Castello di Monteleone d’Orvieto – Monteleone (TR)
Cenni Storici
La prima testimonianza storica del territorio comunale di Monteleone d’Orvieto fu rinvenuta nel 1878, quando venne scoperta, nelle vicinanze del capoluogo, una tomba a camera contenente alcune urne appartenenti al periodo etrusco; su di esse sono presenti iscrizioni in latino e tirreno.
La circostanza fa presupporre una comunità etrusca nel territorio, risalente al II-III secolo a.C., soggetta alla lucumonia di Chiusi, dodecapoli etrusca molto vicina.
Per definire comunque la storia dell’edificazione del Castello bisogna arrivare intorno all’anno 1000.
La città di Orvieto intorno all’anno 1000 era già il dominio su vasti territori che si estendevano nella bassa Umbria ma soprattutto nell’alto Lazio, stretta com’era tra i domini di Città della Pieve e Siena da un lato e da Perugia e Todi dall’altro.
Il giovane Comune seppe approfittare dello sgretolamento della potenza del numerosi Conti della famiglia degli Aldobrandeschi, possessori della maremma Toscana e di quelli della zona attorno al Monte di Cetona.
E’ nel periodo dal 1000 al 1150 che assoggetta al suo dominio i Conti di Campiglia, di Chiusi, Cetona, Sarteano, Chianciano e, nel versante di Perugia, i Conti Bulgarelli di Parrano e i Conti di Montemarte della zona Tudertina.
Diventa così uno dei più importanti del centro Italia.
Tenendo presente questo quadro storico di Orvieto, si comprende come il nascente Comune, nel periodo fra 1000 e il 1050, abbia avuto uno straordinario interesse a conquistare il territorio che intercorreva fra Castel della Pieve e il fosso del Ripignolo, appartenente alla Contea di Chiusi.
Nei pressi di Acquapendente, dalla Cassia Romana si diramava una strada che saliva per il Castello di Trevinano, già in possesso di Orvieto perché tolto ai Visconti di Campiglia, proseguiva e si univa alla Cassia Orvietana, proseguiva a destra fino ad Orvieto, e sinistra scendeva per S. Pietro Acquae Ortus, stazione di rifornimento d’acqua, scendeva a Salci e risaliva fino a Gastel Brandetto per proseguire fino a Perugia ed Assisi, oppure diramarsi verso Chiusi o verso il territorio dei Conti di Marsciano.
Praticamente era la strada lungo il perimetro del dominio Comunale di Orvieto ed era di eccezionale importanza, sia per le comunicazioni a lungo e corto raggio entro il territorio Comunale, sia per una valida difesa, mediante i vari Castelli fra loro collegati, contro un potente Comune che stava sorgendo, cioè Siena, di autentica fede Ghihellina.
Tratto di questa strada era in territorio del conte di Chiusi, dalla Monaldesca al Castel Brandetto.
Bisognava in tutti i modi conquistarlo onde tutto il perimetro fosse in possesso del Comune di Orvieto.
Non sappiamo se per conquista o per acquisto da vendita, tra il 1000 e il 1050 Orvieto venne in possesso del territorio delle Contea di Chiusi che intercorreva da Poggiovalle, lungo il fosso del Sorbo, a confine con Castel della Pieve e il fosso del Ripignolo, a confine con Montegabbione e Carnaiola.
Cosi, con queste operazioni politiche e militari, Orvieto, durante il 1100, riuscì a creare un confine fortificato nei riguardi di Siena e a inglobare nel suo territorio Comunale una efficiente e preziosa arteria stradale che univa la Cassia Romana dai pressi di Acquapendente fino al confine con Perugia presso Piegaro.
Vedremo anche in seguito quanto questa strada è stata importante nei secoli seguenti.
La strada, oltreché di grande utilità per il commercio e per le azioni militari, era fonte di reddito per i pedaggi che si riscuotevano.
Secondo lo storico Cipriano Manente, gli Orvietani nell’anno 1053 costruirono il sopraponte di Carnaiola e il Castello di Monteleone a guardia della Val di Chiana, che si estendeva dal Mur Grosso o sopraponte di Carnaiola fino a Poggiovalle.
Un primo documento che nomina Monteleone è una Bolla pontificia di Celestino III del 1191, la “Misurati inopiam“, vengono citate le Parrocchie dipendenti dal Vescovo di Chiusi in numero di venticinque Pievi; al confine con le Diocesi di Perugia ed Orvieto il documento richiama “Pozzuolo Umbro, Casamaggiore, Paciano, Panicale, Tavernelle, Piegaro, Castel della Pieve, Monteleone, Salci, Camporsevoli, Trevinano, Santa Fiora“.
