Castello di Miranda – Terni
Cenni Storici
Il castello fu edificato in epoca medievale a 597 m.s.l. su uno sperone di roccia in una posizione altamente strategica che domina Terni e con la visuale che spazia dalla conca ternana, tutta la valle del Nera da Ferentillo a Narni e dalla valle del Serra a Cesi e Sangemini.
Il nome deriva probabilmente da “Miranda est”, con il significato di “da ammirare”.
Il documento più antico riguardante Miranda risale al 1143 dove il conte Transarico la dona a Narni.
Essendo il castello di Miranda, “i cui signori erano in voce di dar ricetto a paterini, a malandrini e ad altra gente di malaffare che falsavano monete e brevi pontifici” divenuto un ricettacolo di uomini sediziosi e turbolenti, il pontefice Gregorio IX ne acquisì la proprietà alla Sede Apostolica, come risulta dalla scrittura stipulala nel 1254, registrata da Cencio Camerario nel libro intitolato: De Censibus Romanae ecclesiae.
Il dominio della Santa Sede sul castello sarà contrastato dal desiderio di autonomia degli abitanti, poco dopo tali Simone, Bartolomeo e Branca, si riappropriarono del castello, che tornò di proprietà della Sede Apostolica con Urbano IV nel 1261.
Approfittando della presenza di Federico II a Terni Offreduccio e Martuccio di Buonconte si riappropriano del castello, nel 1262 Papa Urbano IV tenta senza successo di riprenderlo.
Il breve periodo di governo si concluderà nel 1268, in seguito alla morte di Offreduccio e alla cessione di Miranda a papa Onorio IV.
Il 17 ottobre 1283 il castello ritornò sotto Narni, che sostenne continue guerre per mantenerne il possesso.
Alla fine del secolo la rocca fu affidata da Bonifacio VIII al nipote Iacopo Caetani e poi al cognato Guarnazone d’Anagni.
Nel 1307 ne riprende possesso Narni e nel 1318, papa Giovanni XXII ne chiede la restituzione.
Nel 1340 Francesco d’Alviano, signore di Lugnano, diventa anche signore della Rocca di Miranda.
Nel mese di ottobre 1354, Narni si sottomette al cardinale Gil Albornoz e la Rocca torna in possesso papale.
Clemente V, in data 27 febbraio 1413 intima alle città di Todi, Terni e Rieti di sospendere l’avviata costruzione di una fortificazione situata nel territorio della rocca di Miranda, ma anzi di demolirla.
Dopo un tentativo di conciliazione la rocca di Miranda fu assediata dall’esercito del rettore del patrimonio di San Pietro, da questo momento Miranda divenne, pur con alterne vicende, un caposaldo della difesa del territorio del patrimonio di San Pietro.
Nel 1421 il castello fu sottomesso da Corrado Trinci III di Foligno, che ne mantenne il dominio fino al 1439.
Dopo una trattativa patrocinata da Giovanni Mazzancolli, il 12 Maggio 1453, Nicolò V, in seguito al pagamento di 3000 Ducati d’oro, concesse al Comune di Terni il Castello di Miranda.
Nel 1513 la confraternita laicale fece innalzare a proprie spese la chiesa di San Liberatore provvedendo anche al suo mantenimento e ad organizzare la festa del Santo Patrono.
Da un documento del 1610 risulta che con una tassazione dei cittadini fu ampliata la chiesa della S.S. Trinità occupando un ambiente adiacente “l’oratorio dei disciplinati del corpo di Cristo” tracce di questo oratorio sono ancora visibili sulla facciata della chiesa una finestra e una scultura raffigurante l’agnello mistico e tracce di un ingresso.
Per lo stato di degrado ormai totale la chiesa di Santa Lucia fu sconsacrata e inseguito venduta, oggi vi sorge un’abitazione.
Del palazzo comunale sappiamo che nel 1610 dai registri del castello era detto volgarmente corte, e che presumibilmente era ubicato nei pressi della chiesa di Santa Lucia, già in stato di degrado come tutta la zona gran parte diroccata.
Nel 1623 il castello era abitato da 119 famiglie che dovevano pagare al priore di Terni 5 Scudi e 95 Baiocchi.
