Castello di Montecopiolo (PU)
Cenni Storici
L’altura di Montecopiolo era abitata già nella protostoria e durante l’epoca romana (come testimoniano diversi rinvenimenti[senza fonte]), fu fortificata in periodo altomedievale, nel X secolo. Secondo la tradizione da questo castello ebbero origine i duchi di Urbino, i Da Montefeltro: nel 1140 venne infatti assegnato ad Antonio Carpegna (considerato il capostipite della famiglia) il castrum Montis Cupioli. Il castello appartenne sempre alla famiglia Da Montefeltro restando uno dei suoi principali possedimenti. Nel 1448 il castello resistette agli assalti di Sigismondo Malatesta e nel 1502 servì al duca Guidobaldo da rifugio durante l’occupazione del ducato da parte del Valentino. Nel 1522 venne messo sotto assedio dalle truppe di Giovanni de’ Medici: il castello subì delle lesioni, ma non fu distrutto, né abbandonato. Iniziò tuttavia un fenomeno di spopolamento che si concluse con l’abbandono totale del maniero durante il XVIII secolo.
Scavi
Dal 2002, a cura della cattedra di archeologia medievale dell’Università di Urbino, ha preso avvio un cantiere archeologico volto ad indagare gli aspetti relativi alla lunga durata dell’insediamento, ma anche le relazioni che intercorrono fra le diverse parti funzionali del castello e i mutamenti subiti nel corso della storia. Il sito, oggi “Parco archeologico provinciale”, è tuttora in fase di scavo ed è visitabile nel mese di luglio.
Cronologia dettagliata
1140: Secondo la tradizione storica, la famiglia Carpegna, alla quale erano soggetti alcuni castelli nel Montefeltro, tra cui quello di Monte Copiolo, giunge ad una divisione dei propri possedimenti. Al conte Antonio Carpegna viene assegnato il castrum Montis Cupioli: da Antonio, capostipite, discende la famiglia dei conti di Montefeltro.
1150: A questa data risale il primo documento a noi pervenuto sul castello.
1228: Viene fondato il monastero femminile di Castelbegni, nella curtis del castello appartenente ai conti di Montefeltro.
1253: Atto divisionale del conte Cavalca di Montefeltro: la famiglia Montefeltro, nella prima metà del XIII secolo, si divide in ramo guelfo (fedele al papa) e ramo ghibellino (fedele all’imperatore). A quest’ultimo appartiene il castello di Monte Copiolo come principale possedimento. Il conte Cavalca di Montefeltro, castellano di Monte Copiolo, alla morte del fratello Montefeltrano II, promuove nel castello copiolese una divisione di beni tra sé e i suoi nipoti.
1328: L’imperatore Ludovico IV il Bavaro concede il castello di Monte Copiolo al conte Speranza di Montefeltro.
1341: In un atto redatto da un legato papale si afferma che il castello di Monte Copiolo è tenuto more tirannico (cioè usurpato con la forza) dai conti Nolfo e Galasso da Montefeltro e che nei giorni della compilazione del documento i due sono in esercito proprio sopra il suddetto castello e lo controllano personalmente, mentre tengono occupata la città vescovile di San Leo.
1355: Il Montefeltro ritorna sotto la giurisdizione dello Stato Pontificio.
1360: In un decreto di Giovanni De Levalossis, podestà di Montefeltro, viene affermato che il castello di Monte Copiolo gode di indipendenza comunale ed amministrativa. Il podestà cita in giudizio i comuni di Pietrarubbia, San Leo, San Marino e Monte Copiolo, colpevoli di favorire la tirannide ed il dominio dei Montefeltro e di non sottomettersi al controllo pontificio.
1365: Anche il castello di Monte Copiolo entra nei territori soggetti al pontefice. Nella Descriptio provinciae Romandiolae (1371) il legato pontificio cardinale Anglic de Grimoard così descrive il castello di Monte Copiolo: “… è posto sopra un sasso fortissimo ed altissimo e possiede una rocca fortissima, alla cui custodia è posto un capitano con dodici paghe, per le quali riceve dalla Camera Apostolica 30 fiorini ogni mese. Il castello è composto da sessanta fuochi”. La rocca è uno dei centri più forti e muniti dell’intero Montefeltro.
1376: Antonio II da Montefeltro, nipote di Nolfo, prende con la forza il comune di Montefeltro, cacciando i legati pontifici. Il castello di Monte Copiolo torna nelle mani dei conti di Montefeltro.
1380: Imperversa la lotta tra le famiglie Montefeltro, signori di Urbino, e i Malatesta signori di Rimini. In un atto di tregua tra le due famiglie, il castello di Monte Copiolo è ricordato tra quelli appartenenti ad Antonio II da Montefeltro.
1384: Il conte Antonio promulga, davanti alla chiesa di Santa Croce di Montecerignone, i nuovi statuti del Montefeltro.
1389: Papa Bonifacio IX conferma al ghibellino Antonio da Montefeltro il possesso del castello di Monte Copiolo.
