Castello di Frénfano – Cascia (PG)
Cenni Storici
Il castello di Frénfano, o Frenfrano, (nelle carte antiche si legge nell’una e nell’altra forma) s’innalza a 1092 m sul livello del mare, sulla vetta del monte sovrastante il piccolo altipiano in cui siedono i villaggi di Fogliano,Puro, Colforcella e il diruto castello di Ferro di cui sopravvive la Chiesa di Santa Lucia di Ferro
L’occupazione del sito è attestata fin dall’età preistorica dal rinvenimento di manufatti in selce nella vicina forca Colonnetta e nell’altipiano contiguo di Viezzo.
Ancora in epoca molto antica, il luogo nei pressi della vicina forca Colonnetta, punto strategico dove confluiscono le strade da Fogliano, Avendita, Manigiper Ocricchio e Piediripafu fortificato con un recinto ogivale (lato m. 120, orientamento nord-est), riconoscibile nelle macerie (blocchi grezzi) di poco emergenti dal terreno, riferibile ad un castelliere, mentre i blocchi recentemente divelti sono da assegnare ad un santuario forse riferibile ad Ercole, per la presenza di statuine di questa divinità.
Al centro si nota un gruppetto di piccoli blocchi calcarei di mole rilevante; quasi di fronte a questo, sul lato opposto della strada, in corrispondenza dell’incrocio con l’antico tracciato per Avendita, si incontra un’area ricca di frammenti fittili per un’estensione di due-tre ettari di terreno, che continua fino a raggiungere Monte Casegna, alle cui pendici al toponimo Casarini è stato rilevato un insediamento frequentato dal VII a.C. Al VII d.C.
Nella vicina Viezzo sono state rilevate e documentate testimonianze paleolitiche relative a Choppers e raschiatoi ai toponimi San Procolo e Colle Antonello.
Il castelliere è da mettere in relazione con altri tre recinti fortificati rilevabili a Forca Cùparo.
Anche questo luogo conserva tracce della penetrazione romana; rinvenimenti di tombe sono stati segnalati all’inizio del secolo scorso.
Lungo l’importante collegamento Cascia Padule/Ocricchio Popoli è documentata la presenza di tombe ipogeiche, alcune con deposizioni in letti in osso, una nei pressi di Palmaiolo, dieci alle pendici di monte Cotica nei pressi di Ocricchio.
Sono visibili qua e là anche grossi conci calcarei frammentari.
Il materiale è riferibile al periodo compreso tra la fine della Repubblica e l’inizio dell’Impero romano.
Al crollo dell’impero romano il luogo fu frequentato come cella monastica, poi divenne curtis e, nel XIII secolo, fu eretto il Castello di Frénfano, che vigilava sull’antico itinerario da Cascia per Ocricchio e per il Piano di Santa Scolastica, in un punto quasi obbligato di passaggio.
Aveva due chiese farfensi, poi eutiziane, quella di San Bartolomeo e l’altra di Sant’Eustachio.
Si ha notizia anche di una chiesetta dedicata a Sant’Attanasio, benedettina, anch’essa prima farfense e poi di Santo Eutizio.
La costruzione del castello di Frénfano da parte dei casciani si inserisce nella continua lotta con l’anch’esso emergente comune di Norcia, in risposta all’arbitraria decisione della rivale di costruire castello Innocente su quelli che Cascia riteneva essere i propri confini territoriali.
Faceva parte, insieme ai fortilizi di San Giorgio e di Onde, di un sistema difensivo a guardia degli itinerari della Valle del Fiume Corno.
L’antico castello, appartenuto ai conti Frenfanelli, nobili di Cascia, facenti parte della fazione ghibellina dei Colonna, fu a più riprese il rifugio dei ghibellini spoletini banditi.
