Castello di Lacuscello – Amelia (TR)

Il castello era posto ai confini tra Todi e Amelia e l’annosa definizione degli stessi si protrasse per molti decenni.

 

Cenni storici

Lacuscello, detto anche Agoscello o Lagoscello, era un castello medievale con un nucleo originario dell’X-XI secolo, probabilmente costruito dagli Arnolfi come fortilizio per il controllo della sottostante Via Amerina.
Posto al confine tra i possedimenti di Amelia e di Todi, era una fortezza di primaria importanza durante le lotte tra i due comuni.
Il Castello fu acquistato nel XIII secolo dalla potente famiglia todina dei Chiaravalle; esso divenne, insieme a Canale, una roccaforte della famiglia dove i belligeranti si ritiravano in varie occasioni durante le secolari lotte con la fazione guelfa di Todi capeggiata dalla famiglia Atti.
Nei registri delle decime degli anni 1275 e 1279 riportati nel testo “Rationes Decimarum Italiae” viene ricordato il nome dell’antica chiesa di Lacuscello, dedicata a San Biagio.
 
1235
Il Pontefice Gregorio IX accetta il giuramento di fedeltà dei signori di Lacuscello; per la protezione ricevuta, il Castello di Lacuscello si impegnava a versare alla Chiesa 26 denari cortonesi per ogni fuoco (famiglia).
 
1275-1279
E’ attestato il pagamento delle decime da parte del parroco Johannes della Chiesa di San Biagio di Lacuscello.
 
1316
Giacomo di Riccardo degli Annibaldi, nobile romano e proprietario dei Castelli di Canale e Lacuscello divide i suoi beni tra i figli; a Ildebrandino è affidato il Castello di Canale, a Riccardo il Castello di Lacuscello.
Nel testamento Annibaldi parte della proprietà del castello viene lasciata “in legato” alla Chiesa e pertanto l’8 marzo 1332 il tesoriere del Patrimonio di San Pietro, Stefano Lascoutz, ne prende possesso. 
1332
Dai “Registri del Patrimonio di San Pietro in Tuscia” si ricava che Custode e Rettore del Castello di Lacuscello per la parte spettante alla Chiesa è Ser Matteo di Cesi.
 
1337
I Chiaravallesi acquistano Lacuscello che diviene un fortilizio da cui si lanciavano incursioni contro i paesi vicini.
Sempre in questo anno si svolge un processo contro gli abitanti di Sambucetole, che si diceva avessero lanciato ingiurie contro Raymondo de Ramis, castellano di Lacuscello.
 
1464
Papa Pio II invita i Comuni di Amelia e di Todi a distruggere i castelli ghibellini di Lacuscello e Canale.
 
Una volta demolito viene acquistato dal Comune di Amelia per un costo di 2.000 ducati.
Il Castello di Lacuscello, dopo quasi sei secoli dall’abbandono, presenta oggi solo alcuni ruderi da cui si deduce però la ancora possenza che dovevano avere i sui bastioni; la sua superficie arrivava ad essere oltre il doppio di quelle del centro storico di Sambucetole ricompreso nelle mura.
I lati sud ed ovest di Lacuscello erano ben protetti da un dirupo quasi a picco verso il lago ed il fosso sottostanti.
I lati nord ed est non avevamo difese naturali in quanto si trovavano di fronte ad una zona semi-pianeggiante ma erano protetti da alte mura imponenti.
I ruderi meglio conservati oggi si trovano nella zona di nord est dove ancora è visibile uno stretto vicolo tra due edifici; lungo la zona est si trova un lungo tratto di mura di oltre 40 metri di lunghezza.
Sul lato sud vi è ancora un lungo bastione che termina con un torrione mentre sul lato sud ovest vi sono i resti un edificio con le mura perimetrali quasi in toto integre.
 

Fonti documentative

Sambucetole – Cronache di un Castello sulla Via Amerina tr Amelia e Todi – Di Paolo Pennazzi. Edizioni dell’Anthurium. 2013, Collana “La Storia e le Tradizioni” 8, pp. 304, cm. 17 x 24, ill. (CD allegato).
 

Nota

La galleria fotografica ed il testo sono stati prodotti da Poalo Pennazzi
 

Da vedere nella zona

Monastero di Sant’Angelo in Ciricano
Castello di Sambucetole
Castello di Collicello
 

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