La data più antica rilevabile, il 1559, si trovava su un antico dipinto a muro, coperto da un altro più recente.
L’impianto attuale della Chiesa di San Giovanni Battista di Morruzze risale alla fine del XIX secolo, riedificato, in stile sostanzialmente neoromanico, sul precedente tempio.
 

Aspetto esterno

Realizzato in pietra, i prospetti esterni sono intonacati; in particolare, la facciata a doppio spiovente, coronata da archetti pensili, è qualificata dal solo portale ligneo, con cornice in travertino, e dal sovrastante rosone, con cornice in stucco; delle paraste cantonali non restano invece che poche tracce.
La torre campanaria in pietra è collocata in corrispondenza dello spigolo anteriore destro, all’interno del perimetro dell’edificio.
 

Interno

L’interno è ad aula unica, sviluppato su tre campate e coperto con una doppia falda sorretta da archi diaframma a tutto sesto, poggiati su paraste tuscaniche; la zona presbiteriale è sollevata, rispetto alla navata, di un solo gradino e si conclude con un’abside semicircolare coperta da catino.
L’ambiente liturgico si presenta intonacato e tinteggiato, con due altari laterali originali, in marmo come il vecchio altare maggiore e ciò che rimane della balaustra.
 

Chiesa di San Vincenzo

Ai margini dell’abitato e dopo il parco di Palazzo Paparini, si trova la Chiesina di San Vincenzo di proprietà privata.
Ha caratteristiche cinquecentesche, testimoniate dal bel portale sormontato da una piccola finestra, il semplice interno contiene il monumento funebre di Lavinia Giannini.
Una curiosità, Cesare Paparini, ricco proprietario terriero cui è dedicata la piazza principale di Morruzze, nel 1923 sposò Gina Palmucci, cui era legato da anni, celebre soprano col nome d’arte Nera Marmora.
Gina morì a causa una nefrite il 15 aprile 1924, pochi giorni dopo aver dato alla luce la figlia Maria Luisa.
 

Ringraziamento

Si ringrazia la signora Beattie Patricia per la sua cortesia e competenza.
 

Fonti documentative

Giorgio Gomez, Margherita Bergamini, Enzo Nunzi, Filiberto Vici Civitella castelli, ville, paese, chiese di una massa di Todi

http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/schedacc.jsp?sinteticabool=true&sintetica=true&sercd=88604#

https://it.wikipedia.org/wiki/Nera_Marmora

La foto dell’interno della chiesa di San Giovanni Battista è stata tratta dal sito: http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/AccessoEsterno.do?mode=guest&type=auto&code=88604&S._Giovanni_Battista
 

Nota

La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
 

Nota di ringraziamento

Si ringrazia la Diocesi di Orvieto – Todi per la disponibilità e per aver concesso le autorizzazione alla pubblicazione delle foto degli interni delle chiese.
 

Mappa

Link alle coordinate

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