Il 31 maggio 1772 in una riunione si decide di mandare un’istanza al consiglio di Terni perché “prenda qualche provvedimento” per arrestare lo spopolamento, ma l’abbandono non si arresta.
Con il passare del tempo le ristrutturazioni ci hanno consegnato il gioiello che possiamo oggi ammirare.
Per accedere al castello si hanno tuttora tre vie di accesso dal bivio di Larviano, da Marmore e da Valenza “Piefossato”; tutte e tre confluivano alla porta principale dove ancora si può vedere il drago, stemma del comune di Terni.
Sulla sinistra “est-sud-est” c’era un torrione con bocche da fuoco e da questo torrione partivano le mura castellane che si possono vedere tuttora in alcuni punti, verso ovest invece non si vedono più.
Da alcune notizie si dice che vi erano altri due ingressi secondari sia a nord che a sud che ormai non esistono più.
Nella parte alta del paese sorgeva una torre pentagonale fortificata con mura da circa due metri di spessore e vi si accedeva mediante un ponte levatoio.
Dinanzi alla rocca accanto alla chiesa della S.S. Trinità si ergeva la chiesa di Santa Maria della Rocca ormai scomparsa.
Rocca del castello
La torre pentagonale fortificata con mura da circa due metri di spessore domina dall’alto il castello di Miranda e scopre un magnifico panorama sulla vallata Ternana.
Vi si accedeva mediante un ponte levatoio.
Prima del recente restauro la torre era stata riempita e fungeva da cisterna dell’acquedotto di Miranda.
Durante i lavori di recupero della antica rocca nello svuotare la torre sono stati ritrovati il pavimento, l’altare e i resti degli affreschi di una chiesa.
Forse si tratta della chiesa di Santa Maria, citata nei documenti e ritenuta perduta.
Uno degli affreschi raffigura la Natività di Gesù.
Rimane ancora la figura intera del Bambino e gli arti inferiori della Madonna e San Giuseppe.
Il soggetto dell’altro affresco non è riconoscibile, presumibilmente risalgono alla fine del XVI secolo.
Oratorio del Santissimo Sacramento
“Novum oratorium amplissimum” che il vescovo Lunnel invita ad allestire durante la visita condotta nel 1571.
Si tratta di un grande ambiente coperto da volta a padiglione con schifo centrale delimitato da un marcapiano decorato con greca,che prende luce da due finestre strombate poste sul lato corto e al termine della parete sinistra mentre quella ad essa prospiciente risulta tamponata.
L’attuale ingresso probabilmente ricalca l’originario alterandolo per le maggiori dimensioni.
Sulle pareti si svolge un ciclo pittorico con scene relative a episodi della vita di Cristo, di forma rettangolare e ovale, contenute in riquadri decorati scanditi dalla presenza alternata di sibille e profeti.
L’andamento è speculare nelle pareti lunghe, quella di fondo è occupata dall’altare caratterizzato da cornici modulari in stucco policromo: al centro un riquadro rettangolare di maggiori dimensioni, privo di soggetto, con trabeazione superiore sulla quale si impostano due volute con al centro il simbolo dell’eucarestia: il calice con l’ostia nella quale con tratti veloci è raffigurata una Crocifissione; nei riquadri laterali sono effigiati un santo, forse da identificare con San Giovanni Battista e una Santa di tarda esecuzione.
La narrazione prende inizio nella parete sinistra con la rappresentazione dell’Ultima cena e svolgendosi in senso antiorario si conclude con la Resurrezione.
Nel cartiglio del profeta David, il primo della parete destra, si legge la data di esecuzione, 1584 e parzialmente il nome Sebastiano, elementi che attribuiscono l’esecuzione del ciclo al pittore e scultore Sebastiano Flori, fiorentino presente a Terni e dintorni a partire dal 1560 con numerose opere, con intensa attività anche come architetto.
Nel 1892 in una visita, il Vescovo Boccanera definiva l’oratorio del Santissimo Sacramento “un vero sfasciume“.
Fonti documentative
http://bctdigitale.comune.terni.it/
http://bctdigitale.comune.terni.it/
http://www.team-bike-miranda.org/
https://silvano45.wordpress.com/
https://archive.org/
https://archive.org/
https://books.google.it/
http://siusa.archivi.beniculturali.it/
Achille Sansi – Storia del Comune di Spoleto
Nota
La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini