Castello di Morcella – Marsciano (PG)

Il castello di Morcella si trova, ad ovest di Marsciano, lungo il corso del Nestore.

 

Cenni Storici

La storia del paese di Morcella è remota e citata già nel 900 a.c.
Secondo alcune ipotesi, il nome deriverebbe da quello della dea Murcia che era poi Venere, adorata dai romani sotto quel titolo per avere preso a protezione le mura, e tra l’altro questo nome Murcia o Murzia viene da mirto e da mirteto pianta sacra a quella dea.
Sono state rinvenute nel periodo del Risorgimento anche delle tombe appartenute a generazioni molto remote.
Nel 1027 la chiesa del paese viene citata in un documento di Corrado il Salico, che la conferma possesso del monastero di San Pietro di Perugia.
La prima memoria di storia civile che si ha di questo castello risale alla venuta di Arrigo VII di Lussemburgo (1312), il cui esercito lo devastò e l’incendiò: ma l’anno seguente fu per ordine dei magistrati perugini rifabbricato, ordinando a quelli che l’abitavano di ritornarvi, dando loro l’esenzione dai dazi per tre anni.
Ludovico il Bavaro per compensare i Conti di Marsciano della fedeltà da essi mostratagli e degli aiuti che gli avevano prestato nel conflitto con Arrigo VII, donò loro con suo diploma anche questo castello nel 1328.
Nel 1379 durante l’edificazione del castello di S. Enea, gli uomini di Morcella furono obbligati dalla città a contribuire a detta fabbrica con venti fiorini d’ oro, da sborsarsi entro il mese di marzo.
Trovandosi fuorusciti i Raspanti nel 1310, duecento di essi guidati da Libriotto di Porta Sole, assalirono di nottetempo la Morcella che era presidiata con numerosi soldati, i quali inflissero agli assalitori notevoli perdite, uccidendo lo stesso Libriotto insieme ad altri, e facendone prigionieri dieci, due dei quali furono impiccati a Perugia.
Gli Annali Decemvirali registrano parecchie concessioni elargite agli uomini di Morcella.
Nel 1399 questi ottennero dal Consiglio generale di Perugia l’esenzione dai dazi per tre anni al fine di restaurare le mura del castello: nel 1411 ne furono pure dispensati in conseguenza della loro miseria per la guerra e la carestia.
Nel 1414 il Consiglio decretò che “quei di Morcella dovessero rifarsi le mura del castello nei punti dove ritenevano che fossero più necessari per la difesa, e che per ogni canna di muro che avessero fatto, dovessero essere pagati dalla città con dieci fiorini“.
Nel 1431 fu stabilito dal Consiglio che il ponte sul Nestore, ridotto in condizioni di estremo pericolo, fosse compreso nel numero degli altri ponti del perugino, per cui la riparazione era a carico della città.
Con ciò si esoneravano gli abitanti del castello dal doverlo restaurare e a tutte loro spese, venendo aiutati dalle contribuzioni di tutti i castelli e ville adiacenti.
Altre elargizioni ed esenzioni furono accordate agli uomini di Mortella per il riadattamento del castello e delle mura nel 1439, nel 1446, nel 1470, nel 1478 e nel 1480.
Quando nel 1428 furono istituiti i Capitani del Contado, per lo stipendio di quello di Porta S. Pietro da cui dipendeva, Mortella fu tassata per otto fiorini.
I cronisti perugini narrano alcuni episodi avvenuti in questo castello.
Nel settembre del 1534 mentre in Perugia si era incerti se papa Clemente VII fosse ancora vivo o morto, e regnando perciò gran disordine, Baldassarre della Staffa con trecento uomini disse di volere andare a Roma, e si recò invece a Morcella “a discritione con molte insulte, micidie svergogniare, robare e altre vituperose cose, quali a li tramontane saria suto assaie; e cusì stero una quantità de dì”.
Da Morceila il poco gradito ospite andò a fare scorrerie a S. Elena, mentre Camillo Campagna entrò a Cerqueto, e Prospero della Corgna a Castel delle Forme con ingenti soldati.
En questo frangente el capitano lacomo Tabusse da Spoleto, e Ceccho Signorelli con molte fantacine entrarono nell’Olmeto, e così stero più dì senza molestasse”.
Nell’archivio parrocchiale di Morcella si conserva un libro dei matrimoni cominciato dal priore Paolo Minimi nel 1644, nelle cui prime due pagine ha registrato questo fatto accaduto nel settembre del 1643.
In quest’epoca l’esercito fiorentino di Mattia dei Medici era accampato presso S. Biagio della Valle, e un distaccamento di 500 cavalli e 300 fanti sotto il comando di un tal Cane, capitano della guardia di Mattia, venne a fare rifornimento all’Olmeto saccheggiandolo, e lo stesso fecero a S. Elena e a Cerqueto.
Venuti presso a Morcella, furono scambiati alcuni colpi di moschetto, fin tanto che fu mandato dai soldati un trombettiere per ottenere la resa del castello, promettendo agli abitanti salva la vita, gli averi e l’onore, e chiedendo un po’ di rinfresco per i soldati e cavalli.
Consentirono gli abitanti e aprirono le porte ai soldati, i quali invece misero a sacco il castello facendo prigionieri Gio. Battista Minimi fratello del priore parroco, Simone della Palla, Innocenzo di Gualtiero, Luca di Sante ed altri delle più ricche famiglie del luogo, i quali furono tutti trattenuti un giorno e una notte volendo da ciascuno una buona quantità di denaro: ma poi furono liberati.
Due giorni dopo il sacco, l’esercito fiorentino si portò a S. Valentino e il saccheggio alla Morcella durò diciotto giorni continui, tanto che non vi rimase più nulla.
Dopo diciotto giorni passò alla Spina, e il Medici mandò alla Morcella un caporale con dieci soldati a guardia del grano e del castello, affinché avesse protezione, ma soprattutto a difesa del molino situato davanti al castello di proprietà dei signori Alfani, dove fu eretta una buona trincea, per consentire di macinare notte e giorno il grano, e poter mandare la farina al quartier generale, ossia a Spina.
Dopo quindici giorni l’ esercito levò il campo da Spina e lo portò al Mandoleto.
Poco dopo vennero in Morcella ventidue cavalieri, che, incontrato sulle rive del Nestore il priore parroco, scrittore di questa memoria, gli tolsero la carabina, cinque piastre e perfino il breviario, ma fortunatamente non vi furono mai incendi o ferimenti come negli altri paesi.
La storia recente ricorda il passaggio al Comune di Marsciano dopo l’Unità d’Italia.
La storia recentissima ci parla della caduta della “chiusa“, così come la chiamavano i porcellini;
essa fu edificata nel 1917 per modificare il corso del fiume Nestore e la potente esondazione del 12 novembre 2012 l’ha distrutta.
 

Aspetto

La pianta attuale del paese rimasta intatta, le vie ampie, gli archi gotici incastonati nelle abitazioni, e le architetture medievali ancora leggibili.
 

Fonti documentative

Ascenso Riccieri – Memorie storiche del Comune di Marsciano fino a tutto il secolo XVI – 1814

https://it.wikipedia.org/wiki/Morcella

http://www.comune.marsciano.pg.it/

F. Cavallucci – Marsciano – 2005
 

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