Successivamente Monteleone si legge anche in un atto di Federico II del 1243 dove l’imperatore fissa i nuovi confini di Castel della Pieve (Città della Pieve) a lui fedele, confini che sono sopravvissuti fino ai nostri giorni tant’è che ancora oggi sono gli stessi.
Orvieto, nel periodo dal 1000 al 1100, era di fatto parte ed era divenuta capitale della Tuscia, che in seguito divenne regione principale integrante dello Stato Pontificio.
Orvieto e Perugia erano di sicura fedeltà Guelfa, Siena e Chiusi accanitamente Ghibelline.
Era necessario creare e mantenere una cerchia di castelli e fortezze a confine col territorio di Siena e Chiusi, pericolosi confinanti.
Ecco perché, lungo questa linea di confine, Orvieto cercò di procurarsi il possesso di Trevinano, Fabro, Carnaiola, Montegabbione,Castel di Fiore.
Lungo la strada che congiungeva Orvieto a Perugia e a difesa del confine con Castel della Pieve, soggetta a Chiusi, edificò i castelli di Salci e Monteleone.
II Castello di Monteleone veniva a sostituire, a vantaggio di Orvieto, anche la funzione e lo scopo assolto fino ad allora da Castel Brandetto.
In seguito, nel 1350, fu lo stesso Comune di Orvieto che di questo Castello deliberò l’abbattimento perché se ne erano appropriati indebitamente i Conti di Parrano.
Data la vicinanza al nuovo Castello di Monteleone, che era sorto, Castel Brandetto, se conquistato da altri, diventava una spina pericolosa da eliminarsi.
Il Comune di Orvieto, ritenne opportuno quindi creare un Castello con notevole insediamento di cittadini Orvietani a custodia del territorio e della importante strada nonché a confine con Castel della Pieve, già da tempo possedimento del Comune di Perugia.
Sorse cosi il Castello di Monteleone, fortificato nel luogo attuale, e sorse, l’insediamento lungo la via principale dalla porta sud alla porta nord.
Contemporaneamente sorse il Palazzo Comunale con la piazza grande e le strutture necessarie alla vita della comunità.
Appena si formò il primo nucleo cittadino fu costruita anche la Chiesa, che era elemento essenziale di ogni comunità.
Possiamo suppone che sia stata costruita intorno al 1055- 1060.
Evidentemente quando sorse fu incorporata alla Diocesi di Chiusi, perché il territorio apparteneva a quella Diocesi e pertanto automaticamente ogni Parrocchia veniva giuridicamente e canonicamente ad essa incorporata e soggetta.
La Chiesa ebbe in dote una buona parte del territorio nella zona di “prospetto o dirimpetto” al confine con Castel della Pieve.
La parola “prospetto” fu, poi deturpata in “Perumpetto“.
La Chiesa era non solo espressione di fede ma anche elemento di coesione sociale e di prestigio.
Il Castello e il Borgo furono costruiti con strutture di tipo comunale e non di tipo feudale, non risulta infatti che il Castello di Monteleone fin dall’inizio sia stato sede di un signorotto feudatario, né dei Conti di Chiusi, né di Parrano, né di Marsciano, ma sia sempre stato dipendente dal Comune di Orvieto, sebbene concesso in feudo ora ad uno ora ad un altro casato.
Riguardo al nome attribuito al Castello non si hanno notizie certe.
Evidentemente il nome gli fu dato dagli Orvietani che lo costruirono; probabilmente si possono avanzare due ipotesi: che vollero o indicare la funzione forte difensiva del Castello o intitolarlo ad un grande personaggio dell’epoca.
In questo secondo caso ci si deve riferire a Leone IX, prode Pontefice di quegli anni, che fu anche amico e protettore di Orvieto.
Di Leone IX, celebre in tutta Europa anche per aver fermato personalmente col sacrificio della vita l’invasione dei Normanni, cosi parla l’Enciclopedia Cattolica:
“Il suo Pontificato attuò una cooperazione armonica fra il Papato e l’Impero. Fu grande riformatore e rappresenta l’inizio della riforma ecclesiastica medioevale“.
Poco dopo in sua morte beatificato e venerato santo, se ne fissò la Festa il 19 aprile.
Nel giro di una cinquantina d’anni, almeno una trentina di famiglie furono sistemate dal Comune di Orvieto nel nuovo castello di Monteleone.