Seconda metà del XIV secolo: la lotta contro la famiglia Malatesta diviene ancora più aspra. Il castello di Monte Copiolo resta sempre saldamente nelle mani della famiglia Montefeltro partecipando, in prima linea, alla difesa della contea.
1404: Guidantonio da Montefeltro (figlio del conte Antonio) diviene nuovo conte di Urbino e dopo di lui, il figlio Oddantonio.
1437: In una credenziale spedita ai magistrati ed al popolo sammarinese, i copiolesi esortano i “vicini” a ben guardarsi dai comuni nemici della pianura. Il riferimento è ai Malatesta.
1440: In una missiva, redatta a Montecerignone, Guido Paolo degli Acomanducci (podestà e commissario feretrano) ordina al castellano di Monte Copiolo, a quelli di Valle Sant’Anastasio e Monte Maggio, di tenersi pronti per inviare aiuti militari a San Marino.
1441: Il giovane conte Federico da Montefeltro scala la rupe di San Leo e ne conquista il forte, strappandolo ai Malatesta. Il 23 ottobre, dalla rocca di Monte Copiolo, dove aveva posto la guarnigione per assediare San Leo, scrive una missiva indirizzata ai capitani della Repubblica di San Marino, per rendere nota la conquista.
1444: Morte del duca Oddantonio di Montefeltro, fratello di Federico, per mano dei cittadini di Urbino. Federico diviene nuovo signore di Urbino.
1447: Papa Nicolò V conferma a Federico il possesso del castello di Monte Copiolo.
1448: Sigismondo Pandolfo Malatesta assedia il castello di Monte Copiolo. L’attacco non riesce, infatti neppure le porte cittadine vengono forzate. Per rappresaglia la curtis del castello viene saccheggiata.
1455: Alessandro Gambacorta, capitano della rocca di Monte Copiolo e maestro d’arme del duca Federico, esce dalla rocca di Monte Copiolo con molti soldati e tende un’imboscata alle truppe malatestiane in fuga da Carpegna e Pietrarubbia, inseguite dal duca Federico e dal capitano Piccinino.
1482: Muore il duca Federico di Montefeltro, gli succede il figlio Guidobaldo.
1502: Cesare Borgia (figlio di papa Alessandro VI), detto il Valentino, giunge alle porte di Urbino. Il duca Guidobaldo abbandona la città e tenta la fuga verso San Leo, ma la strada è sbarrata: da Verucchio a Pietracuta sono presenti milizie del Borgia. Guidobaldo perde l’orientamento. Il capitano Dionigi Agatoni de’ Maschi, capitano della rocca di Monte Copiolo, gli dirige incontro alcuni uomini copiolesi e lo conduce sano e salvo nella fortezza di Monte Copiolo.
1503: A Monte Copiolo si organizza una sollevazione armata contro il duca Valentino, che si propaga poi a tutti i restanti centri del Montefeltro.
1516: Papa Leone X de’ Medici (succeduto a Giulio II della Rovere) scomunica e priva del feudo urbinate Francesco Maria della Rovere (figlio adottivo del duca Guidobaldo di Montefeltro), il Montefeltro viene assegnato a Lorenzino de’ Medici.
1517: Francesco Maria capitola ed abbandona lo Stato.
1519: Lorenzino muore prematuramente; il ducato ritorna sotto lo Stato Pontificio.
1521: Alla morte di papa Leone X, Francesco Maria parte alla riconquista del ducato. Il duca in persona guida i propri uomini a riprendere le rocche di San Leo e Maiolo. Tiene un forte esercito nel castello di Monte Copiolo.
1522: Controffensiva medicea: il duca Francesco Maria si trova nella rocca di Monte Copiolo con il grosso della guarnigione, pronto a sferrare l’attacco decisivo a San Leo. Dà ordine agli uomini del castello di Frontino di Massa di arrestare le truppe toscane, ma questi non riescono nell’impresa. Il duca è costretto a ripiegare verso Montecerignone e poi verso Sassocorvaro. Le truppe di Giovanni de’ Medici, quasi 15.000 uomini, devastano tutto ciò che trovano sul loro cammino, abbattendo le due rocche di Pennabilli (22 gennaio 1522) e danno il paese alle fiamme, incendiando Carpegna e Castellaccia, saccheggiando i castelli di Pietrarubbia, Montecerignone, Monteboaggine e, secondo la tradizione storica, anche Monte Copiolo. Il castello di Monte Copiolo però, secondo l’odierna lettura archeologica, non viene distrutto né abbandonato e le sue strutture non subiscono traumi. Ha inizio soltanto un fenomeno di spopolamento del paese, in favore di piccoli borghi sorti alle pendici del monte.
Ancora in pieno Seicento il castello è abitato da alcune famiglie e servito da due chiese.
Durante il XVIII secolo si ha il completo abbandono dell’antica area del castello.
Agli inizi del XX secolo il castello, sebbene fortemente lesionato, è ancora visibile sulla vetta del monte.
Tra le due guerre mondiali e nell’ultimo dopoguerra le rovine vengono spogliate per edificare case alle pendici del monte. Si perde la memoria visiva delle strutture del castello.