Castello di Montignano – Villa San Faustino di Massa Martana (PG)

Il castello è diventato un elegante residenza d’epoca.

 

Cenni storici

L’antico centro, chiamato anche Poggio di S. Maria in Pantano, era, probabilmente, già abitato in epoca romana, come farebbero supporre i numerosi resti di pietre e sculture di detta epoca che si notano nelle mura trecentesche che lo cingono, nei muri della chiesa e di alcune abitazioni.
La sua posizione tra l’altro era strategica in quanto a ridosso dell’antica via Flaminia di cui a poca distanza è ancora visibile il ponte “Fonnaia” che superava appunto il torrente Naja.
Di fatto le origini del Castello di Montignano si fanno risalire al 962, quando Ottone I di Sassonia venne incoronato a Milano imperatore di Germania e re d’Italia da Papa Giovanni XII e cercò subito di creare un gruppo di feudatari fedeli a lui nell’Italia centro-meridionale.
Al Conte Arnolfo, tedesco, cortigiano e famigliare dell’imperatore, fu assegnata in fuedo una parte dell’Umbria e la contea, denominata Arnolfa, che comprendeva anche Montignano.
Il 6 aprile 1474 i priori di Todi proibirono agli abitanti di Montignano (che, fin dal 1347, fornivano quattro cavalli da battaglia alla città di Marte) di pescare nel Lago di San Faustino, proprietà del Comune.
Il castello venne per breve tempo (cioè fino al 1512) staccato dal territorio todino ad opera di Alessandro VI.
Nel 1476 le genti degli Atti assalirono Montignano per rappresaglia contro Matteo da Canale e ne cacciarono i chiravallesi, che si rifugiarono nella rocca di Cesi.
Nei primi anni del 1500 gli Atti, feudatari del Castello di Casigliano, estesero i loro possedimenti fino ai confini di Montignano, proprietà fino al XV secolo della famiglia Matalucci, guelfa, alleata ed imparentata con gli Atti.
Il Castello subì gravi danni per il passaggio dell’esercito francese e il consiglio generale del comune di Todi, 27 agosto 1577, deliberò l’esenzione dal pagamento delle tasse alla popolazione di Montignano per “i danni patiti”.
I Priori di Todi inviarono un ordine, nel 1602, perché venissero restaurate le mura castellane e la porta fosse “sicura di catenacci”.
Nella prima metà del Settecento gli eserciti spagnoli, imperiali e francesi scesi in Italia a causa delle guerre di successione, turbarono la tranquillità di quel luogo.
Nel XVIII secolo i Matalucci ristrutturarono il Castello, le mura servirono da facciata per il nuovo palazzo, gli ambienti interni furono ampliati, così il castello divenne una dimora signorile, con un elegante loggiato, una cappella privata ed un giardino.
La famiglia Matalucci si estinse nella linea maschile e nel 1775, Lavinia, figlia di Giacinto Matalucci, sposò il conte Francesco Francisci di Todi, la cui famiglia proveniva da Collesecco, vicino ad Avigliano Umbro.
La nobile famiglia si distinse nella vicenda risorgimentale di Todi con il conte Federico e il fratello Giuseppe, entrambi volontari nelle guerre di indipendenza. Federico, impegnato in politica, consegnò personalmente i risultati elettorali del Comune di Todi nel plebiscito del 1860 al re Vittorio Emanuele II a Napoli.
Dopo circa 4 secoli, il 28 novembre 1887, i Francisci cedettero il Castello di Montignano ad Angelo e Vincenzo Tacchi, commercianti di Foligno con rogito del notaio tuderte Sebastiano Antonimi.
I Tacchi tennero Montignano per 20 anni e non mostrarono interesse alla proprietà.
La famiglia Alcini di Massa, acquistò il castello nel 1908 e la tenuta, compreso il mulino a grano. Enrico Alcini, morto nel 1940, uno dei più noti personaggi della famiglia, fu Sindaco di Massa Martana ed è ricordato per le numerose iniziative mirate al miglioramento del Comune, come la costruzione del Cimitero urbano.
 

Aspetto

Attualmente si presenta come un caratteristico centro fortificato con gran parte delle mura di cinta, la porta di accesso e torri nei punti più strategici.
 
 


 

La chiesa di San Giovanni Evangelista

La chiesa parrocchiale del castello è intitolata a San Giovanni Evangelista.
Dalle fonti storiche riportate dall’Alvi, nel Dizionario Topografico, l’edificio, esistente già nel XIII secolo come risulta dai pagamenti della decima, era originariamente posto fuori dalle mura del castello.
Nel 1455 ne era rettore Evangelista degli Abati di Ferentillo.
Prima del 1573 la chiesa fu trasferita all’interno del castello, utilizzando, come spesso accadeva, una delle torri cilindriche della cinta muraria per la costruzione dell’abside.
La chiesa poi tra il XIX e XX secolo subì ulteriori modifiche come ad esempio l’aggiunta di un bellissimo organo e il rifacimento della pavimentazione.
Conserva una pregevole tela raffigurante la Madonna del Rosario opera di Bartolomeo Barbiani.
 

Uso attuale

Castello di Montignano è attualmente una residenza d’epoca adibita per villeggiatura, meeting, eventi di ogni tipo e inoltre, una moderna location per organizzare matrimoni.
 

Fonti documentative

http://www.montignano.com

NESSI- CECCARONI, Da Spoleto a Massa Martana, Spoleto, 1978.
FILIPPO ORSINI GIUSEPPE ALCINI Montignano, un castello e la sua storia
CARLO RIDOLFI Massa Martana Dalle origini al terzo millennio Editrice la Rocca 2009
PIETRO CARUSO, Massa Martana. Il suo territorio, la sua gente, ieri ed oggi, 2000;
Mancini Franco “Todi e i suoi castelli” Città di Castello 1960
 

Nota di ringraziamento

Si ringrazia la Diocesi di Orvieto – Todi per la disponibilità e per aver concesso le autorizzazioni alla pubblicazione.
 

Da vedere nella zona

Abbazia di Santa Maria in Pantano
Villa San Faustino
Abbazia di San Faustino
Catacombe di Villa San Faustino
Ponte Fonnaia
 

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