Castello di Ilci – Todi (PG)

Posto proprio di fronte a Todi visibile dalla Superstrada ne assume anche il profilo con il campanile cuspidato.

 

Cenni Storici

Posto a pochi chilometri di distanza da Todi su un meraviglioso crinale dove lo sguardo spazia a destra sulla valle del Tevere e a sinistra sulle rilassanti colline dei monti Martani.
Originariamente si chiamava Elci per i tanti alberi di questa pianta che la ornavano e qualcuno è ancora oggi visibile.
Si suppone che in epoca romana vi si ergeva un tempio dedicato a dio Fauno, di sicuro fu un antico e ben fortificato insediamento romano.
A questo proposito scrive G.B. Alvi nel suo Dizionario, “Si è avuto in congetture che questo luogo fosse superstizioso, poiché, essendo sotto l’elce, albero consacrato alle Fauni, quivi fosse qualche tempio in onore di Fauno, ove si facevano auguri e vaticini“.
Il castello è citato nei documenti già nel XIII secolo, nel 1310 e fu da sempre conteso tra Todi e Perugia.
Il castello fu utilizzato in questo anno come accampamento dai guelfi di Perugia nella cruenta battaglia con i ghibellini di Todi, sotto Montemolino, in cui morirono il Duca di Spoleto ed altri nobili.
L’anno successivo i ghibellini tuderti, fuggiti dalla città attraverso il corridoio di Paragnano) lo assediarono e vi entrarono portando morti e distruzione.
Nel 1444, Ilci fu di nuovo assalito dal ghibellino Niccolò Piccinino e dato alle fiamme.
Essendo stato quasi del tutto distrutto, ottenne una immunità di dieci anni affinché potesse essere ricostruito; per lungo tempo fu poi feudo della nobile famiglia degli Oddi.
La presenza di tale famiglia è evidenziata da numerosi architravi in pietra con lo stemma della famiglia, uno scudo esagonale con tre palle.
Nei pressi di Ilci il vocabolo Santa Maria Maddalena ricorda il nome di un antichissimo ospedale per lebbrosi esistente fin dal 1206 e retto da un “governatore” o “procuratore” il quale veniva eletto ogni sei mesi.
 

Aspetto

Il castello conserva il suo impianto medioevale ed i resti delle vecchie costruzioni sono ben conservati; allo stesso modo però si legge ancora seppur in forma meno evidente la struttura della fortificazione romana con al centro un asse viario centrale (Cardo) e vie laterali a lisca di pesce caratterizzati da ambienti voltati tipici di epoca medievale.
 

Fonti documentative

http://www.todiguide.com/it/todi-arte-e-storia/102-le-frazioni-di-todi.html?start=10

http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/schedaca.jsp?sercd=87413

F. Mancini – Todi e i suoi Castelli – 1960

http://www.ilci.it/index.html

 

Mappa

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