Castello di Izzalini – Todi (PG)
Cenni Storici
Si narra che l’antica fortezza, assunse il nome attuale da alcuni seguaci del tiranno ghibellino Ezzelino da Romano (1194-1259) ghibellino, il Satana vivente, podestà di Verona, genero di Federico II (nel 1238 aveva sposato la figlia Selvaggia), che, cacciati i guelfi, se ne impadronirono, fortificando con mura e torrioni quella località con circa 160 anime che prima d’allora era chiamata villa ed ebbe il nuovo nome di Izzalini.
La struttura domina ancor oggi la valle del Tevere e conta 58 abitanti, nel 1290 ne contava ben 150.
La presenza di insediamenti romani è testimoniata dal ritrovamento di numerosi condotti di materiale in piombo, di un boccale realizzato in terracotta e anche di monete etrusche con la scritta ”Tutere” e l’effige di Giano Bifronte.
Si chiamò dapprima Sant’Angelo de Plebe dalla chiesa che era anche pievania; il Plebato di Sant’Angelo di Izzalini riunì a lungo sotto di sé i paesi vicini come Fiore, Romazzano, Asproli e Porchiano.
Il territorio tuderte era diviso in Senate e Plebate.
Le prime a ridosso della città, costituivano una zona di rispetto a carattere difensivo; alle seconde apparteneva tutto il resto del territorio.
Nel 1290 i plebati erano 19 (così come le pievi) e ognuno comprendeva un certo numero di ville e castelli: se ne contavano ben 365 con circa 7000 abitanti.
Il Plebato, soggetto all’autorità del Vescovo, aveva prerogative quali il fonte battesimale, il cimitero e la riscossione delle decime ma si faceva carico anche di compiti non religiosi come la manutenzione delle strade.
Nel 1455 il castello accrebbe la sua importanza con la costruzione, a opera di Baldo di Maneco, di una vicina fortezza, detta Torre Baldo, cui era annessa una chiesa dedicata a Santo Stefano.
Nel bosco di Torre Baldo alcuni ruderi testimoniano l’esistenza (sec. XIII) di un castello che si dice fatto erigere da Ilione Landone (dal quale la famiglia Landi di Todi) e perciò chiamato Castrum Ilionis e poi Castiglione de Franconibus.
Nel 1472 il castello di Izzalini fu assediato da milizie chiaravallesi che, non potendo espugnarlo, appiccarono il fuoco alle mura.
Nel 1474 vi sostarono truppe pontificie del cardinale Giuliano della Rovere che per ordine di Sisto IV cercavano di sottomettere tutti i possedimenti spoletini e tuderti.
Aspetto
Il castello si presenta in buono stato conservativo con l’antica porta d’ingresso al paese, la torre (cui sovrasta oggi la cella campanaria), l’arco a tutto sesto che immetteva nella primitiva chiesa parrocchiale, le caratteristiche vie medievali e il cassero.
Fuori dal castello si ammira una graziosa palazzina con pregevoli decorazioni in stile liberty.
Chiesa di San Michele Arcangelo
L’attuale chiesa parrocchiale, dedicata a San Michele Arcangelo, è posta all’esterno del castello, risale agli anni 30 del secolo scorso e presenta fattezze neoromantiche.
Ha una navata unica, coperta a falde sorrette da capriate lignee, e due cappelle laterali semicircolari.
Un arco trionfale con cornice in mattoni laterizi introduce al presbiterio, con l’altare maggiore in marmi policromi, come i due laterali ospitati nelle cappelle.
Le pareti esterne sono realizzate in blocchi squadrati di pietra calcarea a vista, proveniente dalla vicina cava di Izzalini.
Fonti documentative
AUR – Agenzia Umbria Ricerche
TODI E I SUOI CIRCUITI DEL PAESAGGIO Febbraio – Luglio 2004
http://www.6campane.it/parrocchie/
D. Amoni – Castelli Fortezze e Rocche dell’Umbria – Quattroemme 2010
Nota
La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.