Castello di Galestro – Capodacqua di Foligno
Contesto ambientale
Raggiungibile solo a piedi salendo per un sentiero che parte dalla Torre di Trinci, e prosegue poi per il paese di Rio per arrivare fino a Colfiorito. La sua posizione era fortemente strategica in quanto sorgeva sul crinale della montagna che sovrasta l’abitato di Capodacqua di Foligno e dominava due strette valli che entrambi favorivano la viabilità verso Colfiorito e quindi verso le Marche. Controllare quei passaggi significare garantirsi una robusta difesa anche perchè da li in poi la città di Foligno era alle porte e da li si apre la pianura.
Entrambi le strette valli si aprono a tenaglia prendendo due opposte direzioni per ricongiungersi poi sugli altopiani per Colfiorito. La prima valle molto angusta si snoda con una strada sul fondovalle che passa per paese di Rio e infine sale fino a Seggio, paese che si affaccia e domina sull’altopiano di Colfiorito, la seconda valle anch’essa angusta garantisce una viabilità che passando per i paesi di Tesina e Pisenti anch’essa sale per confluire anch’essa a Seggio o aggirare l’altopiano e ricongiungersi con la strada che sale da Foligno e Scopoli.
Cenni storici
La Rocca di Canestro o Galestro nominata come Fortilitium Calestri, appartiene al sistema di fortificazioni, della zona e risalenti intorno alla metà del 1200.
Il castello sorge sulla collina (q. 714) denominata Costa di Canestro; vi si arriva transitando nei pressi del castello di Capodacqua e inerpicandosi lungo il fianco dell’altura coltivata ad ulivi.
Lo storiografo Dorio attribuisce la ricostruzione (1387) della rocca di Calestro ad Ugolino Trinci.
Durante la signoria del figlio Corrado il fortellitium risultava (1421) custodito dagli uomini del sindacato di Faeto nonché da altri montanari “scindicatus Fagietarum et certos alios de montanea deputatos” ed è verosimile che ciò continuassero a fare anche una volta caduto il dominio trinciano.
Il castello di Calestro compare in una testimonianza dei primi del quattrocento (1442) nella “Tabula omnium officiorum et fortillitiorum” che è un catalogo dei luoghi fortificati della città di Foligno dove vengono elencati i capisaldi della difesa della città.
L’egemonia della città in questo versante è confermata nel 1448 dall’elenco dei sindacati ( denominazione in cui si designavano, sotto il profilo istituzionale-amministrativo i castelli e le ville) che in occasione della solennità di san Feliciano (24 gennaio) conferivano alla cattedrale i “doppieri” (candelotti di cera) devozionali di vario peso, un simbolico omaggio al patrono e un tangibile tributo di obbedienza alla città capoluogo, secondo il seguente ordine: Colfiorito, Annifo, Popola, Capodacqua, Afrile, San Marcello località tra San Giovanni Profiamma e Pontecentesimo), Arvello, Palarne e Talogna, Cassignano, Bolferagna, Barrasia (o Barrascia di Sostino), Agnano, Galestro-Fagete (nella zona della Costa di Canestro), Forcatura, Fondi con Calivedani, Cifo, Cupigliolo insieme a Campignoli.
L’ ordine dei castelli era rispondente alla funzione strategica e alla consistenza demografica dei diversi luoghi.
Aspetto attuale
Ora dell’antica costruzione si conserva parte delle mura perimetrali ed un ampio ambiente voltato inglobato dalla vegetazione e noti solamente a qualche cacciatore o raccoglitore di asparagi o funghi.
Delle vestigia del castello resta poco, solo pace, solitudine e un bellissimo panorama, regalo per quei pochi avventurieri che con sacrificio raggiungono la Fortezza.
Sorgenti di Capodacqua
Nelle vicinanze della rocca scaturiscono le Sorgenti di Capodacqua (q. 390) che vennero utilizzate dall’acquedotto di Foligno in maniera definitiva dal 1933 dopo vari tentativi di captazione che erano cominciati dal Comune nel 1881.
Fonti documentative
F. Bettoni M.R. Picuti – La Montagna di Foligno, Itinerari tra Flaminia e Lauretana – 2007