Castello di Itieli – Narni (TR)
Cenni storici
A 600 metri d’altezza sul crinale di una collina, messo strapiombo su un lato, il minuscolo borgo un tempo carico di funzioni e prestigio, rimane oggi immerso in un ambiente naturale e paesaggistico davvero notevole: forse il migliore tra quelli che affacciano sulla conca ternana.
«Castrum Ithiulorum», castello degli Itieli(o Itiuli), come testimoniano i documenti del XIII e XIV sec. trae probabilmente il nome dalla famiglia che ne ebbe il dominio nell’alto medioevo oppure forse per la sua particolare posizione.
Le varie ipotesi che sono state fatte a tale riguardo, riconducono comunque il toponimo ITIELI al significato di “terra di confine”.
Il termine ITIROI che deriva dal precedente UTHUS OROS suggerisce proprio il suo ruolo di avamposto confinario, a difesa di quello che era la linea di confine bizantino-longobarda.
Molto spesso documenti d’archivio attestano continue dispute di confine con il vicino castello di Sant’Urbano.
La sua posizione l’ha sempre collocato sulla linea di difesa di Narni e Terni e per questo più volte ne ha condiviso le sorti durante assalti o invasioni.
Nel XII sec. anche Itieli, come molti altri castelli fece atto di sottomissione a Narni ma in seguito la sua collocazione non fu costante: ora col Comune, ora col Papa.
Prima col Comune per avere protezione, poi con la Chiesa per non pagare le tasse al Comune poi ancora con il Comune per non pagare alla Chiesa.
Di fatto però, come si legge dagli Statuti, gravita sempre sotto il dominio di Narni.
Notevole doveva essere la sua produzione agricola, come si rileva dal numero delle donne del luogo autorizzate a vendere i loro prodotti sulla piazza di Narni.
Aspetto
Anche se in gran parte degradato allo stato di rudere o manomesso da trasformazioni successive, si può ancora leggere l’originario impianto di difesa: cinta muraria, torri, fortificazioni, che si può datare ai sec. XIII, XIV.
La torre principale (detta «dongione» per significare dominio, potenza) sorgeva ovviamente al vertice dell’abitato; intorno correvano le mura, intervallate da torri quadrate o semicircolari.
Rimangono oggi alcuni tratti con merlature e piccole torri in parte diroccate.
La porta d’ingresso si trova a valle, difesa da una torre circolare.
Ancora, si vede una porta bastionata vicino ad una torre che costituisce ora l’abside della chiesa di S. Maria sul cui altare maggiore si trova un quadro importante per conoscere le fattezze di Itieli che vi è stato riprodotto ai primi del XVII sec.
A nord-ovest si trova un’altra porta di accesso.
Il castello di Itieli, dalle antiche origini, rappresenta una delle perle del contado narnese; la sua felice posizione, proprio in una insenatura dei monti che dominano la valle Ternana, lo rendono una località amena e ridente, mèta di molte famiglie durante l’estate e un luogo piacevole dove vivere tutto l’anno.
La torre “degli Aimuccis“
Così come piace chiamarla agli abitanti di Itieli, dal nome di una delle famiglie più antiche che accamparono diritti sul castello, è situata a guardia dell’ingresso principale dell’antica cinta muraria del paese.
È stata restaurata nell’estate 2012, come completamento dei lavori che, nel 2008, avevano portato al rimontaggio dello stesso arco d’ingresso con i suoi pezzi originali e che, per lunghi anni, era rimasto smontato.
Probabilmente la torre in origine aveva una pianta quadrangolare che poi è stata modificata fino ad assumere la forma attuale; da notare anche le due diverse feritoie.
L’opera va inquadrata nell’ambito del piano di riassetto militare del castello, dovuto forse, così come si legge negli Statuti Narnesi, al suo passaggio ufficiale a “castrum” che gli attribuisce quindi le funzioni prettamente militari.
Al suo interno è ancora visibile il pavimento in pietra originale, sostituito poi in parte da quello in cotto, forse per un semplice motivo di una manutenzione più facile.
La torre è stata poi utilizzata come ricovero per gli animali e poi come piccola discarica.
Finalmente ritrovata la sua dignità sarà utilizzata come sede di un piccolo archivio storico, destinato a raccogliere notizie, articoli, foto e testimonianze relative al paese.
La catapulta
Ad Itieli è stata esposta la fedele ricostruzione di un’antica catapulta medievale che è stata realizzata durante le esercitazioni pratiche degli allievi dei corsi per Falegnami Mobilieri e per Operatori per Macchine Utensili nel Centro di Formazione Professionale di Narni.
La catapulta era una macchina da assedio che sfruttava un braccio per scagliare un proiettile a lunga distanza.
Il nome deriva dal greco “ kata pelta” ovvero “attraverso lo scudo”, riferendosi al fatto che un proiettile lanciato da tale macchina penetrava facilmente nelle corazze dei soldati.
Le catapulte venivano di solito assemblate dai guerrieri sul luogo stesso dell’assedio, dove si trovava facilmente il legno necessario a montarle.
Il termine indica ormai genericamente una qualsiasi macchina che scaglia un oggetto, ma specificatamente e più esattamente il termine si riferisce alla macchina d’assedio medievale.
