Castello di Guardea Vecchia – Guardea (TR)
Cenni Storici
Su un colle situato proprio alle spalle del paese, in uno dei luoghi più panoramici dell’Amerino, si stagliano i ruderi castello di Guardea Vecchia.
Il toponimo Guardea, che deriva dal germanico “warda“, sta a significare guardia, posto di vedetta.
Guardea fu feudo dei conti Uffreduzzi che vi avrebbero eretto il castello fin dal X secolo.
La famiglia si estinse presto nella linea maschile e il castello passò agli Alviano, già signori dell’omonimo paese.
A Guardea gli Alviano avevano una fortezza e riscuotevano tributi e pedaggi.
Il castello fu sempre conteso tra Todi ed Orvieto.
Nel 1235 fece atto di sottomissione a Todi ma, poiché questa era ghibellina, papa Gregorio IX ordinò al castello di staccarsi dal dominio; così, nel 1308, gli Alviano si sottomisero al comune guelfo di Orvieto.
Tra il 1450 e il 1465 Guardea divenne possesso del conte Everso Dell’Anguillara, che la sottrasse, così, al dominio della Chiesa.
La Santa Sede ne riprese possesso nel 1465 e papa Paolo II colmò la comunità di favori, condonando debiti e confermando statuti e possessi.
Nel 1488 Francesco d’Alviano dette a Guardea la libertà di reggersi a comunità e il godimento di tutti i diritti civili ai sudditi.
Il piccolo comune fu retto da quattro priori, che in seguito divennero quaranta.
Verso la fine del XV secolo il vecchio castello fu abbandonato e la comunità costruì nuove abitazioni nella piana sottostante.
Con l’estinzione della linea maschile degli Alviano, il territorio di Guardea passò direttamente alla Camera apostolica che lo governò attraverso suoi commissari, i Monaldeschi prima, quindi i conti di Marsciano e, infine, i Clementini.
Nel 1592, con la condanna a morte di Cornelio Clementini per violenze ed abusi, le terre passarono ad affittuari.
Il complesso si estende su una superficie di circa 8000 metri quadrati, con un perimetro murario conservato nell’alzato per circa 1/3, ma rintracciabile integralmente nel suo sviluppo perimetrale.
La cortina muraria presenta molte lacune, ma sono ancora visibili in gran parte il sistema delle otto torri (sei quadrangolari e due semicircolari) oltre al grande mastio centrale.
Nota
Le foto sono di Francesco Raggetti, il testo è di Silvio Sorcini.
Fonti documentative
http://www.turismoguardea.it/ita/6/storia-e-cultura/?&ss=2
http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodente&Chiave=46226
https://it.wikipedia.org/wiki/Guardea
http://www.bellaumbria.net/it/guardea/
http://www.turismoguardea.it/ita/6/arte-storia-e-cultura/6/guardea-vecchia/?ss=4
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