Castello di Montalto – Umbertide (PG)
Cenni Storici
Montalto è una frazione del comune di Umbertide posto a tre chilometri dalla città.
Il toponimo “Montem Altum” deriva dalla posizione particolare dell’antico insediamento, infatti è costruito sulla cima di un cucuzzolo che a forma conica si eleva dalla conca pianeggiante alla sinistra del Tevere.
Secondo gli Annali Camaldolesi, nel 1053, sulla collina dove sorge il castello di Montalto, San Pier Damiani fondò un monastero per eremiti camaldolesi, dedicato a S. Bartolomeo, che aggregò a Camporeggiano.
Nel 1366 la chiesa di San Bartolomeo era ancora esistente ed il monastero venne unito, dietro ordine di papa Martino V (1417-1431), all’Eremo di San Pietro di Gubbio, infine fu soppresso.
Nei primi trent’anni successivi alla soppressione divenne una chiesa elencata nel “Liber beneficeorum” come “Chiesa di S. Bartolomeo de Monte Alto, dipendente dal monastero di Campo Regio” e registrata per 60 libre.
Nel catasto del 1489 la chiesa di San Bartolomeo “de castro Montis Alti” è elencata tra i rustici, per 55 sterline, e ha una proprietà divisa in 7 appezzamenti.
Nel 1495 San Bartolomeo fu poi annoverato tra le chiese soggette all’Abbazia di San Salvatore di Monte Acuto.
La chiesa di San Bartolomeo è citata più volte anche nelle “Rationes Decimarum“, per quanto riguarda le tasse pagate dal “rectore” per quanto dovuto in merito alle decime perugine degli anni 1332-1334; dalle decime del ‘300 si nota una stabilità tendenziale nel valore dell’imposta pagata, circa sessanta sterline.
Per quanto riguarda la data di nascita del “Castrum Montalto“, si può ipotizzare un periodo compreso tra il XII-XIII secolo.
Artefice di tale edificazione fu la città di Perugia che in questo modo sviluppava il suo piano difensivo periferico, infatti il castello era strategicamente posizionato al passaggio della strada che porta a Città di Castello e per questo acquisì la funzione di controllare le frequenti incursioni dei Tifernati sul territorio di Umbertide e divenne l’estremo baluardo perugino della campagna di Porta Sant’Angelo.
Nel “Liber bailitorum seu sindicorum et procuratorum castrorum” del 1258, elenco di ville e castelli perugini, c’era “Mons Altus“, che, nel “Liber impositionis bladi” di due anni dopo, era tenuto a pagare al comune perugino una tassa di “trenta corbe“.
Nel 1282, nel censimento sulla distribuzione degli abitanti delle comunità contadine “castrum” di Montalto, si registrarono 17 incendi, ma la sua estensione territoriale doveva essere piuttosto vasta, come dimostra il corrispondente “corbe“.
E’ citato come “Montis Alti” in un documento del 1332, redatto dal notaio “Franciscus Cagnoli“, su raccomandazione dei priori di Perugia.
Fra i vari compiti dei castellani c’era quello del mantenimento della strada che collegava Città di Castello e Perugia e il tratto di strada che la comunità di Montalto dovette fornire comprendeva “340 tubi” corrispondenti a circa due chilometri lineari.
Nel 1394, Biordo Michelotti recuperò Fratta e Montalto per la città di Perugia e i magistrati di quella città, nel predisporre un piano di difesa dei confini, dettero incarico (Alberto di Nino dei Guidalotti e Angelo di Cecco che in quel tempo costruivano la Rocca di Umbertide?) di munire il castello per impedire al Papa di rimettere a Perugia il governo dei nobili.
Morto assassinato Biordo Michelotti (1398), i nobili ripresero animo.
Nel 1403, in piena lotta fra le fazioni dei Raspanti e dei Beccherini, gli abitanti di Montalto furono costretti a lasciare le loro abitazioni poiché gravati da forti tasse, finalizzate al mantenimento della numerosa guarnigione e questo causò un lento declino.
Il castello era caduto in misere condizioni, e i massari consegnarono le chiavi al comune di Perugia come atto di sottomissione (1478); la città fece riparare le mura e, nel 1482, donò 60 fiorini per rifondere la campana del castello.
Nel 1518 Montalto ricevette venticinque fiorini come contributo al consolidamento delle mura.
Dalla denominazione originaria di “castrum“, nel XIV secolo Montalto divenne “villa“, per poi tornare nuovamente a “castello” nei catasto del 1501 da cui risulta però che gli apparteneva un’estensione notevole di territorio.
I danni più gravi li ebbe nel 1643, quando il territorio di Fratta fu in parte occupato dalle truppe fiorentine in lotta con il papa Urbano VIII.
Il giorno 9 novembre cinquecento fanti toscani assalirono Montalto difeso da sessanta soldati perugini, che, dopo un’ora e mezza di sanguinosa resistenza, dovettero cedere.
Tra i difensori rimasero uccisi dodici militari ed il capitano Giuseppe Secoli, mentre perirono cento toscani.
Il castello ed i possedimenti dei dintorni furono per lungo tempo proprietà della famiglia Mavarelli, poi, nel 1934, andarono alla famiglia Gnoni cui attualmente appartengono.
Aspetto
Del castello è visibile solo la cima della torre di guardia, poiché tutto il resto del “castrum” è circondato da un fitto bosco.
L’aspetto più antico è rappresentato dalla torre di oltre 40 metri con merli e beccatelli guelfi della fine del 14° secolo, che è stata probabilmente trasformata nel corso dei secoli per renderla più simile al resto della fortificazione.
Il castello è costituito da un nucleo fortificato centralizzato di forma quasi ellittica, strutturato come un unico corpo leggermente concavo nella parte centrale.
Di fronte ad esso c’è un ampio cortile, al centro del quale si erge il corpo della torre.
Le antiche mura del castello si scorgono ancora, cosi la porta, ma il tutto è stato trasformato in splendida villa.
Fonti documentative
M. Tabarrini – L’Umbria si racconta – 1982
B. Porrozzi – Umbertide e il suo territorio Storia e Immagini – 1980
G. Benni – Incastellamento e signorie rurali nell’Alta valle del Tevere: Il territorio di Umbertide – 2006