Alla metà del 1300 questo divenne rifugio dei ghibellini casciani, che finirono per occuparlo facendone la loro roccaforte contro i guelfi; ma la Chiesa, nel 1375, si ribellò a questa situazione e grazie all’aiuto del Comune di Norcia (rimastole a fianco), liberò il castello dai rivoltosi.
Ma rimase l’uso di accogliere i fuggiaschi ghibellini e, in seguito quelli favorevoli al re Ferrante di Napoli (i cosiddetti “regnicoli“).
Il castello fu occupato dai fuorusciti di Cascia, tra i quali era Bernardino d’Amici già signore di quella terra, amico dei Colonna e nemico della chiesa.
Per questo motivo nel 1490, su ordine del Papa Innocenzo VIII, il castello fu assalito e distrutto dalle truppe di Giulio e Nicolò Orsini, con l’appoggio di Spoleto che inviò un contingente di 1000 fanti (nelle riformanze del Comune di Spoleto dell’Anno 1490 foglio 413 si trova l’elenco del numero d’uomini che ciascun castello forniva per comporre i mille fanti che erano inviati all’assalto di Frénfano).
Sempre nelle riformanze del Comune di Spoleto, Anno 1490 foglio 424 – Breve del 5 gennaio, è riportata la seguente notizia:
“Accepimus hodie …. Frenfanum in manus tuas pervenisse; Bernardinumevasisse, captos esse aliquos quorum nomina et qualitates non exprimuntur, expectamus avide ex te scire statumrei. Mens nostra est, et ita nobilitati tue mandamus ut muri omnes et turresquacumqueac domus omnes Frenfani diruantur ita ut nulla omnino supersint vestigia, etc….“.
La popolazione si trasferì allora nel luogo ove sorge l’attuale Fogliano, solo nel 1519 fu consentito di erigere intorno alla cappella di Santa Maria di Frénfano alcune case; il castello fu poi restaurato nel 1539, ma i Frenfanelli lo abbandonarono qualche anno dopo, forse a causa del terremoto del 6 novembre 1599, che causò il crollo della torre del castello, malgrado le sue 40 “claves seu catenas ferreas“.
Il tremendo terremoto del 1703, causò il definitivo abbandono di quel che restava dell’abitato.
Aspetto esterno
Sulla cima del monte Frénfano si scorgono ancora i cospicui ruderi dell’antico castello.
Tratti di mura, resti della torre e le grandi voragine delle chiese: Sant’Anastasio, Sant’Eustachio, Santa Maria e San Bartolomeo.
Fonti documentative
CORDELLA ROMANO – CRINITI NICOLA La Sabina settentrionale: Norcia, Cascia e Valnerina romane, Ager Veleias, 02/06/2007:
EMILI EGIDIO, Carta archeologica dal Paleolitico al Medio Evo, 2018
FAUSTI LUIGI, Le Chiese della Diocesi di Spoleto nel XIV secolo secondo un codice del XVI secolo, Archivio per la storia ecclesiastica dell’Umbria, Foligno, 1913
FABBI ANSANO Storia e arte nel comune di Cascia Arti Grafiche Panetto & Petrelli Spoleto, 1975
GNDT, 1994. Studi di terremoti attraverso i repertori sismologici e le loro fonti, UR Macerata
SANSI A., Storia del Comune di Spoleto, Accademia Spoletina, Spoleto, 1876
TOSCANO B., GIACCHÈ L., RAGNI B., L’Umbria. Manuali per il territorio. La Valnerina. Il Nursino. Il Casciano, Roma, Edindustria1977
http://www.san.beniculturali.it/web/san/dettaglio-soggetto-produttore?id=23752
Nota
La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Egidio Emili, Francesco Raggetti e Silvio Sorcini.
Da vedere nella zona
Fogliano
Villa di Fogliano
Chiesa di Sant’Ippolito
Chiesa di Santa Maria della visitazione detta anche di Sant’Antonio
Colforcella
Chiesa di Santa Lucia
Chiesa di Santa Maria Assunta
Puro
Chiesa di San Marco