Castello di Lugnano in Teverina – Lugnano in Teverina (TR)

All’interno del Castello è conservata la bellissima Collegiata di Santa Maria.

 

Cenni Storici

Lugnano, annoverato tra i Borghi più belli d’Italia, sorge su di un colle roccioso dei Monti Amerini.
A nord e nord-est è protetto da una catena di monti costantemente verdi e facilmente accessibili; dall’alto delle sue antiche mura si gode uno splendido panorama e si scorge la valle del Tevere, che bagna le sue terre e da cui prende il nome.
Il territorio prevalentemente collinoso, si estende per circa 3000 ettari tra coltivazioni cerealicole, vigneti e oliveti dai quali viene prodotto olio extra-vergine di finissima qualità; vi si respira una aria sana e vivificante in un clima sempre mite.
Anticamente denominato Terra di Lugnano, a indicare i suoi possedimenti al di fuori delle mura e la sua vocazione di centro agricolo, fin da epoca romana ha fatto parte del sistema agro-produttivo del territorio amerino, come testimoniato da documenti e da importanti ritrovamenti archeologici nel sito di Poggio Gramignano, i cui reperti sono raccolti presso l’Antiquarium del Museo Civico del paese.
L’origine dell’attuale Lugnano in Teverina risale forse al X – XI secolo.
La sua posizione strategica e di confine tra i domini dell’epoca medievale fu causa di varie lotte tra Todi, Amelia e Orvieto per il possesso del territorio.
Nell’alto e basso medioevo si assiste al progressivo sviluppo sociale ed economico di Lugnano che culminerà nella sua trasformazione in Comune intorno all’anno Mille.
Dal secolo XI al XIV Lugnano è soggetto a vari signori che si contendono il territorio: i Farolfi, duchi di Montemarte intorno al 1000, i conti Bovacciani di Todi nel 1147, un Guido senza cognome in qualità di visconte, il visconte Tebaldo Vagliante nel 1216, senza però mai perdere del tutto la sua autonomia comunale, anzi secondo alcune ipotesi la Terra di Lugnano, potrebbe essere sempre stata direttamente dipendente dal Ducato Romano.
Nel maggio del 1213 oltre centotrenta lugnanesi confermarono il compromesso tra il comune di Amelia e il castello di Lugnano, ancora non eretto in comune, sollecitato da papa Innocenzo III il quale, nell’ambito della controversia tra l’imperatore Ottone IV di Brunswick e Federico II, cercava di compattare intorno a sé le terre della Chiesa.
Nel 1202 fu stipulato un trattato di alleanza ventennale tra Orvieto e Siena, con sottomissione di Lugnano alla stessa Orvieto, sancita dal visconte Guido il 30 aprile del 1204: i lugnanesi promettono di portare ogni anno ad Orvieto un cero di 15 libbre, in segno di sottomissione.
Documentata da una Bolla di Gregorio IX (1° aprile 1239) è la vittoria dei Lugnanesi e degli Orvietani contro Todi e Amelia che avevano tentato di assalire Lugnano per avere il controllo del Tevere.
Le mire espansionistiche del potente comune di Todi, per il controllo del Tevere, fanno però sì che Lugnano rimanga isolato con il solo sbocco verso Orvieto e i castelli oltre il Tevere.
A partire dal 1301 Lugnano si resse a comunità, con podestà Ugolino d’Alviano.
Il governo locale era basato sul consiglio generale che deputava quattro homines boni, più tardi priori, ed un consiglio ristretto, presieduto dal sindaco; il podestà doveva essere straniero.
Papa Bonifacio IX, nel 1389, nominò Tommaso da Alviano Vicario di Lugnano.
Dopo un periodo di dominazione di Orvieto, Lugnano entrò nei possedimenti dello Stato della Chiesa.
La famiglia Farnese fu insignita del titolo di “governatori perpetui” della città.
Nel 1449 su ordine di Pio II (Enea Silvio Piccolomini) furono restaurate le mura della Terra di Lugnano.
Nel 1470 sorge il Monastero delle Clarisse e Chiesa di Santa Chiara che subisce diversi ampliamenti negli anni successivi e attorno al quale viene costruito il muro di cinta visibile oggi in via delle Mura.
Nel 1497 Bartolomeo d’Alviano rovina e depreda la Terra di Lugnano.
Il fatto si rinnova nel 1502 per opera dei fratelli di Bartolomeo, l’abate di san Valentino, Bernardino ed Aloisio di Alviano.
Per fronteggiare i continui soprusi da parte dei signori delle città circostanti e motivati dalla spinta innovatrice di Papa Giulio II, i lugnanesi adottarono, nel 1508, lo Statuto della Terra di Lugnano, con il quale si regolava ogni aspetto della vita sociale e delle relazioni tra i membri della comunità.
Nel 1573 sorge per opera della Comunità della Terra di Lugnano il Monastero della SS. Annunziata e chiesa di Sant’Andrea, che presenta una bella facciata su cui spicca il portale con la data del restauro, 1607, e un campanile a due ordini, con aperture per tre campate.
Nel 1580, Gregorio XIII confermò l’autonomia comunale.
Con la Restaurazione successiva al dominio francese, fu soggetta, come comune appodiato, al governo di Amelia, nella delegazione di Spoleto; aveva un priore e quattro anziani.
Nel 1860 entrò a far parte del Regno d’Italia, assumendo la denominazione di Lugnano in Teverina.
Dal 1927 fa parte della Provincia di Terni.
Nel 1900 vi fu istituita la posta regolare, nel 1912 fu provvista della luce elettrica e si insediarono i carabinieri, nel 1913 i nobili Vannicelli lasciarono 1000 ettari di terreni per la comunanza agraria e nel 1914 fu realizzato l’acquedotto.
Lo stemma del comune è una luna crescente e stella in campo azzurro con sotto giallo-oro e nel cartiglio il motto “semper lucidae“.
 