Ad essi fu distribuita in enfiteusi tutta la fascia collinare che si estendeva dal confine con Castel della Pieve fino al Ripignolo e Carnaiola, a sinistra della Val di Chiana, allora quasi del tutto boscosa ed incolta e l’opera di disboscamento e di bonifica avvenne in un periodo piuttosto lungo.
Gli enfiteuti dovevano disboscare, coltivare e corrispondere parte del raccolto al Comune e la decima parte alla Chiesa.
Nei secoli XII e XIV Monteleone viveva nella sua autonomia e si reggeva con sue Leggi e Statuti; si è salvato solo un corpo di Leggi Statutarie sopravvissute al saccheggio dei Fiorentini e rimaste in vigore, almeno in parte, fino al 1776.
Il Castello, durante il ‘300 e ‘400, fu ambito e conteso possesso, in qualità di fendo del Comune di Orvieto, dai conti della zona, i Conti di Marciano e di Montemarte e più tardi, nel ‘500, di potenti famiglie e capitani di ventura come i Della Rovere e i Bandini.
Durante la guerra di Castro (1643 – 1644), nella quale furono coinvolti da una parte il Papa e i Famesi duchi di Parma e Pavia e dall’altra Venezia, Modena e Firenze, l’esercito fiorentino distrusse il paese di Monteleone e ne smantellò la fortezza e le mura costellane.
Da quel momento inizia il periodo della grande decadenza anche a seguito dei sacrifici per la pur modesta ricostruzione del paese.
Il ‘600 ed il ‘700 furono due secoli di decadenza politica ed economica per tutti i piccoli paesi, castelli e comunità.
Si vennero formando i Principati e i Regni nei quali avevano importanza le grandi città, mentre i piccoli centri divennero cosa trascurabile.
Nei piccoli centri le campagne vennero affidate alla mezzadria e nei paesi sorsero poche famiglie benestanti e più famiglie di artigiani e braccianti di modesta condizione economica, che nella vita pubblica contarono sempre meno.
Qualche beneficio derivò, alla fine del 1700, dalla bonifica della Val di Chiana, in territorio di Città della Pieve e Monteleone, operata da Pio VI, ma fu più a vantaggio di poche famiglie che di tutta la Comunità.
Tuttavia, Monteleone, felicemente situato su una strada di grande comunicazione, facilmente collegato con Perugia ed Orvieto, a contatto con una Cittadina di buona levatura culturale come Città della Pieve dove operavano Ordini Religiosi di grande prestigio, come gli Scolopi, gli Agostiniani, i Servi di Maria, i Francescani Conventuali Minori e Cappuccini e tre Ordini Femminili di Suore, mantenne una posizione di buon livello nella sua vita politica, economica, sociale, culturale e religiosa.
Nel corso dell’Ottocento il paese viene assoggettato per alcuni anni alla dominazione francese; torna subito dopo a far parte nuovamente dei territori dello Stato Pontificio.
Aspetto
Il Castello distrutto dai Fiorentini mantiene ancora tracce evidenti della vecchia cinta muraria; molto bella la “Porta nord“, porta principale di accesso al paese, da cui si snoda la via principale centrale un tempo detta Via Dritta, oggi Corso Vittorio Emanuele II, dove sono collocate le abitazioni; a fianco di essa ne corre una parallela già detta Via Torta ed oggi Via Mazzini.
Il nucleo è costeggiato da altre strade; a sinistra del corso corrono due vie panoramiche: Via Uscidietro e Via degli Orti, che si affacciano verso il Monte Arale e Montegabbione; alla destra di Via Mazzini corre invece Via della Ripa con un bellissimo sfondo sul versante Valdichiana, Monte Cetona.
Sulla Piazza Cavour, c’è il caratteristico “Pozzo”, un’antica cisterna a servizio della comunità; si tratta di una costruzione del XIX secolo in laterizi, a copertura di un altro deposito d’acqua di epoca medievale.
Il pozzo è stato ricostruito negli anni ottanta su disegni originali: la grata, il braccio della carrucola e le pietre della base e bordatura sono autentiche.
Nella parte ovest persiste un Torrione costruito alla fine dell’Ottocento a sostegno del terreno scosceso sopra al quale anticamente esistevano le mura del castello.
All’interno del paese è ancora presente un vecchio forno della Comunità rimasto fino ai nostri giorni.
fonti documentative
F. Corgna – Monteleone d’Orvieto storia del paese, delle chiese e della vita sociale e religiosa – 2004
http://www.monteleoneonline.com/
http://comune.monteleone.tr.it/
https://it.wikipedia.org/
Da vedere nella zona
Chiesa dei SS. Pietro e Paolo
Chiesa del Crocefisso