Chiesa di San Nicola
La Chiesa di San Nicola è la chiesa principale del castello di Itieli ed è dedicata a San Nicola di Bari.
Le sue origini appartengono al tardo Medioevo, quando il castello è stato costruito come un avamposto difensivo lungo il confine bizantino- longobardo.
Aspetto
L’abside della chiesa è costituita dalle pareti di una torre medievale della cinta muraria del castello, di cui sono ancora visibili la scarpata a pendio e le feritoie.
La facciata risale al 1400, come la maggior parte degli affreschi di tradizione pittorica narnese.
Interno
La chiesa ha una navata a travatura scoperta e un presbiterio con un abside semicircolare. Il suo tesoro è nelle pitture meravigliose e importanti rinvenute all’interno; infatti a partire dalla parete interna destra, troviamo una serie di pitture murarie risalenti al XIV-XV sec.
Di particolare pregio il tabernacolo del 1500, le tele seicentesche degli altari laterali tra i quali la Madonna del Rosario e una serie di affreschi raffiguranti la vita di San Nicola di Bari sulla parete di fondo.
La chiesa è stata ampliata grazie a Agapito Cipiccia, che voleva essere rappresentato nell’affresco sopra il primo altare a sinistra e il cui nome è menzionato sulla tavoletta posta sulla trabeazione sopra la prima cappella.
A causa dell’allargamento l’altare è stato spostato all’interno di una cappella che è stata decorata da molti affreschi.
Tra le opere più importanti c’è l’affresco di Calisto Calisti (pittore del XVI secolo di Bagnaia).
L’opera è stata restaurata alla fine degli anni Ottanta per il Festival dei Due Mondi di Spoleto, e poi è stato mostrato nel corso di una mostra d’arte a Spoleto sui pittori cinquecenteschi.
Un altro lavoro interessante è nel secondo altare a sinistra: ci sono Sant’Antonio Abate, Sant’Antonio da Padova e San Nonnoso, dal monte Soratte.
È molto strano vederlo rappresentato in un affresco fuori dell’area delle sue origini.
Edicola della Madonna della neve
La Madonna della Neve, che viene festeggiata qui a Itieli ogni 5 agosto, è ormai una piccola edicola posta sul lato destro della strada che proviene da Narni, proprio all’altezza del segnale che indica l’inizio del paese.
La cappellina è quanto resta di una chiesa preesistente ascrivibile alla metà del Seicento, periodo in cui Itieli vide una fioritura artistica grazie anche al giubileo del 1650.
La chiesa era dedicata alla Madonna della Neve e per molti anni ha svolto la sua funzione, tanto che ancora qui in paese c’è chi la ricorda bene, abbiamo anche delle foto a testimonianza di questo.
Era una bella chiesa, completa di campane e arredi sacri.
Fu incredibilmente abbattuta intorno agli anni Settanta come conseguenza di un piano di ampliamento della strada che congiungeva Itieli alla statale Flaminia.
A suo ricordo restano uno sperone in pietra sulla sinistra e la parte absidale al cui interno si trova un affresco di eccellente fattura.
La chiesa svolgeva un ruolo di notevole l’importanza sociale intorno agli anni Sessanta-Settanta, importanza sociale confermata anche dal fatto che alla chiesa era affiancato un fontanile che, sempre fino a quegli anni, ebbe la funzione di lavatoio pubblico e che subì la stessa sorte della chiesa per dare spazio alla strada così come un antico pozzo che ebbe la sventura di trovarsi proprio al centro della carreggiata e che quindi venne cancellato, come se non fosse mai realmente esistito.
Pochi sanno che ci sia mai stato.
Festa tradizionale
Quando è stato proposto agli abitanti di Itieli di scegliere un nome alla piazzetta del paese appena restaurata (2009), la scelta è stata “Piazzetta delle Indusse”, a larga maggioranza. Tutti amano questa antica consuetudine.
Il termine “indussa” deriva dalla parola greca “anthus”, cioè “fiore di fuoco”, riferendosi proprio a queste particolari fiaccole che vengono accese per accompagnare la processione del sabato sera in onore di S. Nicola, festeggiato ogni anno il terzo fine settimana di maggio.
Un grande fuoco viene acceso sulla spianata soprastante l’imbocco del giro del Censo e tutti coloro che partecipano alla processione vi accendono la propria indussa.
Questa è tradizionalmente formata da un bastone piuttosto lungo e da una “testa” formata da listelli di pino “scenzoso”, che cioè facilmente prende fuoco, messi insieme e trattenuti da una serie di fili di ferro.
Il tutto è realizzato con mani esperte, capaci di creare un’indussa che duri per l’intera processione, fino alla consegna delle famose ciambelle.
Gli amatori creano ogni anno indusse originali e sempre più belle, prive però rigorosamente di orpelli estranei ed artificiali. La meravigliosa processione delle indusse è uno spettacolo suggestivo che, il terzo sabato sera di maggio, si rinnova ogni anno intorno al monte Censo.
Fonti documentative
Testi a cura di Nicola Scassini tratti da http://www.turismonarni.it/
http://www.asitieli.it/
F. Bussetti – I Castelli materiali per la conoscenza del territorio – Provincia di Terni 1980