Aspetto

Il borgo appare ancora oggi racchiuso all’interno delle mura di difesa, risalenti al IX secolo.
Il nucleo urbano di Lugnano in Teverina è in prevalenza il frutto dello sviluppo civile, economico e demografico dei secoli che vanno tra l’XI e il XVI, epoca nella quale il tessuto all’interno delle mura si riqualifica nelle residenze a palazzo, conseguenza dell’accentramento della ricchezza nelle mani di poche famiglie dominanti che, a partire dalla seconda metà del 1500, cominciano a costituirsi i loro patrimoni terrieri a danno dell’intera Comunità.
Fino al 1622 la porta di Sant’Antonio posta nel lato est delle mura ha costituito l’unico accesso al borgo per chi percorresse le vie secondarie collegate all’antica Strada dei forastieri, oggi via Amerina, che alcuni studiosi considerano il tracciato originale della via romana Guardia Tiberis che univa Amelia a Guardea.
La Porta fa parte integrante del complesso di mura di difesa di Lugnano, costruite per ordine di Papa Leone IV negli anni 847-849.
Restaurata nella seconda metà del 1400 per ordine di Papa Pio II Piccolomini, che vi appone lo stemma con i cinque crescenti recante la data 1459; asportato e distrutto, fu sostituito con l’attuale lapide sul finire del XIX secolo.
Nella “Contrada della Porta” nei primi anni del 1500, vi erano una “apoteca” (spezieria) di Tranquillo Vannicelli e l’osteria e la “pizzicaria” del Comune.
Le “muraglie“, insieme alla porta, sono testimonianza evidente del sistema di difesa che Lugnano aveva sin dal medioevo, particolari disposizioni dello Statuto sottolineano la cura che gli abitanti della Terra di Lugnano avevano per la loro manutenzione e per assicurarne l’efficacia difensiva: non si potevano tenere balconi (“profelurum“) o altre sporgenze sulle mura, mentre chi aveva delle finestre sulle mura di detta Terra doveva “ferrarle” così che “la distanza tra ferro e ferro sia di un palmo da ogni parte, alla pena di 100 soldi“.
Tra i suoi torrioni si può ammirare ancora integra la bella Torre Palombara o Torre del Piccione, molto importante nell’ambito dell’apparato di difesa della “Terra di Lugnano” per la sua posizione strategica che le permetteva di comunicare con le altre torri di guardia o di avvistamento sparse sul territorio, tra cui anche la torre-vedetta del Castello di Ramici, che costituiva l’avamposto per la difesa del territorio verso la vallata del Tevere, dove la “Terra di Lugnano” risultava più vulnerabile e circondata da Castelli nemici, quali Attigliano, Alviano e Guardea.
Sulla torre è visibile una bianca colomba in pietra.
La leggenda narra che fu costruita in onore dei colombi, che avvertirono i lugnanesi dell’arrivo dei nemici.
Più realisticamente in essa si conservavano e si addestravano i piccioni viaggiatori, che costituivano, nel medioevo, un importante mezzo di comunicazione specialmente con Orvieto, con cui Lugnano era alleato.
Tutto il borgo, caratteristico per la sua impronta medioevale, e rimasto integro fino ad oggi racchiude angoli pittoreschi ed offre inaspettati scorci panoramici.
Entrando da Porta Sant’Antonio sulla sinistra si trova la piazzetta un tempo mattonata e fornita di un Pozzo per il ristoro di chi entrava in paese, da segnalare palazzo Rosatini.
Adiacente alla porta Sant’Antonio sorge la Chiesa di Sant’Angelo, di fattura rinascimentale.
Salendo per Via Garibaldi si può raggiungere la Platea Santa Maria, oggi Piazza Santa Maria, caratterizzata dal Campanile con l’Orologio del Comune, già centro della vita sociale e il cuore ideale del paese, il luogo dove i cittadini di tutte le contrade componenti la “Terra di Lugnano” convenivano per ogni evento importante: assemblee pubbliche, feste popolari, riti religiosi.
Un lato del suo perimetro è occupato dalla splendida Chiesa Collegiata di Santa Maria Assunta.
Da qui si sale fino a via Umberto I, anticamente chiamata Strada di Mezzo, che dava il nome all’omonima Contrada, che divide in due parti il centro di Lugnano e su cui affacciano gli edifici pubblici e privati più importanti.
In epoca medioevale e sino al XVI secolo ha rivestito particolare importanza sia perché lì avevano sede i magazzini della Comunità e del clero, sia perché dava accesso a due importanti spazi pubblici: la già ricordata Platea Santa Maria e Campo de’ Fiori.
 
 
 

Palazzo del Pennone

Lungo questa strada infatti sorgono palazzi di rilevanza architettonica, quali Palazzo Ungari-Trasatti, Palazzo Pennone, oggi sede comunale, curiosamente tagliato in due dalla Galleria omonima; ha pianta rettangolare e si articola su tre piani.
Gli angoli del Palazzo, le balaustre ed il bugnato dei portali sono realizzati in travertino.
Si potrebbe pensare che il nome Pennone, con cui è ormai noto, derivi dal fatto che svetta imponente sul borgo, nel punto più alto di Lugnano, similmente al pennone di una nave.
In realtà il nome deriva da Antonio Pennoni, primo proprietario o committente del Palazzo.
È stato costruito intorno al 1650, probabilmente sul sito ove erano un più antico palazzo comunale, la Chiesa di San Pietro e la Cancelleria.
Divenne successivamente proprietà della famiglia Vannicelli, della quale conserva, sopra il pozzo, uno stemma in ferro battuto.
Fino al secolo XVIII è stato dimora del Governatore della Sede Apostolica, quindi vicendevolmente granaio, mulino centro di allevamento di bachi da seta, fino a cadere in completo disuso.
Recentemente ristrutturato, è oggi sede del Comune.
 
Sempre in Via Umberto I sono notevoli i palazzi Scafati, Filiberti, Liviani e Spernanzoni-Pasqui.
La piazza di Campo di Fiori, un tempo sicuramente più ampia dell’attuale è caratterizzata da un ingresso ad arco in conci di travertino e dalla sua denominazione si può dedurre che fosse destinata allo svolgersi di piccoli tornei, giochi o esecuzioni capitali, così come avveniva nelle piazze omonime di Roma o di Orvieto.
Incamminandosi in discesa verso via Campo dei Fiori si giunge ai giardini dell’Ex Orto Ungari, uno dei punti panoramici più belli per osservare la bassa valle del Tevere.
Da qui si vedono il Castello ed il Lago di Alviano, l’ansa del Tevere; Più a Sud gli imponenti monti Cimini fino al monte Soratte in direzione di Roma.
 
 
 

Piazza della Rocca

Sul lato nord del paese, la Via di Mezzo si collega a Piazza della Rocca che, oltre a presentare un panorama sulla valle del Tevere di rara suggestione, costituisce il punto focale attorno al quale si dispongono alcune delle più importanti residenze private nobiliari, Palazzo Filiberti, ex sede dell’antica canonica, palazzo Vannicelli, Palazzo Pubblico, attuale sede della Caserma dei Carabinieri oltre al vecchio Palazzo Pubblico, costruito sulle mura.
Sul versante diametralmente opposto si apre Piazza Marconi, dove le due chiese seicentesche di Santa Chiara e di Sant’Andrea e i relativi conventi chiudono idealmente la parte meridionale del paese.
La Chiesa di Santa Chiara, parte integrante del Monastero delle Clarisse sorge nel 1470, subisce diversi ampliamenti negli anni successivi; attorno al Monastero è costruito il muro di cinta visibile oggi in via delle Mura.
 
 
 

Chiesa di Sant’Andrea e Convento dell’Annunziata

La chiesa di Sant’Andrea sorge nel 1573 per opera della Comunità della Terra di Lugnano, assieme al Monastero della Santissima Annunziata, presenta una bella facciata su cui spicca il portale con la data del restauro, 1607, e un campanile a due ordini, con aperture per tre campate.
Le monache inizialmente erano Agostiniane, poi adottarono la regola di San Benedetto divenendo Benedettine.
 
 
 

Palazzo Fabbrica

La Fabbrica può considerarsi il simbolo o memoria dell’economia agricola e dei tentativi di industrializzazione di Lugnano.
Fu costruita, su disegno dell’Ingegner Paolo Zampi di Orvieto, nei primi anni del 1900 probabilmente dal conte Giovanni Vannicelli-Casoni.
La struttura è caratterizzata dalla tipica architettura industriale dell’epoca.
Fu utilizzata dal conte Filippo Vannicelli, intorno al 1920, per una industria per la fabbricazione di lampadine, denominata Helios, liquidata nel 1922.
Successivamente ospita una mola e un pastificio, dotato di generatori di corrente, per breve durata anch’esso.
Con il fallimento dei Vannicelli passa di proprietà ad Ottorino Pimpinelli, poi al Santori che la utilizzano come centro agricolo: mola dell’olio, cantina, deposito di frumenti e cereali.
Così la utilizza anche il successivo proprietario, la RAS.
Negli anni ’90 è acquistata dal Comune di Lugnano e con un progetto a scopo prevalentemente culturale.
In varie fasi sono ristrutturati tutti e quattro i suoi piani.
La fabbrica sta diventando il centro culturale, ricreativo e di promozione turistica del paese, accoglie l’Antiquarium comunale prevalentemente costituito dai prestigiosi reperti della Villa romana di Poggio Gramignano e recentemente trasformatosi in vero e proprio Museo civico; il ricco archivio storico e notarile di Lugnano di cui fa parte l’antico statuto comunale, lo “Statuta Communitatis Terrae Lugnani” del 1508; una sala per mostre, sala conferenze ed altri strumenti di promozione turistica.
 
 
 

Chiesa del Rosario

L’appartenenza di Lugnano fin dal VIII secolo al Patrimonio della Chiesa ha avuto la conseguenza che numerosi e rilevanti edifici religiosi sorgessero sia all’interno che all’esterno delle mura del paese.
Oltre a quelle già ricordate all’interno delle mura si trova la Chiesa del Rosario, risalente al XVI secolo, secondo alcune fonti in precedenza denominata Chiesa di Sant’Eutizio, adibita a carcere femminile e luogo di sepoltura.
 
 
 

Chiese fuori le mura

Fuori dal borgo sorgono diversi luoghi di culto: la Chiesa di Sant’Antonio Abate, risalente agli inizi Cinquecento destinata ai riti legati al lavoro agricolo; la Chiesa della Madonna dei Pini, della metà del Seicento, originariamente cappella funeraria della famiglia Vannicelli; la chiesa di Santa Lucia, considerata una delle più antiche di Lugnano e che sorge nel Cimitero monumentale, dove si trovano reperti di sepolture di epoca romana, l’attuale edificio è però stato recentemente ricostruito in stile neogotico.
Si possono inoltre ammirare: il Convento di San Francesco, il Convento di Sant’Antonio dei Cappuccini, immerso in un meraviglioso boschetto di cerri, domina dalla sua collinetta il paesaggio attorno al centro storico, databile al 1579 e costruito da uomini e donne della Terra di Lugnano con la collaborazione delle genti di Porchiano, Giove e Santa Restituta, dal 1573 al 1579, i cappuccini restano a Lugnano fino al 1928; la Chiesa della “Maestae” o “Maestade”, la Chiesa di Santa Maria di Ramici.
Nei pressi della chiesetta della Maestà si trova un’antica fonte, cui è stato aggiunto un grande lavatoio coperto.
Sulla sommità di un poggio, in posizione dominante rispetto alla valle del Tevere, sono visibili i resti di una villa rustica del I sec. a.C. di notevole estensione, la villa rustica di Poggio Gramignano.
 

Fonti documentative

http://www.turismolugnanointeverina.it/ita/6/arte-e-cultura/?&ss=1

http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodente&Chiave=46381

 

Nota

La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
 

Da vedere nella zona

Chiesa Collegiata di S. Maria Assunta – Lugnano in Teverina
Convento di S. Francesco – Lugnano in Teverina
Chiesa della “Maestae” o “Maestade” – Lugnano in Teverina (TR)
Chiesa di Santa Maria di Ramici – Lugnano in Teverina (TR)
 

Mappa

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